Veniva da undici vittorie consecutive, evento che non si verificava dall’era Guardiola, il Barcellona di Luis Enrique. Due, invece, le sconfitte di fila del Malaga che sembrava aver arrestato l’ascesa verso le posizioni di Liga che contano. Pronostico chiuso alla vigilia, anche dati i precedenti: l’ ultimo successo degli andalusi al Camp Nou risaliva al novembre del 99, da allora solo un 2-2 conquistato due anni fa. E’ finita invece 0-1, gol ad inizio gara di Juanmi su erroraccio di Dani Alves, tra la meraviglia generale: il Barcellona manca il sorpasso provvisorio al Real Madrid, impegnato domani ad Elche, e rischia ora di scivolare a -4 dalla capolista.
Luis Enrique opta per due cambi rispetto all’undici base: Mathieu sostituisce Mascherano al fianco di Piqué, Rafinha è il prescelto nei tre di centrocampo, Xavi e Rakitic si accomodano in panchina. Javi Gracia deve invece fare a meno degli squalificati Camacho e Amrabat, a Juanmi e Samuel Garcia è affidata la fase offensiva, appoggiata anche da Samu Castillejo, che alla fine risulterà essere tra i migliori in campo.
L’inizio del Barça è in linea col momento magico che attraversano gli azulgrana: Malaga schiacciato nella propria trequarti, i tre davanti particolarmente mobili, Rafinha meno evansescente dal solito. Si susseguono i calci d’angolo, il gol è nell’aria e ci va vicino Luis Suarez con un colpo di testa centrale bloccato da Kameni. E’ il sesto, un minuto dopo l’episodio che condizionerà l’intero incontro.
Proprio su azione d’angolo dei catalani, Kameni rinvia velocemente prendendo in contropiede la difesa di casa: Dani Alves, solo, prova un complicatissimo retropassaggio, al volo, per Bravo ma ne esce un pallone “morbido” sul quale si fionda Juanmi. La giovane punta supera di slancio il portiere cileno (che quasi rischia di compiere fallo da ultimo uomo) e insacca a porta vuota nonostante il tentativo disperato di Jordi Alba. Camp Nou scosso, ovvio, ma in tribuna abbondano i sorrisi, anche in campo non sembra esserci particolare preoccupazione: c’è tempo per recuperare. Come no.
E, in effetti, la reazione del Barcellona sembra dar ragione ai più ottimisti: Weligton, poco dopo lo 0-1, salva di coscia, sulla linea, la conclusione a botta sicura di Rafinha. Praticamente un gol del centrale brasiliano. Messi, però, si spegne presto e con lui tutto il Barcellona. L’argentino si vede con una conclusione alta al 20′, è l’unico squillo di una parte centrale del primo tempo senza sussulti da parte del Barça. Il Malaga, così, comincia a ripartire con sempre più pericolosità: i contropiedi si susseguono, Bravo deve compiere un prodigio sulla conclusione dal limite di Horta, imbeccato da uno splendido tacco-assist di Darder.
Poco dopo, il trequartista è troppo frettoloso nel tentativo di rovesciata, con Juanmi libero sul secondo palo. Insomma, gli sguardi preoccupati, sugli spalti, cominciano ad essere di più. Il Barcellona si rifa vivo dalle parti di Kameni sempre e solo quando si accende Messi: splendido l’assist della pulce, Iniesta, però, prova il colpo di testa in controtempo che non preoccupa Kameni. E’ 0-1 all’intervallo, poco da ridire.
Suarez e Neymar latitano clamorosamente, il Malaga controlla la situazione nonostante Javi Gracia perda Juanmi per infortunio dopo pochi minuti. Il possesso palla del Barcellona oltre ad essere infruttuoso per l’ottima disposizione difensiva degli andalusi è addirittura dannoso: sono almeno tre i contropiedi sprecati dal Malaga in superiorità numerica, per troppa fretta. Ma la sapienza tecnica di Castillejo e la velocità degli esterni di centrocampo danno sicurezza e voglia di provarci fino all’ultimo.
Luis Enrique rivoluzione e sbilancia i suoi: oltre a Rakitic, entra anche Pedro al posto di Iniesta. Mascherano per Dani Alves (fischi) è l’ultima mossa dell’asturiano che non viene a capo della situazione. Pochissime le situazioni pericolose in area ospite, molte stroncate sul nascere dall’incredibile sequenza di fuorigioco che inviperiscono il Camp Nou. L’atmosfera si surriscalda, arriva anche la panolada oltre ai cori contro l’arbitro. Come spesso succede in questi casi, i calciatori catalani perdono completamente la ragione: Piqué e soprattutto Jordi Alba rischiano più volte il rosso diretto per interventi sporchi e antisportivi allo stesso tempo, oltre a proteste continue e probabilmente ingiustificate.
Tra tanto nervosismo arriva l’unica palla gol nitida in tutto il secondo tempo: Messi apre per Pedro, il potente destro da posizione defilata del nazionale iberico si spegne di poco a lato. Quattro minuti di recupero generano solo un tentativo di spaccata sotto misura di Piqué che però non crea particolari sussulti a Kameni. Dopo più di sedici anni, il Malaga riesce nell’impresa di espugnare il Camp Nou e riprendere la corsa verso l’Europa.