Olanda-Spagna 2-0, né furie né tiki-taka: la triste roja di Del Bosque

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OLANDA-SPAGNA 2-0. A Madrid, oggi, scambierebbero ancora l’1-0 di Johannesburg firmato da Iniesta con l’1-5 del Mondiale in Brasile e lo 0-2 di stasera ad Amsterdam. Nessun dubbio. Ma, probabilmente, oggi la tristezza che alberga nei cuori dei tifosi spagnoli è peggio del senso di impotenza provato per decenni, pieni zeppi di sfortuna e incapacità ma anche di sogni. Il sogno è stato vissuto, il risveglio è più brusco del previsto. Nel giro di un anno, la nazionale di Del Bosque ha perso tutto quello che nella storia l’ha caratterizzata: troppo tecnica e altezzosa per essere di nuovo le “furie rosse”, una spanna sotto la nazionale che fu di Xavi e del miglior Iniesta per continuare a dominare col “tiki-taka”. Un ibrido che non piace, non entusiasma e perde.

Intendiamoci, gli standard rimarranno alti per anni. Ma il prestigio e l’aura di imbattibilità che hanno circondato la Spagna per più di un lustro sono stati persi pezzettino per pezzettino. Dopo il disastroso Mondiale, che per molti avrebbe già dovuto sancire la fine di Del Bosque da commissario tecnico, è arrivata la sconfitta ufficiale in Slovacchia, poi quelle in amichevole con Francia, Germania e stasera Olanda. Il tutto in un tourbillon di esordienti (alcuni dovuti e richiesti a grande voce, altri forse troppo prematuri) e rotazioni con minutaggi scientifici, stabiliti evidentemente dalle esigenze dei club d’appartenenza.

Non è stato, meglio ripeterlo, un disastro all’Amsterdam Arena. Ma si è avuta la conferma di quello che il Ranking Fifa dice da questo mese: la Spagna non è tra le prime dieci nazionali del pianeta. Due esordienti stasera, Juanmi (dall’inizio, al posto di Morata) e Vitolo, in porta la mossa più sensata, la titolarità di De Gea al posto del vituperato Casillas. Alla fine il solo Piqué era in campo nel giugno scorso quando l’Olanda di Van Persie abbatté con uno storico 5-1 i campioni del mondo in carica.

Non fece nulla di eccezionale l’Olanda quella sera, a dispetto del punteggio, non l’ha fatto stasera. Agli oranje, che zoppicano piuttosto vistosamente nel cammino verso Euro 2016, sono bastati due gol nel giro di tre minuti, tra il 10′ e il 12′ per portare a casa il match. Prima De Vrij, su cross al bacio di un frizzante Sneijder, brucia Piqué e Albiol, statici come i Bronzi di Riace, poi Klaassen ha tutto il tempo in piena area di rigore di calciare e ribadire in gol la respinta iniziale di un disperato De Gea. Improponibile l’atteggiamento di supponenza degli iberici.

A ciò si aggiunge la serata di grandissima vena del 21enne Depay, presente e futura stella del calcio europeo, e quella opposta di Pedro che, tra dribbling improbabili e gol mancati, conferma il pessimo momento che attraversa nella sua carriera. Pedrito dovrebbe considerare l’idea di lasciare il ruolo da comprimario al Barcellona per essere stella altrove. Ci ha provato la Spagna, a riaprire il match. Ci sono state anche occasioni: Fabregas (alla 95esima presenza per la prima volta capitano), Morata (vivace dopo il suo ingresso il centravanti della Juventus), Silva…ma gli ultimi 20 minuti non possono fungere da contentino per altri due mesi e mezzo, fino al prossimo impegno ufficiale. Del Bosque ha poco più di un anno per evitare che il sogno finisca per essere un incubo.

OLANDA-SPAGNA 2-0: 10′ De Vrij, 12′ Klaassen
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Sono Alfonso Alfano, 32 anni, della provincia di Salerno ma da anni vivo in Spagna, a Madrid. Appassionato di sport (calcio, tennis, basket e motori in particolare), di tecnologia, divoratore di libri, adoro scrivere e cimentarmi in nuove avventure. Conto su svariate e importanti esperienze sul Web.