312° derby viennese all’Austria Vienna che vince in rimonta sul Rapid per 2 a 1; seconda vittoria della stracittadina consecutiva per i “violetti” (nell’altro match stagionale pareggio 2-2) vendicandosi in parte del pessimo “score” della scorsa stagione dove perse 3 derby su 4. Ringrazia il Salisburgo che rimane a +9 sul Rapid, Austria ora a tre punti dal quarto posto che vale un posto nei preliminari di Europa League.
L’Austria si presentava in una posizione di classifica deficitaria (settima posizione ma nella prima parte di stagione è rimasta a lungo anche più in basso) e reduce da due brutte sconfitte in trasferta e da sole due vittorie negli ultimi 7 turni. Rapid secondo in Bundesliga dopo l’accelerata nel nuovo anno, 3 vittorie e un pari, e con la speranza di riaprire il campionato. Baumgartner senza il terzino destro danese Larsen (infortunato, c’è Ramsebner al suo posto), sulla trequarti ci sono Royer, Grunwald e Meilinger a supporto di Gorgon. Nel Rapid (ancora senza Behrendt e Dibon) torna titolare terzino sinistro Schrammel così come in mediana il greco Petsos (Grahovac in panchina); anche in attacco tornano dal primo minuto Kainz, il 34enne tedesco Hoffmann (450esima presenza in biancoverde) e il bomber sloveno Beric (reduce dalla terza squalifica stagionale) ad affiancare il ventenne Schaub. Opportunità importante per entrambe: i violetti per rilanciarsi in zona coppe, i biancoverdi per approfittare del clamoroso ko interno della capolista Salisburgo (0-1 con la sorprendente neopromossa Altach) e andare a -6 dai Tori Rossi riaprendo il campionato.
Al 10° primo pericolo: cross dalla sinistra di Schrammel e conclusione al volo da posizione ravvicinata ma in maniera scoordinata di Schaub con palla che tocca terra e va a morire sull’esterno del palo e poi sul fondo. I violetti rispondono con un mancino dal limite dell’area del numero dieci Grunwald ma troppo debole e parato facile da Novota. Vantaggio Rapid che spezza l’equilibrio con un episodio fortuito, erroraccio dell’esterno De Paula che, pressato da Schaub, cincischia in area e si fa rubare palla da Steffen Hofmann che insacca con un destro a giro sul secondo palo. Fiutata l’inerzia sfavorevole mister Baumgartner toglie già alla mezz’ora il 20enne mediano Serbest per inserire un altro uomo d’attacco come il trequartista mancino Holzhauser che, appena entrato, si inventa un tiro-cross dalla sinistra che stava per infilarsi nel sette se non fosse intervenuto Novota (nell’occasione il portiere biancoverde si schianta contro il palo rimanendo a terra per qualche secondo).
Il Rapid mantiene comunque il dominio e sfiora il raddoppio con un destro da fuori area di Schrammel che aveva ricevuto palla sugli sviluppi di una punizione di Steffen Hofmann. La prima frazione si chiude con un gran destro di Kainz da fuori area che Lidner toglie dal sette con un gran volo. Anzi no, perchè a recupero scaduto (4 minuti oltre il 45°) l’Austria, fin lì autore di poche azioni offensive e di molti errori in impostazione, perviene al pareggio: punizione dalla sinistra di Suttner, deviazione di Sonnleitner respinta da Novota e pronto tap-in di Rotpuller (primo gol da professionista per il centrale difensivo 23enne).
Nella ripresa riparte forte il Rapid, protagonista sopra tutti l’esterno Kainz che impegna un paio di volte Lindner. Si gioca ad un ritmo forsennato che aiuta l’Austria, spinto dal pubblico di casa, a costruire qualche occasione da gol (ci provano Meilinger e De Paula) ma nulla di clamoroso fin quando non sale in cattedra Holzhauser (senza dubbio il migliore dei suoi) prima con una punizione alta di poco sulla traversa e poi (al 67°) con un sinistro potente e preciso al volo da fuori area che impegna Novota in una difficile deviazione in angolo. Poco dopo il terzino violetto Ramsebner si becca il secondo giallo e viene espulso; pochi secondi dopo il Rapid sfiora ancora il vantaggio: discesa sulla destra di Pavelic che dal fondo mette al centro dell’area dove il neoentrato 21enne Schobesberger calcia alto di poco sulla traversa da ottima posizione. Il Rapid, nonostante la superiorità numerica, non attacca più con convinzione e viene punito all’84°: punizione dalla sinistra del solito Holzhauser e il gigante macedone Sikov sovrasta Pavelic e incorna di testa il gol del vantaggio definitivo.