Non si offenda chi è innamorato dell’Hibernian per via di Trainspotting, o sostiene gli Hearts, o chi ha nel cuore l’Aberdeen di quel Ferguson poi divenuto per tutti “Sir Alex”, che ad oggi resta l’ultimo allenatore ad aver vinto la Scottish Premiership al di fuori di Glasgow, esattamente 30 anni fa.
Ma l’Old Firm è l’Old Firm. Non è solo una sfida tra due squadre. E’ una sfida che ha connotazioni sociali, politiche, religiose. E’ lo scontro tra due mondi diametralmente opposti. 29 Aprile 2012, Celtic Park. Va in scena la sfida tra Celtic e Rangers. Siamo alla 35esima giornata, in palio a livello di titoli non c’era nulla, i Bhoys erano già campioni di Scozia, ma è pur sempre l’Old Firm. Al Celtic Park in campo è come sempre battaglia annunciata ma alla fine non c’è storia ed i biancoverdi vincono con il risultato finale di 3-0, salutando il morto a ritmo di Conga.
Già, perché i Rangers, squadra della ricca borghesia, di fiera identità protestante, potenza egemone con 54 titoli scozzesi, sarebbero andati ineluttabilmente incontro al proprio destino. La società, oberata dai debiti, non aveva più margini di risanamento e chiamarsi Rangers Glasgow per salvarsi non è sufficiente.
I Rangers hanno vinto senza problemi Third e Second Division, approdando in una Championship che quest’anno è competitiva come non mai, vista la presenza contemporanea di squadre come il Falkirk, e i già citati Hibernian e Hearts, con quest’ultimi primi in classifica con un margine abbastanza ampio sui Gers, secondi e senza allenatore, dopo le dimissioni di McCoist. Il Celtic invece è in una fase davvero complicata. Dopo l’addio di Lennon, eroe dei Bhoys sia in campo sia in panchina, la dirigenza si è affidata a Deila, tecnico norvegese artefice del miracolo Strømsgodset. I risultati però, sono stati pessimi. Eliminati, ripescati e prontamente eliminati in Champions a opera di Legia Varsavia e Maribor, qualificati in Europa League dove però sono apparsi nettamente inferiori al RB Salzburg, e tutt’altro che dominanti nell’edizione dal livello più basso nella storia del campionato scozzese, dove un Aberdeen arrembante ha creato e può creare problemi di cui non ci si sarebbe aspettata l’esistenza.
L’appuntamento con l’Old Firm era atteso per l’anno prossimo, ma gli dei del calcio, forse vedendo il momento di entrambe le squadre, o forse semplicemente perché erano in astinenza, hanno deciso che 2 anni, 9 mesi e 2 giorni d’attesa sono stati sufficienti.
In palio la semifinale di League Cup, la sede è Glasgow, ma si gioca nel neutro di Hampden Park, come impone il regolamento della competizione. Sponda Gers, gli unici due reduci rimasti sono capitan McCulloch (che quel giorno giocava da punta e che oggi dopo aver giocato ovunque, stazione al centro della difesa) e Wallace, autore dell’ultimo gol dei Rangers in un Old Firm, all’Ibrox il 25 Marzo 2012. 5 invece i reduci tra i Celts, ovvero Commons e Mulgrew (autori di due dei tre gol di quella sfida), Matthews, Izaguirre e Tony Stokes. Ufficialmente è la semifinale di League Cup. In realtà è il ritorno dell’Old Firm. E del calcio scozzese.
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