PAGELLE BORUSSIA DORTMUND-JUVENTUS. La serata più dolce della Juventus in Europa degli ultimi anni porta l’indelebile firma di Carlos Tevez (voto 8): l’Apache, come altri due grandi numeri 10 della storia bianconera – Baggio e Del Piero – è protagonista di una strepitosa vittoria a Dortmund. Tevez apre il match con un siluro da fermo che si insacca all’incrocio della porta difesa da Weidenfeller (5.5, se come sembra la Fiorentina punterà su di lui la prossima stagione non sarà propriamente un affare), poi serve l’assist del 2-0 a Morata e finisce in bellezza con la doppietta personale, ancora di potenza.
Uno show quello dell’argentino, così come quello ad inizio partita del sempre ammirevole pubblico del Westfalenstadion (7.5 per l’inizio, 4.5 per non aver saputo trascinare il Bvb quando serviva e per aver subito i cori dei tifosi bianconeri nella ripresa). Peccato che gli uomini di Klopp (5, la magia è finita da un po’; è ora di voltare pagina) abbiano toppato clamorosamente. Aubameyang (4.5) è stato chiuso nella morsa di Chiellini (7) e Bonucci (7.5), Reus (altro che spauracchio, voto 4.5) è stato vittima sacrificale di Vidal (6.5), partito con troppa foga ma bravo a controllarsi col passare dei minuti, non senza aver rischiato qualche sanzione disciplinare.
Assieme al cileno ha brillato Marchisio (7): il “principino” aveva già dimostrato durante la stagione di poter essere un più che dignitoso vice-Pirlo, stasera è andato anche oltre con un passaggio illuminante che di fatto ha originato lo 0-2. Invenzione dettata anche dalla disattenzione della difesa di casa: Hummels (5) e Subotic (4.5) si sono visti sbucare da tutti i lati le punte della Juve, confermando peraltro le pessime impressioni fornite a Torino. C’era una volta la coppia di centrali più ammirata in Europa. Nell’occasione dello 0-2, comunque, la colpa è di Blaszczykowski (4.5) che trotterella ai margini della linea difensiva e lascia in gioco Tevez. Non che Sokratis (5) abbia fatto molto meglio, anzi. Anche il greco sta vivendo una stagione che ne ha nettamente ridimensionato il valore.
Sulle fasce, tra l’altro, gli uomini di Allegri hanno saputo districarsi bene: se Lichtsteiner (6) è partito forte ma ha poi preferito di rimanere più guardingo, Evra (7) conferma di aver superato il periodo di adattamento e da semi-bidone ha saputo conquistarsi i galloni di titolare indiscutibile e leader nello spogliatoio. Mkhitaryan (4), per dire, è stato il peggiore in campo e provava a bazzicare dalle sue parti.
La vittoria rotonda è indubbiamente anche merito di Allegri (6.5): mezzo voto in meno perché forse col cambio modulo ha arretrato troppo il baricentro della sua Juventus negli unici dieci minuti di difficoltà del match, dopo l’infortunio di Pogba (6) e l’ingresso in campo di Barzagli (6). D’altronde in panchina non c’era un jolly come Pereyra (6.5) che, al contrario, ha resistito bene all’impatto di una sfida di così alto livello. Il tucumano è stato una spina nel fianco di Bender (5.5) e ha saputo anche disturbare Gundogan (6, non si può pretendere adesso di più dall’ex Norimberga) in fase di creazione di gioco. L’obiettivo era tra l’altro quello di sfruttare il dinamismo di Kampl (5.5), ma l’ex Salisburgo probabilmente manca di qualità per giocare da protagonista questo tipo di partite. Anonimo il primo tempo di Schmelzer (5.5) così come l’ingresso in campo di Ramos (5) che si fa vedere solo con un colpo di testa che non inganna Buffon (6, serata di ordinaria amministrazione; chi l’avrebbe mai detto).
Chiusura dedicata a Morata (6.5): al talentuoso centravanti della Juventus un voto “normale” sebbene si sia mosso con destrezza, sfruttando tecnica e fisico. Probabilmente è stato più lui un problema per la difesa di casa che Tevez, ma sul giudizio finale pesano i due gol falliti quando il punteggio era ancora sullo 0-1 e la qualificazione in bilico. L’età gioca a suo favore, l’ex Real Madrid dà comunque l’impressione di crescere partita dopo partita: il posto da titolare è suo, può essere la carta vincente nel cammino di Champions League della Juventus che, quest’anno, prosegue almeno fino ai quarti.
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