L’Inter passa il turno ma è stato tutto più difficile del previsto. Nonostante l’uomo in più per 70 minuti, i nerazzurri hanno dovuto soffrire fino all’88esimo prima di poter festeggiare e tirare un sospiro di sollievo.
Vince la squadra più forte, quella più attrezzata e che meritava di passare il turno dopo i 180 minuti di andata e ritorno. Il Celtic non ha mai mollato ma non si é mai reso tanto pericoloso da poter far pensare ad un epilogo diverso.
Per questo match di ritorno l’Inter ritrova D’Ambrosio dopo un mese dall’infortunio, a centrocampo chance per Hernanes e in attacco il super tridente Shaqiri-Palacio-Icardi. Delay schiera la stessa formazione della partita d’andata, eccezion fatta per Guidetti che viene premiato con la maglia da titolare dopo il gran gol di 7 giorni fa a Glasgow.
La squadra di Mancini parte forte e lo dimostra creando il primo pericolo dopo appena 12 secondi di match con Icardi, ma il brivido vero arriva sponda Celtic con Mackay-Steven che al 6′ minuto si trova a tu per tu con Carrizo, il portiere argentino chiude ogni spiraglio e respinge.
La reazione dei nerazzurri non tarda ad arrivare e due minuti più tardi Guarin ci prova con un tiro a giro da fuori che finisce di poco a lato. Al 18′ un tiro cross di Santon per poco non trova una deviazione che sarebbe potuta essere decisiva, c’erano ben due interisti soli davanti al portiere che non dovevano fare altro che spingerla in rete.
Partita molto confusa, poche azioni e tanti appoggi sbagliati. L’inter gioca molto alta, il Celtic attende e prova a ripartire in contropiede.
La svolta, però, arriva al minuto 35: Van Dijk commette un’ingenuità e si becca il secondo giallo, rosso e ora Delay é costretto a rivoluzionare la squadra, una squadra che finora era stata quadrata e solida. Esce un buonissimo Mackay-Steven ed entra il difensore Ambrose.
L’Inter approfitta subito dell’uomo in più e nel giro di 5 minuti crea due pericoli su altrettanti calci piazzati con due colpi di testa che impensieriscono e non poco il portiere degli scozzesi.
Al 42′ ci prova anche D’Ambrosio, gran botta di sinistro e gran respinta di piede di Gordon.
Il duplice fischio é una liberazione per il Celtic apparso molto in affanno dopo l’inferiorità numerica. Delay ne può approfittare per risistemare squadra e idee.
Mancini dovrà provare il tutto per tutto per sbloccare la gara e contemporaneamente chiuderla il prima possibile. Cercando di rischiare il meno possibile, ovviamente.
Secondo tempo che inizia cosi come si era concluso il primo: al terzo minuto é subito Inter con Palacio che spreca una buonissima occasione calciando alto.
Al 7′ sala in cattedra il profeta Hernanes che conclude forte e angolato, Gordon risponde da grandissimo e 4 minuti più tardi deve ripetersi su Icardi che si era trovato solo davanti a lui dopo un bellissimo passaggio filtrante di Guarin. Ancora Inter, ancora Hernanes, che stavolta fa la barba al palo. Una sola squadra in campo, Shaqiri spreca di testa da ottima posizione, poi Guarin da fuori spara alto.
Mancini urla, vuole il gol della sicurezza, restare sullo 0-0 contro questo Celtic mai domo é un rischio da evitare assolutamente e si gioca la carta Kovacic.
Al minuto 81 c’é spazio anche per il primo tiro in porta degli scozzesi con Forrest, da 30 metri é davvero difficile pensare di poter impensierire Carrizo.
Eccolo, era nell’aria da 40 minuti, all’87’ arriva il gol della tranquillità: Guarin lascia partire un missile che finisce diretto sotto l’incrocio dei pali dove neanche il miglior Gordon può arrivarci.
Sospiro di sollievo per i tifosi di casa che già si preparavano ad un finale infuocato. Al triplice fischio sono solo applausi, da entrambe le tifoserie.
L’Inter di Mancini passa il turno seppur con qualche affanno di troppo, vittoria comunque meritatissima e iniezione di fiducia per il proseguo del torneo. Agli ottavi, però, servirà più concretezza.
Il Celtic si ferma ai sedicesimi, a testa altissima. I suoi tifosi, invece, passano il turno. I 3500 arrivati a Milano hanno colorato la città, tanti cori e nessun problema di ordine pubblico. Un bellissimo spot per il calcio, i tifosi del Feyenord sembrano lontani anni luce in quanto a scala evolutiva. Gli applausi sono anche, e soprattutto, per loro.