Villarreal, tre punti per centrare l’Europa

Marcelino gesticola

A duecentosettanta minuti dal termine della stagione il Villarreal non ha ancora certificato il sesto posto che equivarrebbe a dire Europa League, ma di fatto c’è molto vicino. Sia per il consistente vantaggio sulle inseguitrici: cinque punti sull’Espanyol che però ha una partita in più, sei punti (dei nove disponibili) sull’Athletic Bilbao, sette sul Málaga e otto sul Celta Vigo, e sia perché la finale di Copa del Rey se la giocheranno Barcellona e Bilbao, il che significa che un eventuale sorpasso dei baschi sarebbe ininfluente, se non in termini di turni preliminari addizionali. Ma se è una situazione più che rosea guardando la classifica, frutto di un girone d’andata spaventoso (35 punti contro i 19 in quello di ritorno, che per ora significa il secondo peggior girone di ritorno di sempre), molto più preoccupante è la forma della squadra. Il Villarreal è stato incapace di vincere nelle ultime nove partite di Liga (o le ultime undici considerando tutte le competizioni, che dir si voglia), una striscia negativa terrificante in cui è andato a segno solo due volte, e non a caso la rete di Jaume Costa contro il Deportivo ha interrotto un digiuno di gol su azione che durava da 766 minuti, un’infinità per una squadra che nella prima parte di stagione è andata a segno per ventotto partite consecutive (il precedente record societario era appena tredici).

Dal punto di vista sanitario la situazione non è affatto migliore. Da settimane Marcelino ha i giocatori contati: già Asenjo, Adrián Marín e Musacchio hanno chiuso la stagione anticipatamente, mentre gran parte della rosa soffre di problemi costanti ne stanno brutalmente condizionando l’impiego. L’unica buona notizia per il tecnico asturiano è il ritorno di Bruno Soriano, che aveva lasciato il suo Sottomarino in piena lotta per la zona Champions League, a sole tre distanze dal Valencia quarto, e lo ritrova tre mesi più tardi a ben diciotto lunghezze. Per il resto Marcelino avrà pochi margini di scelta: se Juan Carlos è sicuro del posto tra i pali, Mario Gaspar dovrà giocare da centrale difensivo al fianco di Dorado, con Víctor Ruiz e Bailly non arruolabili. A destra Rukavina mentre a sinistra potrebbe giocare sia Jaume Costa, oppure Jokić nel caso in cui Costa servisse a centrocampo. Il possibile forfait di Vietto, ancora alle prese con problemi alla schiena, indurrebbe l’allenatore a spostare Joel Campbell in attacco al fianco di Gerard Moreno e perciò a spostare Costa sulla linea dei centrocampisti, con Moi Gómez sulla fascia opposta e Trigueros-Bruno in cabina di regia.

D’altronde domenica pomeriggio (ore 17) al Madrigal arriverà un Elche già salvo e con le unghie tagliate. Ed è un bene visto che nelle recenti visite dei blanquiverdes le cose non sono andate granché bene: due anni fa in Segunda (con Marcelino e Fran Escribá già sulle rispettive panchine) l’allora capolista s’impose con un 2-3 arrogante interrompendo una buona serie di risultati positivi dei castellonensi, mentre l’anno scorso il Submarino amarillo non ha saputo andare oltre un modesto pareggio. Affinché il pubblico groguet si ricordi una vittoria casalinga contro l’Elche è necessario tornare al 27 febbraio 2000, oltre quindici anni fa, quando il Villarreal vinse di misura nell’annata della seconda promozione in massima serie. Inoltre los flanjiverdes hanno vinto solo quattro derby regionali in una trasferta di Primera División su trentadue tentativi: nel ’63 sul campo del Levante, nel ’65 al Mestalla, nel ’67 ad Alicante contro l’Hércules e nel ’73 a Castellón. Nelle restanti ventotto trasferte valenziane sono arrivati nove pareggi e diciannove sconfitte.

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Mi chiamo Mihai Vidroiu, ma per tutti sono semplicemente Michele, sono cresciuto a Roma, sponda giallorossa. Ho inoltre una passione smodata per il Villarreal, di cui credo di poter definirmi il maggior esperto in Italia, e più in generale per il calcio, oltre ad altri mille interessi.