Chelsea-Crystal Palace 1-0: Hazard porta i Blues sul tetto d’Inghilterra

Chelsea campione

CHELSEA CRYSTAL PALACE 0-1 – Il Chelsea è praticamente ad un passo dal traguardo di questa edizione di Premier League e ha bisogno soltanto di altri tre punti per poter ottenere la vittoria matematica ai danni dell’Arsenal diretta inseguitrice che così non potrà più colmare il divario in classifica. L’ultimo avversario che si oppone tra Josè Mourinho ed il suo potenziale 8 campionato nel palmares è il Crystal Palace oramai salvo e rigenerato dalla gestione di Alan Pardew. Lo Special One vuole evitare brutte sorprese o possibili colpi di scena e schiera la solita formazione tipo che ha regalato grandi gioie ed emozioni nell’arco della stagione: perciò questo pomeriggio ritorna tra i pali Courtois, di nuovo in forma dopo la botta presa la settimana scorsa, invece a centrocampo Cuadrado trova un posto da titolare a sorpresa perché Ramires si fa male durante il riscaldamento, mentre la situazione attaccanti rimane delicata e complessa complici i problemi fisici che tengono fuori ancora una volta Diego Costa a distanza di un mese e Loic Remy non al meglio della forma in panchina pronto a subentrare. Il destino vuole così che ci sia in attacco per la quarta gara consecutiva l’eroe di mille battaglie nonché leggenda e uomo simbolo di questa squadra, ossia Didier Drogba.

I padroni di casa vogliono scuotersi di dosso la pressione di dover segnare e quindi partono subito aggressivi ed alti, con gli ospiti che aspettano e si affidano alle ripartenze devastanti di Zaha in fascia e di Bolasie davanti. I primi minuti di gioco scivolano via privi di emozioni e sarebbe davvero buffo e abbastanza brutto per il Chelsea finire oggi con uno 0 a 0 e dover rimandare la festa scudetto alla trasferta di Anfield del prossimo turno. Al 20esimo scintille tra Jordan Mutch e Ivanovic a causa di una entrata in ritardo accompagnata da un calcetto malizioso ai danni del serbo che non ci sta e lo fa presente al giocatore del Palace che viene comunque graziato dal direttore di gara il quale gli evita sia ammonizione che una possibile espulsione deleteria ai fini della gara. Non succede molto in campo e la gara pare abbastanza rilassata a livello di ritmi di gioco e la cosa non aiuta nessuna delle due squadre in campo che comunque ci stanno provando a creare gioco. Da una parte Fabregas dopo un bel dai e vai con Didier ciabatta malamente mentre dall’altra Zaha prova a fare breccia nella roccaforte Blues alternando giocate di fino a scatti brucianti per poter mettere in difficoltà gli avversari.

Fabregas tocca molti palloni ma il Chelsea fatica a rendersi pericoloso negli ultimi 15 metri di campo. Come successo altre volte allora sale in cattedra Hazard e accende il motorino duettando poco fuori dall’area di rigore e penetrando in velocità come solo i migliori cestisti sanno fare: McArthur si ritrova in traiettoria, prova un sciagurato intervento ma consapevole del rischio lascia a metà la gamba, Hazard si prende il contatto e Clattenburg vista la dinamica indica con sicurezza il dischetto. Per dovere di cronaca a bocce ferme e con il replay il contatto sembra molto meno netto premiando la buona fede del difensore del Palace e condannando l’eventuale gamba lasciata indietro dal fuoriclasse belga, ma a velocità normale sarebbe stato davvero difficile fare una scelta. Lo stesso numero 10 del Chelsea si prepara a tirare il rigore, Speroni però si fa trovare pronto sul tiro basso e centrale e lo respinge ma non abbastanza lontano propiziando così un tap in di testa sempre da parte del belga del Chelsea che regala così il vantaggio ai suoi ed un grosso sospiro di sollievo a tutto lo Stamford Bridge che si era momentaneamente congelato. Finisce dopo poco il primo tempo e le due squadre si avviano verso gli spogliatoi. Il Palace ci ha provato ma alla fine è il Chelsea a concludere la prima frazione di gioco in vantaggio.

Al ritorno sul rettangolo di gioco Mou si gioca la carta John Obi Mikel al posto di un volenteroso ma poco incisivo Cuadrado, con la volontà di fare possesso palla e limitare le possibili ripartenze pericolose degli Eagles di Pardew. Per buona parte del secondo tempo le emozioni sono abbastanza avare e si fa veder proprio Obi Mikel con una conclusione discreta ma facile da gestire per Speroni che blocca senza problemi. Gli ospiti provano ad alzare il baricentro allora, gettando in mischia prima Murray e Sanogo poi ma la situazione pare abbastanza monotona e tranquilla perché il Chelsea tiene palla concedendo pochissimo agli avversari ma non riuscendo a creare per contro azioni degne di nota per arrotondare ulteriormente il vantaggio. La gara non sale di ritmo ed è proprio quello che vuole Mou, mentre sugli spalti e a casa i tifosi possono preparare lo champagne per i festeggiamenti il tempo scorre inesorabile verso il 90esimo. Lo Special One decide di erigere al massimo del proprio potenziale un muro invalicabile e si gioca le carte Zouma e Felipe Luis che subentra ad Hazard negli ultimi minuti con il duplice scopo di ringraziare con uno scroscio di applausi il talento belga che si è rivelato fondamentale per la cavalcata al titolo mettendo al referto 14 goal e 9 assist in 34 partite (l’unico ad averle giocate tutte insieme a capitan Terry e all’inossidabile Ivanovic).

Non succede niente degno di nota e dopo i 2 minuti di recupero comunicati dal quarto uomo che vengono prolungati a causa di una interruzione di gioco, arriva finalmente il fischio tanto atteso da tutti i tifosi del Chelsea che dopo 1825 giorni ritornano ad essere sul tetto di Inghilterra. Si tratta dell’ottavo campionato vinto da Josè Mourinho, il quinto titolo per il Chelsea e il quindicesimo trofeo vinto in 12 anni di era Abramovich. Ad Anfield la prossima settimana ci sarà il tributo da parte dei Reds alla squadra campione di Inghilterra mentre bisognerà aspettare l’ultima gara in casa per poter assistere all’alzata di coppa e al proseguimento dei festeggiamenti. Oggi il cielo sopra Stamford Bridge e sopra tutta Londra è sicuramente più blues al contrario del solito grigio che regna incontrastato.

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Studente universitario in quel di Siena, classe 1992 follemente innamorato della Premier League e del calcio inglese, amo anche il basket ma seguo solo quello NBA come tifoso ultradecennale dei Los Angeles Lakers, appassionato anche di Football Americano tifo i Cincinnati Bengals. Oltre a scrivere adoro la musica elettronica, il rock 'n' roll, i computer, i videogiochi, l'arte e la letteratura. Aspirante tuttologo, sono un personaggio analogico in un mondo digitale.