Il Siviglia batte per la quarta volta stagionale il Villarreal ribadendo una superiorità non più discutibile: non staccava quattro biglietti vincenti contro lo stesso club nella stessa stagione dal poker rifilato al Deportivo La Coruña nel 2008/09. Finisce mestamente la miglior striscia vincente del Madrigal in massima serie dopo otto vittorie consecutive, i rojiblancos segnano per la quinta volta di seguito almeno due reti nel feudo amarillo. Questo, numeri alla mano, è il miglior Siviglia di sempre dopo ventotto giornate di Liga, grazie a ben diciassette vittorie e quattro pareggi che valgono 55 punti, uno in più del 2006/07 e 2008/09.
Continua col turn-over Marcelino per far rifiatare i titolari di coppa. Mancano comunque l’infortunato Victor Ruiz e lo squalificato Jaume Costa in difesa, al loro posto Bailly al fianco di Musacchio e Rukavina riadattato a sinistra; il lungodegente Bruno rimpiazzato da Tomás Pina con Jonathan dos Sanots preferito a Trigueros e Joel Campbell e Moi Gómez larghi; Giovani e Gerard Moreno in attacco. Unay Emery risponde con due soli cambi dalla sfida di tre giorni fa: c’è Coke terzino destro con Diogo Figueiras dirottato esterno alto, Mbia e Carriço continuano in mediana a causa della squalifica di Krychowiak, e torna titolare Bacca mentre sono confermati alle sue spalle Iborra e Vitolo.
La gara ricalca quanto già visto nella doppia sfida europea, specialmente in quella di andata in cui il Sottomarino giallo ha avuto piena padronanza del campo, ma con interpreti differenti. Stavolta Marcelino inverte le ali tenendo Joel Campbell a sinistra e Moi Gómez a destra. La tendenza del canterano ad accentrarsi conduce a due conseguenze tattiche da segnalare: portare un altro tiratore in lunetta, dove il Siviglia giovedì ha dimostrato di voler togliere la coperta corta, e lasciare maggiore ampiezza a Giovani, che ama giocare a destra, e a Mario, che ama salire. Proprio da lì arrivano i pericoli maggiori, e la cosa sembra funzionare perché, anche se il primo tempo resta inchiodato sul pareggio, il risultato ha rischiato di sbloccarsi in più di un’occasione.
Ma la partita del Siviglia non si smuove dal copione già visto: difesa solida e ripartenza veloce, efficacia massima. Dopo pochi minuti dalla ripresa Diogo Figueiras fende la difesa amarilla, libera di tacco Coke e il capitano rojiblanco batte Asenjo con un diagonale al millimetro. Il Sottomarino giallo si rimbocca le maniche, torna all’assalto, ma finisce per cadere nella solita trappola preparata da Unai Emery: si schiaccia sulla trequarti e, senza spazi, finisce per buttare il pallone con cross improbabili e pareggi che non filtrano. A un quarto d’ora dalla fine un altro contropiede ben orchestrato stronca le ginocchia al Villarreal, una volée di Vitolo sancisce la terza vittoria in pochi giorni negli scontri diretti, e la superiorità andalusa. Inutile il palo di Gerard Moreno nel finale.
Oltre all’incontestabile superiorità tattica del gioco volgare di Emery – che nelle due sfide al Madrigal ha raccolto un possesso palla tra il 30% e il 40% e 47 tiri subiti contro i 17 fatti, ma con un complessivo di 5 gol fatti e uno solo subito –, da oggi Marcelino non potrà più avere alibi. La sua tendenza a sbagliare gli incontri di cartello e a usare le riserve con scarsi esiti (oltre il pareggio del Benabéu, son arrivate delusioni in trasferta prestazioni rivedibili in casa) sono probabilmente i difetti più emersi in questo punto della stagione, e soprattutto ora che le posizioni di classifica sembrano cristallizzate è arrivato il momento di capire cosa si vuol fare di questo gruppo.