Alla fine dopo due anni di attesa il pubblico del Camp Nou ha avuto la sua vendetta. Il Bayern Monaco, che nel maggio 2013 triturò il Barcellona con un parziale di sette a zero ( 4-0 in casa, 0-3 fuori), è costretto a crollare di fronte a una squadra che si dimostra ogni giorno che passa sempre più stratosferica. Merito di Luis Enrique (7,5) che, dopo aver passato un periodo nero con addirittura un vicinissimo esonero, ha saputo far ritrovare il sorriso e la fame di vincere a un gruppo che in questi ultimi anni ha vinto tantissimo. Le assenze importanti da parte dei tedeschi ( Alaba, Robben, Ribery) hanno fornito un grosso assist ai blaugrana che hanno dominato la partita. A testimonianza di ciò v’è il fatto che Ter Stegen (6) non abbia mai dovuto compiere miracoli o sporcarsi i pantaloncini per qualche conclusione pericolosa avversaria. La difesa ha retto bene le incursioni di Lewandowski e Muller, con Pique e Mascherano ( 6,5 entrambi) solita diga difensiva. Sulle fasce Jordi Alba e Dani Alves (6,5 per tutti e due) sono state due spine nel fianco sia per Bernat che per Rafinha, con il brasiliano che ha dalla sua il fondamentale recupero che ha permesso poi a Messi di sbloccare una partita che si dirigeva verso uno zero a zero ingiusto. A centrocampo poi il Barcellona non smette di stupire con Busquets (6) sempre pronto a svolgere il lavoro sporco per aiutare la squadra sia a livello offensivo che a livello difensivo. Rakitic (7,5) poi quest’oggi è stato qualcosa di sensazionale, qualcosa che tutti gli aspiranti centrocampisti centrali, gli aspiranti registi, gli aspiranti trequartisti, dovrebbero guardare e riguardare. Il croato era onnipresente in ogni parte del campo, sempre a supporto dei due centrali di difesa e del trio d’attacco del Barca. Appare meno Iniesta (6,5) che non svolge il mestiere di incantatore ma si prodiga a metter ordine in mezzo al campo. La qualificazione il Barcellona però la porta a casa sempre grazie ai soliti tre li davanti, autori quest’anno di 110 reti in totale. Suarez (6,5) nella prima frazione di gioco compie una gran gara, andando in pressing sul portatore di palla e andando a disturbare i due centrali del Bayern, ma a lungo andare con la gara cala d’intensità e ha nel groppone un grosso errore nel primo tempo. Neymar (7) è invece il contrario dell’uruguaiano, con un primo tempo soft e un secondo tempo con la bava alla bocca. Il talento brasiliano ha voglia di vincere e lo si vede nell’abbraccio finale con Messi, dopo il gol che praticamente chiude la qualificazione. Poi c’è lui, Messi (8), il solito fenomeno per il quale non ci sono più parole per descrivere il suo talento. Da degno poeta del calcio scrive due odi che ammazzano il record di Neur (quello di non aver mai preso gol dalla Pulce) e aiutano il Barca a superare uno sfidante che sino a quel momento si era dimostrato ostico.
Gli innesti nel finale di gara non incidono molto, anche se Xavi e Rafinha contengono le ultime sfuriate tedesche. Il Barcellona stravince e ha già in mano il biglietto per Berlino.