Se c’è una certezza per la prossima stagione è che il tecnico Norbert Düwel (o chi eventualmente prenderà il suo posto) dovrà lavorare sull’aspetto mentale della squadra, alzando sensibilmente l’asticella della concentrazione. Con la partita di Lipsia, è salito a 17 il numero di incontri nei quali l’Union Berlin è passato in svantaggio per primo. Un numero impressionante se lo si lega ad altre due osservazioni: 17 volte su 23 match disputati e soprattutto, tra queste partite, in sole cinque occasioni, l’Eisern è riuscito a ribaltare il risultato, arrivando ad una vittoria. Giocare sistematicamente con l’handicap di un gol, quindi, significa abbandonare già dopo pochi minuti possibili sogni di gloria. Contro l’RB Leipzig, la squadra ha fatto anche peggio, subendo due reti nei primi sette minuti.
L’allenatore ha schierato un 4-2-3-1 con Brandy al posto di Quiring come esterno destro e con il capocannoniere Polter tornato regolarmente in attacco dopo il turno di squalifica. Come detto l’avvio alla Red Bull Arena di Lipsia è stato scoppiettante: già al terzo minuto di gioco, Kaiser ha portato in vantaggio i padroni di casa, trasformando un rigore concesso dall’arbitro Peter Gagelmann per fallo goffo di Parensen su Damari. I Rotten Bullen (i Tori rossi) hanno approfittato dell’amnesia dell’Union e dopo altri quattro minuti, hanno raddoppiato. E’ ancora l’attaccante Damari a sfuggire sulla fascia sinistra, palla precisa in mezzo dove si fionda l’esterno Kimmich che trafigge in scivolata Haas per la seconda volta.
L’avvio, però, ricorda molto le classiche partite di fine stagione, dove a destini già segnati, provano a segnare tutti, da tutte le parti del campo. Così, dopo nemmeno 60 secondi, il capitano Kreilach è lucidissimo a vedere una voragine nella difesa dell’RB Leipzig e a servire con un filtrante rasoterra Skrzybski che, con molta freddezza, è entrato in area e ha fatto passare la palla sotto le gambe del terzino Teigl per la rete che avrebbe riaperto i giochi.
Avrebbe, per l’appunto. Perché c’è quel dato statistico che è lì a pesare sulle spalle degli ospiti: passati in svantaggio, difficilmente si ribalta il risultato. E mentre si accarezzava l’idea di una possibile rimonta, ecco puntualmente la doccia fredda. Dopo nemmeno altri cinque giri di lancetta lunga, il terzino Schönheim, il migliore la settimana scorsa nella vittoria contro l’Heidenheim, non si accorge dell’inserimento del suo omologo Teigl che, tutto solo in area, segna per la terza volta. Siamo solo al 13’ e sembra già tutto scritto, compromesso. Sebastian Polter, che ha le stimmate del buon centravanti, fa a sportellate per guadagnarsi spazio e, così, alla mezz’ora, segna il suo nono centro stagionale, riaccendendo uno flebile speranza. I padroni di casa perdono contatto con la realtà e l’Union Berlin potrebbe pareggiare già nel primo tempo in due occasioni.
Ma in realtà sono stati gli ultimi sussulti di una partita divertentissima (a tratti tragicomica) che si è giocata solo per i primi 45’. Se c’è stato, infatti, un secondo tempo, noi non ce ne siamo accorti. Per l’Union, una sconfitta che fa poco male alla classifica, ma che conferma l’impossibilità di invertire la rotta in trasferta, dopo la sconfitta a Düsseldorf con sui si era concluso il 2014 e quella di Norimberga.
Il bello della domenica si è, però, giocato alle 11, a pochi metri di distanza dalla Red Bull Arena: nello storico Alfred-Kunze-Sportpark, infatti, si è disputata “die Traditionsspiel” tra BSG Chemie e vecchie glorie dell’Union Berlin. Davanti ad addirittura più di 4mila supporter gemellati, il match di beneficenza è finito 0-0, ma c’erano abbastanza fumogeni, cori, striscione e bandiere per rendere l’atmosfera unica.
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