Lo Spartak è a quota 29 punti, la panchina di Yakin inizia a traballare. La Dinamo è reduce dalla brutta prova del San Paolo in Europa League, è terza in classifica e non può commettere passi falsi dopo il successo di ieri del CSKA Mosca. Le due difese, che spesso hanno dimostrato di essere tutt’altro che solide, e due attacchi sulla carta interessanti dovrebbero garantire spettacolo.
LE FORMAZIONI – Stanislav Cherchesov sa dell’importanza di questa gara, ancor più del ritorno di giovedì contro il Napoli alla Khimki Arena. Ecco, quindi, scendere in campo quella che è pressoché la formazione tipo: Gabulov tra i pali; linea difensiva a quattro con Buttner e Kozlov sugli esterni, in mezzo i due colossi Douglas e Samba. In mediana, con Denisov ancora ai box, agiscono Yusupov e Vainqueur. Linea di trequartisti con Ionov, Valbuena e Zhirkov, a supportare Kuranyi. Solo panchina per Kokorin. Yakin risponde con un sorprendente 5-4-1: davanti a capitan Rebrov, folta retroguardia con Parshivlyuk e Kombarov larghi, il trio Tasci-Insaurralde-Joao Carlos in mezzo. In mediana sugli esterni due contropiedisti come Promes e Ebert, mentre al centro ci si affida alla quantità di Glushakov e alla qualità (per la verità ancora inespressa) di Ananidze. In attacco la scelta – sulla carta – più folle: panchina per Movsisyan, gioca il diciannovenne Davydov.
PARTITA FRIZZANTE – E proprio la scelta di Davydov si rivela azzeccata per Yakin, con il ragazzo che si danna l’anima sin dai primi minuti, pressando altissimo e cercando di riconquistare palla il prima possibile e far correre i compagni. La Dinamo, invece, gestisce il pallone – per la verità sterilmente – cercando di attivare Valbuena, oggi regista avanzato della squadra. Dopo una prima fase di studio, all’8′ arriva la prima occasione della gara: flipper in area biancorossa propiziato da un’uscita errata di Rebrov, la sfera arriva sui piedi del folletto ex Olympique Marseille che calcia alto.
Le azioni però sono rare, e così gli ospiti provano a sfruttare il loro punto di forza: i calci piazzati. All’11 Samba svetta di testa sugli sviluppi di un calcio di punizione: Douglas manca l’appuntamento con la sfera e permette a Rebrov di smanacciare. Il portiere dei padroni di casa è decisivo anche al 23′: sugli sviluppi di un corner nessuno marca Kuranyi, che è libero di colpire di testa: Rebrov, con un grande riflesso, devia sopra la traversa. La prima chance dei biancorossi arriva tre minuti dopo: Ananidze calcia dai venti metri, ma senza inquadrare la porta. Pericolo scampato, e Dinamo ancora pericolosa: al 33′ malinteso Tasci-Rebrov, il tedesco rischia l’autorete ma sulla linea salva Glushakov; al 44′ cross di Ionov, Kuranyi anticipa un distratto Tasci, ma Rebrov blocca nuovamente a terra.
DOUGLAS, CHE DISGRAZIA! – Chiusosi sullo 0-0 un frizzante primo tempo, la ripresa si apre su ritmi più bassi. Allora al 57′ Cherchesov prova a cambiare qualcosa: fuori Ionov, dentro Kokorin. L’obiettivo è segnare. Ed invece a farlo è lo Spartak: cross innocuo di Parshivlyuk, Douglas goffamente si abbassa, la palla gli sbatte sulla schiena e si impenna, battendo l’incolpevole Gabulov. L’1-0 biancorosso nasce così. La Dinamo non reagisce, o meglio, lo fa con l’ennesima punizione su cui arriva Kuranyi ma che trova l’ennesima parata di Rebrov.
Il tempo passa, di occasioni non ce ne sono per i poliziotti, che anzi rischiano di capitolare: all’83’ ci prova Ebert dalla distanza: Gabulov e immobile ma la palla esce di un nulla; poco dopo, ennesimo contropiede che si chiude con un diagonale di Promes a lato di un soffio. Ma l’occasione più importante è nel primo minuto di recupero: Promes entra in area e spara su Gabulov; sulla ribattuta, l’ex ala del Twente serve a rimorchio Movsisyan che calcia a porta sguarnita. Samba smorza la conclusione, Buttner salva sulla linea. Negli ultimi secondi Douglas potrebbe farsi perdonare, ma il suo colpo di testa è facile preda di Rebrov. Finisce 1-0, con la sciarpata finale dei tifosi dello Spartak che tornano a sorridere.
IL MIGLIORE: Zhano Ananidze (Spartak) – Premiamo il ragazzo georgiano. Corre tanto, insieme a Davydov dà vivacità ad un attacco che ultimamente risultava troppo statico. E’ il primo a portare il pressing sui difensori avversari, ma anche a ripiegare in difesa non appena ce n’è bisogno. Tuttocampista.
IL PEGGIORE: Douglas (Dinamo) – Ha la sfortuna di realizzare un autogoal da “Mai dire goal” che gli costa la palma del peggiore in campo, visto che risulta decisivo nell’economia finale. Sempre saltato, avrebbe anche due chance nell’area avversaria, ma prima non arriva sulla sfera, poi, al 94′, vanifica l’ultimo assalto dei suoi consegnando al portiere avversario il pallone. Goffo e (Di)sgraziato.
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