GEORGIA-GERMANIA 0-2 – “Non conterà il punteggio ma solo i tre punti. E’ una gara assolutamente da vincere perchè siamo troppo indietro nel gruppo, sono convinto che ce la faremo”. Gli auspici e le previsioni di Joachim Low si sono concretizzati: vittoria doveva essere e vittoria è stata. Senza risultati pirotecnici. Non è il momento per l’accademia, il ct teutonico lo sa, come testimoniano le parole della vigilia – solo due vittorie nei primi quattro match erano un bottino deludente. I campioni del mondo hanno messo la terza ma ancora non basta. La trasferta georgiana si presentava ricca di insidie, in primis per il difficile momento attraversato dai campioni del Mondo testimoniato dalla deludente amichevole contro l’Australia (clicca QUI per la cronaca), parzialmente giustificato dagli esperimenti tattici, c’è pure un dato statistico che non fa ben sperare. La Germania infatti non centrava il successo in Georgia dal lontano 29 marzo del 1995, allora fu Klinsmann a risolvere la gara. Il tempo passa, il vecchio Jurgen nel frattempo ha guidato la Germania dalla panchina, il risultato però è lo stesso di allora.
La difesa a tre vista a Kaiserslautern nell’ultima uscita finisce in soffita come avevamo previsto, Low è stufo di fare l’alchimista e si affida alle certezze. Neuer; Rudy, Boateng, Hummels, Hector; Schweinsteiger, Kroos; Müller, Özil, Reus; Götze punto di riferimento in avanti. La Germania ha bisogno di vincere, ovvio dunque quale sia il canovaccio tattico: Georgia tutta dietro la linea della palla e ospiti che fanno la gara. La tattica di Tskhadadze però mostra subito delle falle, cinque giri di lancette e il tiro di Götze termina sulla traversa, complice il tocco di Loria. Occasioni a profusione in avvio, la mira di Müller è imprecisa di poco, quella di Reus invece è perfetta. Germania in vantaggo alla mezz’ora e adesso i muri sono caduti. Niente può però salvare la Georgia al minuto 39, quando Ozil porta palla e la dona a Müller, spietato in questa circostanza. I georgiani, compatti e generosi in avvio, alla distanza pagano gli sforzi e adesso per la Germania è una passeggiata di salute.
Ancora una traversa, quando l’orologio segna un’ora di gioco, Reus impatta bene (troppo bene) il suggerimento di Rudy dalla corsia destra. Nel secondo tempo la gara corre più pigra, è comprensibile considerato che i campioni del mondo hanno il vantaggio e che i padroni di casa sembrano aver completamente esaurito la benzina. Il triplice fischio del francese Turpin arriva quando al Boris Paichadze la partita è finita già da un pezzo (clicca QUI per gli highlights). I padroni di casa meritano comunque applausi perché hanno dato tutto, il guaio è che avevano poco da dare. La corsa che porta all’Europeo resta comunque complicata per la Germania, Scozia e Polonia sono clienti ostici. A un gruppo come quello di Low però non è concesso neppure aver paura. Vincere è traguardo, può diventare un destino. Occhio che non diventi una condanna.