MONACO . Se la Champions League con la sua formula iniziale a gironi è piuttosto remunerativa per i club, le grandi emozioni europee si vivono spesso nelle sfide ad eliminazione diretta. Ad eccezioni di alcuni incontri entrati nella storia per altri motivi (per il Monaco, ad esempio, l’8-3 al Deportivo), sono sempre le doppie sfide andata/ritorno a lasciare nella memoria dei tifosi ricordi indelebili.
Mercoledì sera, al Louis II, il Monaco dovrà scrivere un pezzo di storia e potrà farlo solamente se riuscirà a ribaltare il risultato dello Juventus Stadium. Non sarà, comunque, la prima volta che i biancorossi saranno costretti ad una rimonta. Nella loro storia europea, cinque volte i monegaschi hanno ribaltato tra le mura amiche un risultato negativo rimediato in trasferta.
La prima rimonta arriva ai trentaduesimi di finale della Coppa Uefa 1979/1980. Il Monaco è atteso all’esordio sul campo di una squadra oggi decisamente più nota di allora, lo Shakthar Donetsk. In Unione Sovietica, davanti a 55000 spettatori, i locali vanno in vantaggio ad inizio ripesa con Sokolovsky, lasciato solo in area dalla difesa monegasca. Lo stesso Sokolovsky raddoppia al 70′ con un bolide imparabile che si infila sotto l’incrocio dei pali della porta difesa da Ettori. A rimettere i biancorossi in corsa per la qualificazione ci pensa Jean Petit, a dieci minuti dal termine, infilandosi sul filo del fuorigioco e trafiggendo un incolpevole Degteryov.
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Al ritorno, nel vecchio Louis II, il Monaco sbatte per tutto il primo tempo contro il muro eretto dalla difesa ospite. A sbloccare il risultato è un colpo di testa dell’italo-argentino Delio Onnis (miglior marcatore di sempre del club monegasco). I biancorossi sono virtualmente qualificati e, solamente cinque minuti dopo il vantaggio, è Dalgier a certificare il successo con un preciso diagonale di sinistro.
Decisamente meno nobile, invece, la rimonta ai sedicesimi della Coppa Campioni 1988/1989. Nonostante la presenza di giocatori come Amoros, Battiston e Hoddle, il Monaco inciampa clamorosamente all’esordio battuto dal Valur Reykjavik con un goal in spaccata di Edvaldsson al 56′. Al ritorno, i biancorossi riportano subito in equlibrio grazie ad un autorete di Baldursson sugli sviluppi di un corner. Prima dell’intervallo, è un giovane ventiduenne liberiano, George Weah a inventarsi un eurogoal dalla trequarti e a portare il Monaco agli ottavi di finale.
Al turno successivo, la squadra guidata da Arsène Wenger pesca il Bruges e l’andata in terra belga è il remake di quanto visto in Islanda, con una sconfitta di misura che porta la firma di M’Buyu, bravo a saltare Ettori e a depoistare nella porta sguarnita. Il return-match si annuncia difficile per i monegaschi contro una squadra che pochi mesi prima aveva raggiunto le semifinali di Coppa Uefa.
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Tuttavia, al Louis II, si assiste ad un monologo monegasco. Fofana al 5′ sblocca il risultato su una incertezza dei belgi, Sonor all’8′ svetta più alto di tutti per il raddoppio, poi tra il 24′ ed il 30′, i padroni di casa trovano altre tre volte la via del goal con Touré (doppietta) e ancora Fofana. Nel secondo tempo, Audoor realizza il goal della bandiera prima che un’irresistibile azione di Fofana permetta all’ivoriano di realizare il tris personale, chiudendo la sfida sul definitivo risultato di 6-1.
Le ultime due rimonte sono ben più recenti e coincidono con la straordinaria avventura nella Champions League 2003/2004. Reduce dal primo posto nel girone, il Monaco pesca la Lokomotiv Mosca agli ottavi di finale. L’avversario, sulla carta, è abbordabile ma nel freddo moscovita, l’undici di Deschamps rischia di compromettere il cammino europeo. Un gran goal di Izmailov alla mezz’ora porta avanti i russi che raddoppiano nel secondo tempo, al termine di una confusa azione, con Maminov. La Lokomotiv spreca la palla del 3-0 e Morientes la castiga al 70′ con un colpo di testa da distanza ravvicinata riaprendo i conti in vista del ritorno.
Al Louis II, le emozioni sono molteplici in una partita tesissima. Al 18′, il Monaco beneficia di un calcio di rigore che Prso si fa ribattere da Ovchinnikov. Passano cinque minuti e gli ospiti restano in dieci per l’espulsione (doppio giallo) di Loskov. Nonostante la superiorità numerica, il Monaco fatica e la porta russa sembra stregata. A spezzare l’incantesimo, è Prso che con un girata di sinistro non lascia scampo al portiere avversario e si fa perdonare l’errore dal dischetto. I tifosi biancorossi trattengono il fiato fino al termine e possono finalmente esultare quando arriva il triplice fischio finale.
Entrati nel top-8 europeo, i monegaschi non hanno più niente da perdere e il sorteggio del venerdì regala loro un accoppiamento di lusso contro il Real Madrid dei Galacticos. Al Bernabeu, i biancorossi scendono in campo senza nulla da perdere e, dopo aver resistito per quasi un tempo intero alle merengues, sbloccano addirittura il risultato con Squillaci. La ripresa, però, si apre con l’immediato pareggio di Helguera ed il Real Madrid, rinvigorito dalla rete, continua a spingere, realizzando ben tre reti tra il 70′ e l’81’ con Zidane, Figo e Ronaldo. La porta della qualificazione sembra chiudersi per il Monaco ma a metterci un piede, anzi la testa, è Morientes che tiene a galla i monegaschi. La rete dell’ex compagno non preoccupa eccessivamente i madridisti e Ronaldo, alla vigilia del return-match, annuncia di vedere la decima Champions League.
In campo, la strada intrapresa dalle merengues sembra quella giusta quando Raul sblocca il risultato, tuttavia allo scadere della prima frazione Giuly riapre l’incontro con un tiro dal limite deviato da un difensore. Al Monaco servano due goal ed uno arriva in apertura di ripresa con un gran colpo di testa di Morientes. La qualificazione è nuovamente in gioco e passa virtualmente dalla parte dei monegaschi quando Giuly (66′) inventa un colpo di tacco che trafigge Casillas. Gli ospiti sono alle corde e rischiano il tracollo, venendo salvati dal palo e dalla traversa. Il recupero appare infinito, il Real Madrid, però, non riesce più a impensierire Roma ed il Louis II può vivere la notte più emozionante della sua storia.
Ora tocca a Toulalan e compagni regalarne un’altra simile al pubblico monegasco.