Borussia-Juventus 0-3 – Vecchia Signora, per te il sogno continua

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BORUSSIA-JUVENTUS 0-3 – Baggio, Del Piero e, ora, Carlitos Tevez. Il Westfalen Stadion si conferma un talismano magico per i bianconeri, che scrivono un’altra pagina della propria storia in quello che è, a tutti gli effetti, lo stadio più caldo d’Europa. E il protagonista, come avvenne nel passato, è sempre colui che veste la maglia numero dieci: ieri il Divin Codino e Pinturicchio, oggi l’Apache. Un Tevez finalmente strepitoso anche in Champions, in una serata di fondamentale importanza per la storia del club piemontese. Un assist, due gol, grande spirito di abnegazione e un’incrollabile voglia di non mollare mai. In una parola sola, trascinatore. Di qualità, aggiungiamo noi. Gli applausi, però, vanno anche a Massimiliano Allegri, bravo ad annullare tutte le fonti di gioco avversarie e a non dar spazio per vie centrali al BvB, costretto ad allargare il gioco sulla fasce, dove i bianconeri hanno sempre raddoppiato agevolmente annullando gli spenti esterni locali. Vittoria, quindi, meritatissima. E il sogno con le grandi orecchie, cara Vecchia Signora, continua.

La serata di Dortmund nasce subito sotto una buona stella per la Juventus di Allegri: Tevez raccoglie palla sui 25 metri, stoppa e lascia partire una fantastica sassata che coglie impreparato Weidenfeller, sorpreso dalla straordinario gesto tecnico dell’Apache. Il Borussia accussa il colpo, nonostante il tifo incessante del Westfalen, pronto a sostenere i propri beniamini fino alla morte. La Juventus lascia in mano il pallino del gioco ai locali, incapaci, però, di creare seri pericoli alla porta difesa da Buffon. A creare grattacapi, invece, sono ancora i bianconeri con Lichsteiner, che costringe Weidenfeller ad una difficile respinta con i pugni.

Col passare dei minuti, il Borussia stazione sempre più nella metà campo italiana, ma il giro palla è sterile e non produce alcuna palla-gol. Al giro di boa del primo tempo, l’episodio che, potenzialmente, potrebbe far pendere la bilancia in favore degli schwarzgelben: Pogba si fa male ed è costretto a lasciare il campo in favore di Barzagli; la Juventus, conseguentemente, passa dal 4-3-1-2 al 3-5-2. Il cambio di modulo comporta un momento di sbandamento in casa bianconera, che soffre il maggiore dinamismo dei locali. Ma di grattacapi alla porta di Buffon, neppure l’ombra. Passata la “buriana”, durata all’incirca sette minuti, la squadra di Allegri si assesta e non concede nulla agli avversari, di fatto impalpabili negli ultimi sedici metri.

La ripresa prende avvio con una novità in casa giallonera: fuori Schmelzer, dentro Kirch, con conseguente spostamento di Sokratis sulla fascia mancina. Allegri non cambia nulla. E il campo, gli dà immediatamente ragione. La Vecchia Signora scende in campo concentrata, attenta, aggressiva e mette in grande difficoltà il BvB. Dopo solo cinque giri di lancette, Morata fallisce a tu per tu con Weindefeller e vanifica il grande spunto di Tevez, capace di saltare tre avversari prima di servire il compagno di squadra spagnolo. La partita entra nel vivo: Barzagli compie un intervento miracoloso su Mkhitaryan ed evita che l’armeno si involi verso la porta difesa da Buffon; Morata, poco dopo, costringe nuovamente Weidenfeller agli straordinari. Il Borussia resta comunque impalpabile. Il primo tiro in porta dei gialloneri occorre soltanto al sessantatreesimo, ma il tiro di Kampl è facile preda di Buffon. Klopp si gioca il tutto per tutto e passa al 4-2-4: fuori Mkhitaryan (peggiore in campo) e Bender, dentro Ramos e Kuba.

La doppia sostituzione, però, non sortisce gli effetti sperati. I gialloneri, infatti, producono un tiro dalla distanza di Subotic (fuori di poco) e poi si consegnano definitivamente ai piemontesi. Minuto numero settanta: Marchisio lancia in profondita Tevez, che parte in posizione regolare e serve un cioccolatino per Morata, bravo ad insaccare a porta sguarnita. 0-2. E’ fatta. Ma i Campioni d’Italia non sono ancora sazi. E a dieci dal termine, ben imbeccato da un ottimo assist di Pereyra, Tevez va ancora a segno e mette in ghiaccio il titolo di “man of match”. Nel finale, non accade nullo di significativo: la Juventus fa torello e si fa beffe dei vice-campioni teutonici, letteralmente demoliti dai campioni dello stivale, che, a due anni di distanza dall’ultima volta, accedono ai quarti di finale.