Cala il sipario sulla 24esima giornata della Liga BBVA con lo scontro salvezza tra il Levante e il Granada, due squadre che sono riuscite a vincere una sola volta nelle ultima cinque partite disputate e che hanno disperato bisogno dei tre punti. Punti che permetterebbero di prendere un piccolo margine di vantaggio a discapito delle dirette rivali nella lotta per non retrocedere. Per il Levante Nabil El Zhar e Pedro Lopez sono indisponibili per questo delicatissimo match. Non stanno messi meglio Abel Resino e i suoi che arrivano al Ciutat de Valencia privi di Emanuel Insua, Jhon Cordoba, Piti e Fran Rico. L’imperativo è uno solo: vietato pareggiare.
I Rojiblancos del Granada mostrano subito i progressi evidenziati nel pareggio interno della scorsa settimana contro l’Athletic Bilbao. Con il pressing alto riescono ad interrompere l’impostazione arretrata del Levante, le cui linee, va detto, appaiono comunque troppo distanti fra di loro. Ed è proprio da una palla recuperata a centrocampo dagli ospiti che l’undici di Resino passa in vantaggio. Punizione dai 30 metri scodellata da sinistra a destra in area a cercare la torre di El-Arabi, incornata e sfera che colpisce il braccio, largo, di Camarasa. Per l’arbitro Alfonso Alvarez non ci sono dubbi ed indica prontamente il dischetto del rigore. Proteste contenute per una decisione che, anche per i Blaugrana, pare sacrosanta. E’ l’11’ e il Granada passa in vantaggio con lo stesso Youseff El-Arabi che si incarica della battuta spiazzando Mariño. Ai Granotes serve una buona mezz’ora per riuscire ad imbastire gioco con una discreta continuità ma l’estremo difensore ospite “sporca” i guantoni solo per sventare, per di più in estrema tranquillità, alcuni traversoni di Xumetra e Morales dalla trequarti. Il Granada non soffre più del necessario coadiuvato dai tempi imposti dall’ottima prova di personalità in mezzo al campo di Javi Marquez.
Mister Lucas Alcaraz deve aver sicuramente detto qualche parolina ai suoi negli spogliatoi perché il Levante esce rinvigorito e propositivo sul rettangolo del Ciudad de Valencia. Demerito anche del Granada che arretra visibilmente il baricentro rintanandosi nella propria metà campo e affidandosi esclusivamente alle ripartenze di Lass Bangoura sulla fascia destra. Ruben Garcia e Jason per Morales e Xumetra sono le carte che si gioca al 55′ il tecnico di casa. Nonostante il forcing, i blaugrana continuano a non tirare verso lo specchio di Olazabal. Il “turning point” del match arriva al minuto 72 quando sale in cattedra chi non ti aspetti: l’arbitro Alfonso Alvarez, impeccabile fino a questo momento, estrae un quanto mai improbabile rosso ai danni dell’attaccante rojiblanco Colunga per un fallo, tattico sì, ma commesso a centrocampo e privo di violenza non necessaria. Incredulità sulla panchina ospite e popolo del Levante che spinge i proprio beniamini all’arrembaggio. L’occasione per chiudere la contesa però ce l’ha ancora El-Arabi che, servito al limite da Bangoura, entra in area e calcia di sinistro sul primo palo: sfera che esce di poco sulla destra.
Non bastasse il rosso a Colunga, il direttore di gara comanda altre due espulsioni proprio a El-Arabi e al centrale del Levante Ramis per un battibecco fra i due ma facilmente domabile con una “tarjeta amarilla” per entrambi. In nove contro dieci difendere ad oltranza risulta complicato e gli ultimi 8 minuti di gara ne sono l’emblema. Minuto 88, ultimo respiro per le rane di Valencia. Camarasa si vede piovere un pallone alto sopra la testa appostato sul vertice destro dell’area di porta, un attimo per farlo scendere e voleè sul palo lungo che muore a fil di palo, imparabile per Olazabal. La frustrazione nei suoi occhi nel raccogliere in fondo al sacco il primo tiro che gli avversari scagliano nel suo specchio. Non bastasse, a 30 secondi dal triplice fischio la frustrazione diventa disperazione per il Granada quando un pallone crossato basso dalla sinistra da Toño finisce all’altezza del dischetto a Uche che, nella totale evanescenza della sua partita, ha la prontezza di servire David Barral con un tocco vellutato. L’attaccante apre il piattone e la gira sul palo lontano. I Nazaries chiedono invano un fuorigioco che a prima analisi sembrava esserci ma che non viene fischiato perché Nyom, andato a chiudere il cross di Toño, tarda a riallinearsi con gli altri difensori. Esplode così il popolo del Ciudad de Valencia e tutta la panchina corre verso la bandierina ad abbracciare il match-winner.
Il merito va a mister Alcaraz che, dopo un primo tempo disastroso dal punto di vista tattico, stravolge mentalmente i suoi e centra una vittoria fondamentale. Ora l’Elche e la permanenza in Primera sono a un punto. Abel Resino e i suoi tornano, dal canto loro, in Andalucia con un pugno di mosche e con il morale a pezzi dopo una “remuntada” che pare già una sentenza. Lo spettro della Secunda Division inizia ad aleggiare sulla squadra di Giampaolo Pozzo.