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Villarreal-Atlético Madrid 0-1: Torres sbanca il Madrigal!

Torna al gol Fernando Torres che regala a Simeone tre punti fondamentali nella corsa al terzo posto su un campo difficile. Il tecnico argentino festeggia così la sua 200esima panchina colchonera, 100esima senza subire reti (praticamente una su due) portandosi a sette punti dal Valencia che però giocherà domani. Tutt’altro umore sull’altra sponda: il Villarreal incatena il decimo match consecutivo senza vincere (otto di Liga più due di coppa), striscia nella quale ha segnato due soli gol: uno su punizione e uno su rigore. In pratica non segna su azione da 720 minuti di gioco, cinquanta giorni sul calendario, nonostante i numeri dicano che in questa serie di partite sia la terza squadra spagnola che più tira in porta, con una media di quattordici tiri a partita. La peggior striscia di risultati di Marcelino, la seconda peggiore del Villarreal in Primera e l’ennesimo infortunio, ad Asenjo che è uscito sulle sue gambe dopo atroci urla di dolore. Ma nonostante tutto, da quel 8 marzo in cui arrivò l’ultimo trionfo, il Villarreal ha perso un solo punto sul Málaga diretto inseguitore a sei distanze, e ben nove sull’Athletic appaiato al settimo posto con gli andalusi.

Marcelino, con l’infermeria ancora stracolma, opta per un undici che più difensivo non si può schierando sei difensori: quattro sulla linea difensiva più Jaume Costa e Rukavina a centrocampo, con Joel Campbell dirottato al fianco di Gerard Moreno. Diego Pablo Simeone risponde con il miglior dei 4-4-2 in cui figurano Gabi e Tiago in mediana, Koke e Arda Turan sulle fasce, e Griezmann-Mandžukić coppia d’attacco. Nonostante le assenze però il Submarino amarillo macina gioco e desta ottime impressioni: è il triangolo Trigueros-Campbell-Moreno quello su cui si sviluppano le azioni migliori, il costaricense è in netta evoluzione e i suoi movimenti ad allargarsi mandano spesso in confusione la retroguarda colchonera. D’altra parte l’Atlético Madrid non sta a guardare, quando i moschettieri in pigiama mettono piede in area di rigore sono sempre pericoli, ma considerando le forze in campo la prima parte se l’aggiudica sicuramente Marcelino. Reo, invece, di non riuscire a trasmettere ai suoi ragazzi quel cinismo necessario per concretizzare una buona prestazione.

Anche in virtù di questo il tecnico asturiano rimanda in campo Moi Gómez al posto di un evanescente Rukavina, e la musica è sempre la stessa. I padroni di casa piacciono e convincono, mettono paura e sono attenti, ma quando si entra negli ultimi sedici metri le gambe diventano pesanti, la testa lenta e occasioni nitide non se ne vedono. Simeone risponde inserendo in corsa Fernando Torres e Saúl Ñíguez e in un certo senso ha ragione lui. Il suo Atleti tira avanti sonnolento, fatica a difendersi e vive di fiammate sporadiche ma proprio in una di queste, sugli sviluppi del sesto angolo amarillo, el niño Torres sfrutta una clamorosa incertezza di Bailly per prendergli il tempo e ritrovarsi a tu per tu con Asenjo, dove deporre la palla in rete è un gioco da ragazzi. Il finale riserva poche gioie. Asenjo si aggiunge all’infinita lista di infortunati groguet: il portiere del Villarreal cade male sul ginocchio in torsione e grida dal dolore con i guantoni sul volto, ma abbandona il campo sulle sue gambe. Nel recupero c’è appena il tempo per un gol mangiato da Mario Gaspar e nient’altro. L’Atlético Madrid si vendica della sconfitta nel match di andata (l’unica gara casalinga persa in Liga negli ultimi due anni), e consolida il suo terzo posto in chiave Champions League.

Mihai Vidroiu

Mi chiamo Mihai Vidroiu, ma per tutti sono semplicemente Michele, sono cresciuto a Roma, sponda giallorossa. Ho inoltre una passione smodata per il Villarreal, di cui credo di poter definirmi il maggior esperto in Italia, e più in generale per il calcio, oltre ad altri mille interessi.

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