COPPA D’AFRICA – La Costa d’Avorio schiaccia i leopardi congolesi con un secco tre a uno che sarebbe potuto essere anche più tondo. Le reti di Yaya Touré, Gervinho e Konan, su cui ricorre insistentemente lo zampino di Bony, annullano il rigore di Mbokani e spediscono con merito la squadra più forte verso la finale di domenica, aspettando la gara di domani sera. Hervé Renard è a un solo passo dal ri-laurearsi campione d’Africa dopo l’impresa di tre anni fa alla guida dello Zambia, quando sconfisse nell’ultimo atto proprio gli ivoriani.
Florent Ibengé manda in campo un 4-4-2 che ha in Mbokani e Bokila le punte di diamante, mentre Bolasie è schierato come centrocampista di sinistra con compiti difensivi in fase di non possesso. Di contro Hervé Renard risponde con un 5-4-1 atipico che ha le fattezze di 3-4-2-1: i due terzini Aurier e Kanon sembrano stare quasi in linea con Serey Die e Yaya Touré, mentre Gradel e Gervinho da ali vecchio stampo in funzione di Bony. L’inizio è tutto per i leopardi congolesi che riescono ad arginare la manovra avversaria e ringhiano con affondi pungenti sulle disattenzioni difensive degli ivoriani. Gli elefanti riescono man mano a recuperare il pallino dell’iniziativa finché, al primo vero barrito, trovano il vantaggio grazie a Yaya Touré, che al 21’ si avventa su una palla sporca e la trasforma in una lancia infuocata.
Ma il vantaggio del quattro volte Pallone d’oro africano dura poco: appena un paio di minuti più tardi il direttore di gara concede un rigore alla Repubblica Democratica del Congo per fallo di mano di Bailly, la cui volontarietà lascia molti dubbi. S’incarica della battuta Mbokani che una esecuzione perfetta riporta la semifinale in parità. La gara torna in equilibrio, ma nel finale le squadre si aprono e gli spazi si allargano. La squadra di Ibengé compie troppi errori in fase di impostazione perdendo palla nella propria metacampo in più di un’occasione: prima Gervinho colpisce la traversa su gioco aereo, ma alla seconda opportunità Bony gli da un pallone d’oro che non può sbagliare, e non lo fa. La prima parte si archivia con l’1-2 concretizzatosi nel finale.
A campi invertiti la Costa d’Avorio riprende da dove si era fermata spingendo per chiudere la partita il prima possibile, ma i leopardi congolesi restano a galla con le unghie e con i denti, anzi quando riescono a ribaltare l’azione provano a riaprire i giochi, senza però riuscirci. All’ora di gioco Ibengé inserisce Kalenji su Mbokani per dare maggiore dinamismo al proprio attacco, mentre Renard toglie Gradel per inserire Kalou e passare così a un 5-4-1 puro, con l’abbassamento di Gervinho e del neo-entrato sulla linea dei centrocampisti. Ma al 68’ arriva il terzo gol degli ivoriani sugli sviluppi di calcio d’angolo: Bony impegna Kidieba e sulla ribattuta Kanon alza il ginocchio per ribadire la sfera in rete.
Di fatto la semifinale finisce qui: i leopardi, con la zampa acciaccata, non riescono più a reagire, anzi saranno gli elefanti ivoriani ad andare più vicini al quarto gol, sia Kanon che Gervinho cercano la doppietta, lo stesso Bony prova a realizzare un gol. Ma la stanchezza prevale e al triplice fischio la favola dei congolesi democratici si spegne in una onorevole semifinale, traguardo di tutto rispetto per una nazionale da cui non ci si aspettavano grandi cose. Volano invece gli uomini di Renard che rispettano le aspettative della vigilia e si presenteranno in finale da grandi favoriti.