Malanda senior: ‘Mio figlio ammazzato dai procuratori’

MALANDA – A gennaio un incidente stradale ha spezzato la vita di Junior Malanda, centrocampista del Wolfsburg di soli vent’anni (clicca QUI per saperne di più). Un evento tragico, tifosi e club si sono stretti nel dolore e sono tanti gli attestati di affetto arrivati alla famiglia dello sfortunato ragazzo belga. Bernard Malanda, padre del giocatore, ha le idee chiare circa la morte di Junior e lancia accuse ben precise. “Si dice che non si fosse messo la cintura di sicurezza, ma questa è solo parte della verità. Quello del calcio è un mondo malato. I procuratori di mio figlio sono responsabili della sua morte. Lo hanno allontanato dalla famiglia – dichiara Malanda senior – lo utilizzavano come una macchina per fare soldi. Gli hanno raccontato un mucchio di sciocchezze e gli hanno fatto promesse evidentemente irrealizzabili. Noi abbiamo provato a tenerlo con i piedi per terra, ma chi gli stava intorno ce lo ha messo contro, ha detto che non volevamo il suo bene”.
Dichiarazioni pesanti, in parte da ricondurre al dolore per la perdita di un figlio ma aprono comunque spunti interessanti. Il mondo dorato del calcio regala sogni ma può togliere la vita: “Quando è morto non lo vedevo da sei mesi, non sapeva gestire quella valanga di soldi che gli è caduta addosso. Lo hanno cambiato: improvvisamente ha cominciato ad andare alle feste, tornava tardi la notte, lui che non era mai stato un festaiolo ed era sempre stato un ragazzo con la testa sulle spalle. I procuratori hanno il simbolo dei soldi negli occhi. Vogliono guadagnare tanto e subito. Voglio fondare un’associazione che aiuti i giovani calciatori e i loro genitori. è giunto il momento che i talenti del calcio belga facciano le scelte giuste e pensino a crescere in modo sano. Sono uomini – conclude Bernard Malanda – non macchine da soldi”.