Atletico Madrid-Bayer Leverkusen 1-0 (4-2 dcr), Simeone avanti col brivido e con merito

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L’Atletico Madrid è nei quarti di finale di Champions League: i colchoneros sono riusciti a rimontare lo 0-1 subito all’andata in Germania, contro il Bayer Leverkusen, finendo per vincere con lo stesso punteggio al Vicente Calderon e primeggiare poi ai rigori. Un passaggio del turno soffertissimo per gli uomini di Simeone che, di certo, non si aspettavano di penare così tanto quando l’urna di Nyon riservò le “aspirine” come avversario negli ottavi. Sarà interessante capire se tra un mese l’Atletico avrà recuperato forma e gioco che, in questi ultimi due mesi, sono mancati agli uomini di Simeone, scivolati al quarto posto in campionato.

Anche se non brillante, comunque, la vittoria è meritata. Un peccato per il Leverkusen che, nei primi 45 minuti, aveva dato la netta sensazione di poter far malissimo in contropiede. I tedeschi, però, col passare dei minuti si sono sciolti di fronte alla pressione dell’Atletico e del Calderon, finendo per scegliere di vivacchiare per arrivare ai rigori. Tirati come peggio non si poteva. Schmidt avrà molto da rimproverarsi: questo Atletico era più che abbordabile, il Bayer poteva davvero compiere l’impresa.

Simeone, con la solita buona stella che da sempre lo accompagna – eccezion fatta per la finale Champions 2014 a Lisbona – passa così il turno grazie a un gol di Mario Suarez con deviazione decisiva di Toprak e soprattutto dopo aver limitato i danni nell’andata in Germania, quando il passivo poteva essere più pesante per gli spagnoli. Griezmann si conferma come l’uomo in più di questa squadra, Mandzukic alterna lotta, sacrificio e giocate sopraffine a errori piuttosto clamorosi e cali di tensione inspiegabili.

Il cholo è stato il gran protagonista del match, anche prima del fischio d’inizio: Cani al posto di Gabi (prima da titolare in assoluto con la maglia dell’Atletico per l’ex Villarreal) è la mossa che non ti aspetti. Non da meno Schmidt che conferma Drmic dopo la doppietta con lo Stoccarda e relega ancora in panchina Kiessling. Povero Kiessling, dopo scoprirete il perché.

Così, dopo l’inizio a tutta birra dei vice-campioni d’Europa spinti dai caldissimi 55mila del Calderon, il Leverkusen comincia a ripartire in contropiede con velocità e tecnica che da queste parti non si vedono spesso. Bellarabi, Son, Drmic, Çalhanoğlu sembrano tutti in buona serata. Bellarabi, in particolare, ha la prima occasione vera della partita ma calcia a lato, dal limite, dopo un pregevole spunto personale. L’Atletico va a folate, ma la partita è nervosa e di calcio se ne vede pochino. E’ complice anche l’arbitraggio di Rizzoli che, tentando di tenere tutti e tutto sotto controllo, finisce per fischiare di tutto, spezzettando continuamente la partita. Griezmann è quasi più centravanti di Mandzukic, il croato si muove tantissimo. Poco convincente la mossa Cani, Juanfran dal suo canto offre sempre il suo contributo in attacco ma stasera il terzino non è ispirato.

Il gol arriva alla mezz’ora, dai piedi di chi non te l’aspetti. E parliamo di due giocatori. Sugli sviluppi di un corner, la palla schizza al limite a Mario Suarez che calcia di prima: il pallone è centrale, Leno potrebbe bloccare senza problemi, ma Toprak decide di metterci la zampa e infila nella sua porta. Il Calderon è infuocato, il Leverkusen fa fatica ad arrivare all’intervallo indenne, ma tutto sommato tiene bene l’onda d’urto dei padroni di casa. Eccezion fatta per un’occasionissima concessa a Mandzukic: l’ex Bayern è lanciato in profondità da Arda Turan ma, a tu per tu col portiere avversario, temporeggia troppo e si fa rimontare da Wendell.

Raul Garcia per Cani (in precedenza Moyà aveva lasciato il posto a Oblak per un infortunio muscolare) è la mossa del cholo all’intervallo. L’Atletico cresce d’intensità e anche sotto il profilo del gioco. Il Leverkusen scompare dal campo, Bellarabi spreca un buon contropiede con un tiraccio dai 35 metri, i tedeschi riescono a combinare poco e niente anche dopo l’ingresso di Kiessling per Drmic. Il momento migliore dei padroni di casa arriva tra il 70′ e l’80’: Arda Turan conclude di piatto, al volo, a lato, poi un suo tacco (dopo un grande spunto di Griezmann sulla sinistra) non è “capito” da Mandzukic. Leno poi ci mette i guantoni su un altro diagonale del turco, il gol è nell’aria ma il Bayer resiste. Quando all’84’ entra Torres per un acciaccato Mandzukic il pubblico si rianima: sogna il gol decisivo del figliol prodigo, in un certo senso arriverà.

L’ex Milan si dà da fare, è il più attivo durante i supplementari. Sgomita, scatta, protesta, ci prova in tutti i modi: pregevole un colpo di testa in tuffo a pochi minuti dal 120′, Leno riesce a intuire. I supplementari scivolano via veloci, tra qualche gomitata di troppo di Spahic e soci, una conclusione dai 30 metri di Rolfes che mette i brividi a un già infreddolito Calderon e un potente destro di Raul Garcia deviato dal numero uno tedesco in angolo. Simeone è una molla, i suoi non hanno però la sua stessa energia. Si va ai rigori.

E la statistica non tradisce: il primo a fallire, vince. Raul Garcia tira altissimo il suo rigore, non sarà però il peggiore. Çalhanoğlu calcia un penalty ridicolo, centrale e lento, che Oblak quasi stoppa di piede. Gli errori decisivi saranno poi quelli di Toplak, ancora lui, e soprattutto Kiessling, al quinto ed ultimo rigore: entrambi imitano Raul Garcia e calciano alle stelle. Passa l’Atletico, Kiessling in lacrime è consolato perfino da Oblak. Sarà per la prossima volta, se ci sarà una prossima volta.

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Sono Alfonso Alfano, 32 anni, della provincia di Salerno ma da anni vivo in Spagna, a Madrid. Appassionato di sport (calcio, tennis, basket e motori in particolare), di tecnologia, divoratore di libri, adoro scrivere e cimentarmi in nuove avventure. Conto su svariate e importanti esperienze sul Web.