Prosegue la striscia negativa del Villarreal a cui manca la vittoria da oltre otto partite, ovvero dal 4-1 al Celta Vigo l’8 marzo scorso. Il pareggio a reti bianche di domenica contro il Córdoba (non si vedeva uno zero a zero al Madrigal da 72 incontri e più di due anni) allunga anche la serie di risultati in cui il Submarino amarillo è stato incapace di segnare: mai aveva incatenato tre match casalinghi completi senza riuscire a gonfiare la rete in massima serie, ma soprattutto non segna su azione dal 19 marzo a Siviglia, considerando le gare di campionato l’incapacità offensiva supera i 540 minuti – l’unico gol nelle ultime sei lo ha realizzato Uche ma su rigore. Un periodo negativo cosi prolungato non si era mai visto da quando Marcelino siede su questa panchina, e questo è sicuramente un dato. In conferenza post-partita l’allenatore asturiano ha più volte rimarcato «era molto tempo che non dominavamo per novanta minuti, e non aver vinto è uno di quei casi rari che capitano una volta l’anno: abbiamo tirato in porta ventotto volte, ventotto!». Argomento solido per spiegare l’ultimo incontro ma non per capire le recenti prestazioni della squadra, a iniziare dallo zero-tre contro un modesto Espanyol che ha centrato il suo miglior successo di sempre al Madrigal.
Le principali attenuanti per spiegare questo momento sono perlopiù due. Il primo, evidente, è la serie di infortuni: trentacinque da inizio anno, e molti di questi anche pesanti. Musacchio, il miglior difensore della rosa, ha saltato ventiquattro gare in stagione e ha già finito la stagione, Bruno Soriano si è rotto il perone tra la 22° e la 23° giornata col Villarreal a tre punti dalla zona Champions League, da allora il Sottomarino giallo ha raccolto solo due vittorie nelle successive dieci gare di campionato. Giovani domenica ha rimediato il suo quarto stop muscolare, la diagnosi stavolta è una lesione al vasto interno che probabilmente gli impedirà di tornare in campo, senza voler considerare che anche lui ha dovuto saltare oltre dieci gare stagionali in diversi periodi. Lo stesso Chéryshev dovrà stare fermo almeno un mese per la lesione al retto anteriore, che lo aveva già tenuto ai box nelle ultime settimane: l’ennesima ricaduta muscolare, proprio come era accaduto col rientro anticipato di Musacchio alle prese con una lesione al bicipite femorale. Di fatto solo Asenjo, Trigueros e Gerard Moreno non sono passati per l’infermeria. E guardando alla stagione passata salta all’occhio come la squadra ebbe lo stesso clamoroso calo nel girone di ritorno, nel quale passò dal lottare dalla zona Champions alla sesta piazza, conquistata solo nell’ultima gara. Stavolta la classifica del girone di ritorno è ugualmente eloquente: il Villarreal viaggia a metà classifica a quattro lunghezze dalle posizioni europee, contro il +6 che segna la classifica totale.
E qui ci ricolleghiamo alla seconda attenuante: la classifica. Le analogie con l’anno scorso continuano: in questa stagione come nella passata, la squadra fluttua in una situazione cristallizzata di posizione europea in cui la zona Champions è inarrivabile e il margine sulle inseguitrici è più che rassicurante, anzi basta vedere come in questa giornata il vantaggio sul Málaga è addirittura aumentato a sei lunghezze grazie a una serie di risultati altrettanto negativi di chi insegue. Questo clima di rilassatezza sicuramente contribuisce a instillare una certa passività a una squadra ha poche ambizioni e molte scusanti, anche per via di una piazza che non infuoca l’ambiente con eccessive pressioni. Ma in quanto a numeri questo Villarreal resta fra i più competitivi di sempre, nella prima parte di stagione ha infranto una lunga serie di record che gli hanno permesso di poter gestire in questa fase. La classifica a volte inganna: il Valencia e il Siviglia continuano a far segnare i migliori andamenti di una quarta e una quinta classificata nella storia della Liga e questo allarga continuamente la forbice con un’area di classifica che il Villarreal merita.