L’ultima visita dell’Eibar al Madrigal è ancora vivida nella memoria dei tifosi baschi: il 26 settembre 1999 il Submarino amarillo, appena retrocesso dalla massima serie, imbarca una sonora sveglia ad opera degli Armaginak. Finisce 1-5 e vanno in rete Rubén Suárez, Aitor Aguirre, Gorka García, Irazoki e Matxon, spezzati dal gol della bandiera di Líbero Parri. Mai l’Eibar, né prima né dopo, ha saputo raccogliere un successo così dilagante lontano dalle proprie mura nella serie cadetta. E pensare che nei sei precedenti, tutti in Segunda División, il Villarreal aveva regolato i rivali baschi in cinque occasioni – 1-0 nel ‘92/93, ‘95/96, ‘96/97, ‘97/98 e 2-0 nel ‘93/94 – cadendo sconfitto una sola volta – 0-1 nel ‘94/95 quando i castellonensi finirono in otto causando l’esonero di Carlos Simón.
Nonostante qualche passo falso di troppo nell’ultimo periodo, il giocattolo di Marcelino continua a macinare numeri importanti quando gioca in casa: arriva da una serie attiva di nove vittorie consecutive in tutte le competizioni, di fatto l’ultima gara casalinga non vinta è stato il pareggio col Gladbach lo scorso 27 novembre, ovvero quasi tre mesi fa, e da allora il Sottomarino giallo ha subito gol (ma su rigore) soltanto giovedì scorso contro il Salisburgo, dopo 791 minuti di imbattibilità del portiere. Volendo limitare il raggio d’azione al campionato, le vittorie consecutive sono sei, di cui le ultime cinque con la porta imbattuta. In questa competizione l’ultima rete subita al Madrigal è del 23 novembre scorso, quando Mehdi Lacen segnò per il Getafe.
Di contro la squadra di Gaizka Garitano arriva da una serie di quattro sconfitte che rischia di risucchiare i baschi nelle zone calde della classifica. E se certamente le qualità tecniche non sono comparabili, la gara d’andata terminata in pareggio, ha dimostrato l’ottima preparazione fisico-tattica dell’Eibar che grazie a una rosa discreta ha saputo dominare la passata Segunda División. D’altronde Marcelino continua a ripetere che la Liga è una priorità, ma le scelte nelle rotazioni fanno pensare che la testa e le gambe siano rivolte esclusivamente agli impegni infrasettimanali, vedasi l’ultimo match di campionato per conferma.