Un altro fulmine a ciel sereno si è abbattuto su Vila-real. L’ennesima tegola di una stagione che, da un punto di vista medico, sta assumendo pieghe terrificanti. La paura che ha pervaso tutti gli spettatori, presenti o televisivi, del match di ieri tra Villarreal e Atlético Madrid, durante il quale una torsione al ginocchio destro di Sergio Asenjo aveva indotto il portiere amarillo a lanciare strazianti urla di dolore si è concretizzata nella notte. Le prove strumentali hanno confermato la peggior ipotesi possibile: la rottura del legamento crociato anteriore destro, quello stesso legamento che si era rotto già due volte e che aveva arrestato l’ascesa del giovane guardameta nei suoi primi anni di carriera. Dopo l’intervento dello staff sanitario Asenjo aveva lasciato il terreno di gioco sulle sue gambe, ma questo dettaglio avrebbe potuto tranquillizzare solo i più ingenui. Lo stesso Giuseppe Rossi, all’epoca del suo grave infortunio in camiceta amarilla, fu sostituito mentre abbandonava il campo sui suoi piedi salvo poi vedersi diagnosticata quella lesione che nessun calciatore vorrebbe mai sentir pronunciare. E proprio come la punta italiana il portiere del Villarreal torna a infortunarsi per la terza volta allo stesso ginocchio dopo due operazioni chirurgiche e l’illusione di aver chiuso un brutto capitolo che invece è tornato a riaprirsi.
Le statistiche dell’infermeria sono sconcertanti. Si tratta del trentottesimo, ripeto trentottesimo, infortunio stagionale, il sesto con una prognosi superiore ai tre mesi, dopo i casi eclatanti della frattura di perone di Bruno Soriano e Mateo Musacchio. Una sciagura dopo l’altra. E come nel caso del difensore argentino anche per Asenjo questo terribile guaio è arrivato in coincidenza del suo momento più felice in carriera, a seguito della prima convocazione nella nazionale spagnola solo poche settimane fa. Adesso invece dovrà tornare sotto i ferri per la terza volta, nello stesso punto, con un contraccolpo psicologico che potrebbe stroncargli definitivamente le certezze acquisite in anni di duro lavoro. Subì il primo infortunio l’8 maggio 2010, il secondo il 5 febbraio 2011, e ora la rottura è avvenuta proprio nella plastica legamentosa che fu applicata nell’ultima operazione a cui si sottopose, ovvero una ricostruzione del legamento rotto mediante l’uso di segmenti tendinei. Poi inizierà un processo di riabilitazione che durerà non meno di sette mesi, probabilmente lo si rivedrà in campo nel 2016. Il Villarreal, nonostante tutto, è ancora incredibilmente e per ora saldamente in zona europea, ma la tempeste di infortuni sta incorniciando la stagione come la peggiore di sempre sotto il profilo medico.