È senz’altro una delle peggiori notti europee del Madrigal, un cinico Siviglia espugna il feudo amarillo, inviolato in Europa League dal 2009, ipotecando il passaggio del turno. Il Villarreal non aveva mai subito tre reti in casa in questa competizione, e nei due unici precedenti internazionali figurava perfino una vittoria (il 6-3 all’Aalborg). Il Siviglia conquista una vittoria storica: per rivedere uno scarto così ampio in un derby spagnolo in una trasferta europea bisogna tornare a un Saragozza-Barcellona 2-4 del ’66. I libri di statistica dicono che, da quando esiste la regola delle reti in trasferta, solo tre squadre in Europa hanno recuperato una sconfitta interna per uno a tre su 176 precedenti, vale a dire solo l’1,7%. Anche se in uno scontro diretto di Copa del Rey nel 2004 il Villarreal andò vicino all’impresa vincendo 0-2 al Sanchez-Pizjuán nel match di ritorno.
Marcelino, alle prese con varie assenze, riesce a recuperare Bailly ma non Victor Ruiz al fianco di Musacchio, a centrocampo con Tomás Pina squalificato e Bruno lungodegente, Jonathan dos Santos si sposta in regia con Trigueros, al suo posto Moi Gómez a destra e Chéryshev a sinistra, in attacco la solita coppia Vietto-Uche. Unai Emery deve invece rinunciare agli infortunati Beto e Iago Aspas: il suo 4-2-3-1 è retto dalla mediana M’Bia-Krychowiak, con Aleix Vidal, Iborra e Vitolo a inventare dietro Gameiro, solo panchina per Bacca. E ai campioni in carica bastano appena quattordici secondi per portarsi avanti (non è un caso se Jonas del Valencia nel 2011 segnò in Champions League dopo undici secondi, sotto la guida sempre di Emery). Pronti e via: lancio per Gameiro che imbuca al centro per Vitolo, lo spagnolo si libera di Bailly e batte agevolmente Asenjo. Proprio come contro il Barcellona in Copa del Rey i padroni di casa peccano di superficialità nell’approccio al match e vengono subito puniti.
La reazione è però imminente: al primo pallone giocato il Villarreal innesca il contropiede con Uche che trova Vietto al centro e l’argentino centra in pieno la traversa. Sono passati nemmeno cento secondi e già si ha un quadro perfetto del match: due squadre competitive, intense e verticali i cui valori in campo sono spostati da un ago che oscilla verso chi ha maggior cura dei dettagli. Il Sottomarino giallo tiene comunque il campo in maniera egregia impostando una partita su una circolazione rapida e una manovra avvolgente, ma il Siviglia non lascia neanche un centimetro scoperto impedendo di prendersi rischi, riesce invece a raddoppiare. Nel miglior momento dei castellonensi arriva il raddoppio (viziato da fuorigioco) di M’Bia che sovrasta Jaume Costa sul traversone di Gameiro e annichilisce il Madrigal. Ma non è tutto perché nel finale della prima parte, sull’ennesima salita sbagliata dalla difesa amarilla, gli andalusi sfiorano il gol-eliminazione con Aleix Vidal che spacca l’incrocio dei pali.
Nella ripresa il Submarino amarillo torna in campo con la rabbia di chi vuole rimettere apposto le cose e dopo un paio di minuti Vietto riapre i giochi con una rete (la ventesima stagionale per lui), convalidata dopo un lungo conciliabolo tra Orsato, Mazzoleni e l’arbitro di porta sulla posizione inattiva di Trigueros. Ma è un fuoco di paglia. Basta poco agli ospiti per rimettere le distanze da palla inattiva: sponda per Gameiro che, lasciato colpevolmente solo in mezzo all’area, gira il pallone in rete con estrema facilità. Di fatto la gara si chiude qui. Il secondo tempo seguirà il copione del primo col Villarreal a tenere il possesso del pallone (a fine gara sarà 70%, 24 tiri a 8, 10 corner a 1, il triplo dei passaggi) senza trovare però il modo di scardinare la scatola di Unai Emery. Al 53’ verrà inoltre allontanato Marcelino, mentre le ammonizioni di Krychowiak e Jaume Costa costringeranno i due diffidati a saltare il ritorno.
Alla fine dei conti la manovra amarilla si è dimostrata più sterile del solito, le offensive sono arrivate solo dalla fascia sinistra sull’asse Costa-Chéryshev, senza alternative percorribili, tanto da esser costretti persino a un’inutile serie di cross, contro una squadra che ha fatto dei centimetri l’arma in più per vincere il match. In fase difensiva il Villarreal, privo dei due mediani Bruno e Pina, ha rischiato due registi rimanendo senza alcun filtro alle ripartenze andaluse, e dimostrando gli stessi problemi imbarazzanti mostrati contro squadre che hanno contropiedisti di livello come Barcellona o Valencia, nell’applicare la trappola del fuorigioco. Unai Emery ha dimostrato quanto sia inutile puntare alla supremazia territoriale se poi non si hanno le armi per rendersi pericolosi, e in fin dei conti, chi vince ha sempre ragione.