Grecia: il Governo impone un altro stop al calcio

Tutti i quotidiani sportivi, italici e non, hanno lanciato in giornata la notizia di uno stop al calcio in Grecia da parte del neonato Governo Tsipras per i continui episodi di violenza culminati nel pre e post Panathinaikos-Olympiakos. Ma perchè si è arrivati a questa decisione? In effetti c’erano stati altri episodi di violenza nel recente passato (ben più violenti, morì una persona negli scontri tra tifoserie avversarie nelle divisioni inferiori) ma la sospensione del campionato greco pare la definitiva ammissione dell’impossibilità del governo (in primis per i ben noti problemi finanziari) di garantire un’adeguata sicurezza pubblica (polizia) in occasione di grandi eventi sportivi. Il Governo ha infatti parlato di una riforma della sicurezza negli stadi (biglietti elettronici, telecamere, dispositivi tecnologici per la prevenzione della violenza insomma) che ci pare però impraticabile in poco tempo e nel corso di un campionato.

C’è da dire però che la miccia della già delicata “sfida eterna” tra verdi e biancorossi è stata accesa da un agente esterno: i tifosi del “Trifoglio” si sono infatti scatenati nel lancio di oggetti vari e fumogeni dopo l’apparizione in campo (nel tradizionale riscaldamento pre-partita) del presidente dell’Olympiakos Marinakis che si sarebbe avvicinato alla curva dei “verdi” che hanno reagito a questa “provocazione”. Questo nonostante la Federazione avesse raccomandato di evitare di palesarsi in campo come ha confermato il presidente del “Pana” Alafouzos: “Ero preoccupato quando ho saputo che il signor Marinakis sarebbe venuto perché è in grande conflitto con i nostri tifosi. Con la polizia avevano progettato già da giovedì un piano per celebrare la partita nel massimo della sicurezza. La mattina del match però mi è stato comunicato che il signor Marinakis ha espresso l’intenzione di sedersi sulla panchina della sua squadra. E’ lui il colpevole.” Oltre all’atteggiamento provocatorio di Marinakis censurabile anche quello del tecnico dei biancorossi Vitor Pereira, anche lui poco lucido nel rivolgersi più volte ai tifosi avversari, aizzandoli.

Un’esperienza terribile per gli stessi giocatori in campo, come ha dichiarato lo svedese Durmaz, attaccante dell’Olympiakos: “La peggiore esperienza della mia vita. E ‘stato il caos, quando andavo a battere i corner mi sono arrivati addosso non so quanti accendini, ci avrei potuto aprire un negozio dopo la partita! Io vengo dalla Turchia dove le tifoserie sono calde ma lì i tifosi cantano quando gli avversari fanno il riscaldamento, non lanciano certo petardi, razzi e fumogeni ai giocatori. Per quanto riguarda l’interruzione? Non so cosa dire, è strano perché ci sono già le leggi; ora soffrono tutti, invece di punire coloro che hanno fatto del male. Ora siamo tutti seduti ad aspettare una buona soluzione per il futuro“.

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(Ar)redattore per Tce dal marzo 2014, seguo in particolare i campionati dell'Est europeo come Polonia, Turchia e Grecia. Genovese, esterofilo, aspirante osservatore, sospirante milanista.
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