Dopo tre mesi di assenza in cui il Villarreal ha perso 15 punti dal quarto posto, Bruno Soriano è tornato in campo, ha innescato la rete del vantaggio – che mancava da 393 minuti di gioco al Madrigal – e ha propiziato una vittoria attesa da nove turni di campionato. Così, trascinato dal suo capitano, il Sottomarino giallo è tornato a qualificarsi per l’Europa per il secondo anno consecutivo dopo l’anno sabbatico in Segunda. Si tratta di un piccolo primato nella storia del campionato spagnolo: mai nessun club spagnolo neo-promosso era riuscito a qualificarsi per le coppe europee sia al primo che al secondo tentativo. Questo anche perché fino a qualche anno fa i posti per i tornei continentali erano molti meno di oggi: il Siviglia nel ’70 tornò in Liga con un terzo e un settimo posto, quest’ultimo non valevole per accedere neanche alla Coppa Uefa.
Ma eccezioni a parte è difficilissimo trovare nella storia del calcio spagnolo promozioni in pompa magna. Persino il Valencia, che ha trascorso tra i cadetti una sola stagione in tutta la sua storia (la 1986/87), non andò oltre un quattordicesimo posto al ritorno in massima serie. Anche dando uno sguardo all’ultimo ventennio con l’Europa allargata, le grandi cadute di Spagna non hanno saputo ritrovare subito una forma smagliante. Lo stesso Siviglia tornato in Primera nel 2001/02 dovette aspettare due anni per strappare il biglietto continentale dopo una decima e un’ottava posizione. Sorte simile capitò all’Atlético Madrid promosso nel 2002 che dopo un dodicesimo posto, centrò l’Europa solamente l’anno seguente con un settimo posto. E anche quando la prima annata da neo-promossi può finire col botto, vedi il Celta Vigo che si qualifica per la Champions League nel 2002/03, rischia di rompersi il giocattolo l’anno successivo, non a caso i galiziani dovettero fare i conti con la retrocessione immediata nell’anno della loro storica partecipazione alla massima competizione Uefa.