Le pagelle di Manchester United-Manchester City: Mata e Fellaini dominano, disastro Clichy

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PAGELLE MANCHESTER UNITED-MANCHESTER CITY. Più di otto mesi sono serviti a Louis Van Gaal (voto 8) per prendere definitivamente possesso dell’Old Trafford. Ci voleva la rotonda vittoria del suo Manchester United nel derby col City per suggellare la crescita costante degli ultimi tre mesi. Un posto tra le prime tre era utopia a fine 2014, oggi il vantaggio sui cugini – quarti – è salito a quattro punti a sei partite dalla fine. Per un ciclo che probabilmente si apre ufficialmente oggi, anche se non verrà alzato alcun trofeo, un altro che si chiude: Pellegrini (4.5) saluterà l’altra sponda di Manchester dopo una Premier vinta ma parecchi passi falsi, soprattutto in Europa.

Se ad inizio stagione si imputava a Van Gaal soprattutto la velocità supersonica con cui alternava moduli e uomini, l’olandese ha piazzato lo sprint vincente in particolar modo grazie a tre suoi uomini, due dei quali tenuti anche a margine della prima squadra per diverso tempo. Fellaini (7.5) era ad un passo dalla cessione ad agosto: se è riuscito prima a conquistarsi spazio soprattutto grazie a qualche golletto pesante, ora è un giocatore che fa la differenza in mezzo al campo. Perfetto nella fase di raccordo tra attacco e centrocampo, sfogo offensivo ideale sui cross, aggressività e presenza in zona gol, come dimostra il 2-1 di testa: il belga è oggi a un livello anche maggiore dei migliori raggiunti con la maglia dell’Everton.

Juan Mata (7) ha sofferto in panchina anche più del compagno per larga parte della stagione: la doppietta di Liverpool resterà indelebile nella memoria dei tifosi dei red devils, oggi la conferma di uno splendido momento di forma è arrivata nel match più atteso dell’anno da queste parti: gol e una marea di giocate preziose che non valgono ai fini statistici ma che rubano eccome l’occhio. Il suo dirimpettaio, David Silva (5.5) ha cominciato forte con l’assist per Aguero, poi si è spento sovrastato dallo strapotere fisico dei centrali dello United. Un po’ come Jesus Navas (5), più effimero di una stella cometa.

Mancava l’altro uomo simbolo della rinascita del Manchester United: è Ashley Young (7.5), una freccia sulla sinistra. Qualità e quantità, oggi il gol dell’1-1 è soltanto la ciliegina di una prestazione a tutto campo, impreziosita anche dall’assist per il gol di Fellaini. Si è vista a tratti una differenza abissale sul piano del ritmo e dell’intensità: chi ha sofferto maggiormente è stato Yaya Touré (5), in una fase della stagione in cui risulta essere quasi un peso per i suoi. Non pervenuto in fase d’attacco, non è stato nemmeno una sponda decente per le giocate del compagno di reparto, Fernandinho (6), che ha corso tanto ma non l’ha vista nemmeno di striscio. 

Chi invece ha visto diverse volte passare il pallone dalle proprie parti è stato Gael Clichy (4.5). L’ex Arsenal si è fatto anticipare da Young, chiudendo la diagonale in ritardo, sull’1-1, responsabile anche sulla mancata chiusura sul 2-1. Un mezzo disastro. Il contrario di Valencia (6.5) suo dirimpettaio: l’ex Wigan è in forma fisica strepitosa, alcuni recuperi in velocità hanno meritato la standing ovation dell’Old Trafford. L’avrebbe meritata, come simbolo del “ponte” tra il vecchio Manchester United e quello che sta per nascere, anche Michael Carrick (7): se la mobilità, che non è comunque mai stata il suo forte, si è ulteriormente ridotta, gestisce come pochi in Premier il pallone e i ritmi di una partita. E della seconda giovinezza dell’ex Tottenham ne sta approfittando anche Ander Herrera (7.5), passato in poche settimane da oggetto misterioso e arma segreta nello scacchiere di Van Gaal.

L’arma tutt’altro che segreta del City è invece il Kun Aguero (6.5): l’argentino con una doppietta raggiunge quota 100 con la maglia dei citizens, peccato che stavolta contro i cugini non raccoglie anche i punti come accaduto praticamente sempre nel recente passato. Meno fioretto, più spada per Wayne Rooney (6): sgomita, scalcia, sbuffa, ma alla fine sfiora l’eurogol su punizione (bravo Hart, 6, incolpevole sui gol) e regala l’assist per il 3-1 a Mata. De Gea (6), invece si fa vedere più per le precise uscite sui contropiedi avversari.

Chiusura con i centrali, considerato che Falcao, Di Maria e Rojo non hanno inciso nei cambi, così come Nasri (5.5) che pure ha avuto qualche minuto in più. Jones e Smalling (6.5) hanno vissuto 20 minuti da incubo, ma entrambi sono stati trascinati dai compagni a dare qualcosa in più di quello che probabilmente hanno. Restano alcune ingenuità, restano i parecchi errori in disimpegno, ma per il futuro entrambi saranno utili alla causa del Manchester United. Chi sarà fondamentale per quella del City è capitan Kompany (4.5), ma il capitano probabilmente non vede l’ora che termini la stagione, visto il momento orribile che attraversa. Rischia l’espulsione l’ex Anderlecht, per un intervento assassino su Young, poi lascia il campo a Mangala (5) per infortunio: il giovane francese ha di certo stoffa, di certo può essere più utile dello spento Demichelis (5) ma anche oggi ha toppato, chiudendo di fatto un anno semi-disastroso.

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Sono Alfonso Alfano, 32 anni, della provincia di Salerno ma da anni vivo in Spagna, a Madrid. Appassionato di sport (calcio, tennis, basket e motori in particolare), di tecnologia, divoratore di libri, adoro scrivere e cimentarmi in nuove avventure. Conto su svariate e importanti esperienze sul Web.