La Super League è arrivata al giro di boa (nello scorso week-end giocata la prima giornata di ritorno) e non presenta grosse sorprese rispetto ai pronostici di inizio stagione. Il duello in vetta è sempre tra Olympiakos e Paok coi bianconeri in questa stagione più vicini ai quattro volte consecutive campioni ellenici; più per demeriti del club del Pireo più che per meriti propri ma il Paok potrebbe, a differenza delle ultime stagioni, contendere ai biancorossi il titolo fino alla fine. Terza piazza, e anche qui non è una novità, per il Panathinaikos ormai abituato a fare da “terzo incomodo”. CLASSIFICA (dopo 19 giornate) – 45 punti Olympiakos; 43 Paok; 37 Panathinaikos; 32 Asteras; 31 Panetolikos; 30 Veria; 29 Atromitos; 27 Giannina, Skoda; 24 Kalloni; 22 Platanias, Kerkyra; 21 Levadiakos; 18 Panthrakikos; 16 Panionios*; 14 Ofi; 12 Ergotelis*; 7 Niki Volos (*una partita in meno, Ergotelis-Panionios rinviata per problemi strutturali dello stadio cretese).
Difficile parlare di un campionato “regolare” per la crisi economica che attanaglia la maggior parte dei club che impedisce una leale concorrenza e sfociata in due casi estremi come quelli del Niki Volos (la neopromossa è stata ufficialmente esclusa dal campionato per non essere riuscita a pagare la garanzia di iscrizione) e dell’Ofi Creta (vicina allo stesso epilogo anche se l’ex campione greco Machlas è accorso al capezzale e potrebbe salvare il club in extremis).
L’Olympiakos ha consumato da poco il divorzio da Michel; un divorzio-breve e consensuale come dimostra l’estrema civiltà con cui il tecnico spagnolo ha salutato Atene, dove evidentemente aveva ormai terminato gli stimoli (soprattutto dopo l’eliminazione dalla Champions League) e di conseguenza “presa” sui suoi giocatori. Michel sostituito subito da una figura di assoluto spessore e cioè il portoghese Vitor Pereira già bicampione nazionale portoghese al Porto e reduce da un’annata in terra araba. Il tecnico lusitano all’esordio nello scorso weekend ha battuto il Panetolikos (squadra reduce da quattro vittorie di fila e miglior difesa del campionato proprio insieme ai biancorossi) per 2-0 presentando un 4-2-3-1 forzato dall’assenza di Ndinga (in Coppa d’Africa col Congo); confermati i punti di forza dei biancorossi e cioè il portiere Roberto, i terzini Elabdellaoui e Masuaku e il bomber Mitroglou, Pereira ha schierato Siovas-Avlonitis centrali difensivi (in attesa di rinforzi dal mercato), Maniatis e Kasami in mediana e sulla trequarti l’olandese Afellay, il togolese Dossevi e lo svedese Jimmy Durmaz tutti neoacquisti estivi finora deludenti e “visti” poco da Michel e quindi da rilanciare.
Il Paok è sempre la solita squadra del “vorrei ma non posso”, convincente fino a quando non delude. Tra dicembre e gennaio una decisa frenata (tre sconfitte, tutte in trasferta, in campionato e l’inopinata eliminazione dall’Europa League per mano del modesto Giungamp) ha fatto perdere il primato e qualche certezza ad Anastasiadis. I bianconeri restano comunque il primo avversario dell’Olympiakos ma attenzione alla finestra di mercato: a sostituire il deludente e quindi partente belga Maartens è arrivato il centrocampista ecuadoregno Noboa (ottimo rinforzo, reduce da un decennio al freddo tra Rubin Kazan e Dinamo Mosca) e sono attesi almeno altri due acquisti (un difensore, vista anche l’esclusione dalla rosa dei terzini Tzavellas e Spyropoulos per motivi disciplinari, e un’ala) ma preoccupa quella panchina ancora vuota per la nazionale greca per cui si è fatto il nome proprio di Anastasiadis.
Il Panathinaikos è tornato a rispettare il suo pronosticabile terzo posto dopo una partenza negativa; Anastasiou ha mantenuto saldi i nervi dell’ambiente e, grazie soprattutto al ritorno del bomber svedese Berg (fermo per circa due mesi per un infortunio alla spalla al ritorno ha segnato 6 gol in 8 presenze), ha recuperato in classifica solo una partita nelle ultime undici anche grazie all’arrivo nel mercato di riparazione dell’esperto difensore Tavlaridis dall’Atromitos (un gol subito negli ultimi 3 turni) a cui si spera seguano altri elementi oltre al ritorno del “figliol prodigo” Ninis (subito infortunato però) e alla prolifica ala Kaltsas e al terzino Galitsios del Lokeren già ingaggiati per la prossima stagione. Dietro ai “Verdi” classifica corta con ben 6 squadre raggruppate in 5 punti: c’è l’Asteras (colonia argentina rimpolpata ora dal mediano ex Atromitos Iglesias è sempre efficace, il resto della squadra meno come conferma il pessimo inizio d’anno con un punto negli ultimi tre match), il Panetolikos (come detto sopra, dopo un pessimo avvio di stagione senza vincere nei primi sette turni, il club di Agrinio ha infilato ben 12 risultati utili consecutivi prima dell’ultimo ko in Pireo e si sta rinforzando, per ora con l’ex bandiera del Paok il rumeno Lazar), il Veria (vera sorpresa finora, un solo ko nei primi nove turni poi cammino altalenante ma comunque meglio dei pronostici) e l’Atromitos (deludente finora la terza della scorsa stagione, ora è al settimo posto imbattuto in casa ma vincente solo una volta in trasferta).
Poi un’altro gruppetto di club ancora alla ricerca di identità: lo Skoda Xanthi sta tentando di riagganciare la zona europea (finora altalenante il rendimento dall’arrivo in panchina di Razvan Lucescu capace di rifilare 4 gol a Paok e Panathinaikos ma anche di perdere ad Agrinio e sul campo del Platanias), il Giannina del prodigioso Petrakis (sta traghettando verso una tranquilla salvezza un club in difficoltà economiche dopo un avvio molto negativo che poteva deprimere l’ambiente, un solo ko negli ultimi 14 turni), il Kalloni (in crisi di risultati dopo un buon avvio di stagione, non vince a ben nove turni quindi inevitabile seppur doloroso l’esonero dello storico mister Mantzourakis avvenuto pochi giorni fa), il Platanias (una vittoria negli ultimi cinque turni ma rendimento in generale secondo le aspettative), il Kerkyra (da novembre un mese e mezzo di crisi senza mai vincere, ora in ripresa ma irgono rinforzi per la sperata salvezza) e il Levadiakos (altalenante, pessimo avvio di stagione e finale d’anno). La zona retrocessione vede invischiate il Panthrakikos (una delle delusioni stagionali fin qua ha puntato sul giovane allenatore spagnolo Roca, per ora con buoni riscontri), il Panionios (i risicati mezzi finanziari costringeranno al miracolo sportivo della salvezza il nuovo mister Ouzounidis subentrato a Terezopoulos), l’Ofi Creta (di cui abbiamo già parlato), l’Ergotelis (autentica delusione, più allenatori succedutisi in panchina, cioè tre, delle vittorie stagionali, cioè due) e il Niki Volos (toccata e fuga in Super League).
LA STORIA – Due storie che raccontano bene il pessimo momento calcistico ellenico: il Niki Volos, per cui la bella favola del ritorno in Super League dopo ben 48 anni si è trasformata in un incubo con l’esclusione, dopo solo quattro mesi, dal campionato e probabile futura ripartenza dalla terza serie come già successo alle “nobili decadute” Aris e Aek Atene. Sulla stessa strada è l’Ofi in piena lotta per sopravvivere: gli arcinoti problemi finanziari del club hanno segnato la breve avventura di Gattuso che, pur ben voluto dai tifosi, ha dovuto gettare la spugna durante le festività natalizie davanti alle lamentele dei giocatori; proprio mentre il club di Heraklion stava cercando soluzioni per uscire da questa situazione è arrivata poi una penalizzazione di 6 punti dalla Fifa relativa ad un debito relativo al 2010. In più gran parte dei migliori giocatori in rosa (il terzino goleador Milhazes, il centrocampista Banousis, la punta Petropoulos) hanno ottenuto di svincolarsi e accasarsi altrove lasciando attualmente il club con soli 14 giocatori tesserati. Ci vorrà un’impresa per il neo allenatore Anastopoulos e l’ex bomber bianconero e della nazionale greca Nikos Vachlas accorsi al capezzale del club cretese; Machlas si sta impegnando i questi giorni per racimolare la somma necessaria per garantire alla Federazione greca di poter concludere il campionato.
LA SORPRESA – Salvo all’ultima giornata nella scorsa stagione, finora sesto in questa. Nemmeno il più accanito tifoso del Veroia avrebbe potuto immaginarlo. Scommessa finora stravinta quella di puntare sullo spagnolo Granero (ex Oviedo e Alaves) in panchina capace di disegnare un 4-2-3-1 basato sui connazionali Malon, Raul Bravo (l’ex Real Madrid) e David Vazquez esaltando l’ala Kaltsas (già dieci reti) e le punte Dumitru, Ben Nabouhane e Campora. Un avvio sbalorditivo (cinque vittorie e un solo ko nei primi due mesi di campionato) che ha portato entusiasmo tra la tifoseria e autostima tra i giocatori.
LA DELUSIONE – Dov’è finito l’Ergotelis matricola terribile e mina vagante della scorsa stagione, terminata meritatamente al sesto posto? La società cretese è riuscita in pochi mesi a sperperare tutto il buon lavoro fatto nell’annata precedente smantellando del tutto la rosa (composta da molti prestiti colpevolmente non rinnovati) senza rimpiazzarla adeguatamente (troppi stranieri avventurieri, creata di fatto una multinazionale senza capo nè coda) e puntando su un allenatore inesperto e sconosciuto (il 34enne catalano Ferrando) scaricato in fretta dopo le prime due partite per richiamare Dermitzakis con cui si è chiuso il rapporto dopo un trimestre deludente (una vittoria in tredici turni) per poi ora accontentarsi del suo vice Taousianis.
TOP 11 – Ecco la formazione dei migliori undici di questa prima parte di stagione, eterogenea e molto offensiva: in porta premiamo non il solito Roberto (qualche amnesia in campionato l’ha avuta pur assicurando sempre un buon livello di sicurezza) ma una piacevole scoperta come l’erede di Kapino al Panathinaikos, l’inglese Luke Steele (30enne ex Barnsley passato anche dalle giovanili del Manchester United) bravo a strappare il posto a Kotsolis subendo solo 12 reti in 15 match e imporsi come leader difensivo nonostante lo “scoglio” della lingua. In difesa un paio di sorprese come i due terzini dell’Olympiakos (il franco-congolese Arthur Masuaku 21enne che abbina potenza, velocità e tecnica con un rendimento ben oltre le aspettative che ispiravano i 300mila euro pagati al Valenciennes e il norvegese Omar Elabdellaoui che a 23 anni si sta confermando su ottimi livelli provocando forse qualche rimpianto al Manchester City che l’aveva ceduto in Germania senza dargli una vera occasione) più uno straniero rilanciato dal campionato greco come il centrale nigeriano Daniel Adejo (25enne per anni a Reggio Calabria dove si erano solo intraviste le sue potenzialità, ora buon centrale del Kalloni seppur schierato spesso da terzino destro dimostrando un’utile polivalenza) e una sicurezza come Sokratis Fytanidis stopper dell’Atromitos ancora più in luce ora che ha perso la sua spalla Tavlaridis passato al Panathinaikos. A centrocampo scegliamo Pajtim Kasami, 22enne svizzero ex Palermo (Zamparini quella volta non ebbe pazienza) rilanciato alla grande nel Pireo in questa stagione come centrocampista offensivo (a volte anche da seconda punta) segnalandosi anche in Champions League, l’argentino Pablo Mazza (ennesimo argentino scovato dall’Asteras da subito protagonista, anche grazie alla facilità di inserimento in un gruppo ispanofono, attaccante esterno sinistro ma destro di piede con buon fiuto del gol e intelligenza tattica) e l’ala destra “tascabile” Nikolaos Kaltsas esploso in questa prima metà di stagione nel Veria con un bottino strepitoso di 10 reti e 5 assist che gli è già valso l’ingaggio da parte del Panathinaikos per la prossima stagione. In avanti per noi non possono mancare due fantasisti argentini in grado di cambiare volto ad ogni match come Alejandro “El Chori” Dominguez (non ha bisogno di presentazioni, a 33 anni è ancora indispensabile e decisivo come dimostrano i 6 gol e i 7 assist finora firmati in campionato sebbene debba essere ben gestito viste le precarie condizioni fisiche) e Facundo Pereyra (prima avventura europea iniziata tra scetticismi e dubbi cancellati dai 9 gol finora segnati, bottino oltre ogni più rosea aspettativa) in appoggio “ideale” alla punta che per noi è (senza togliere nulla ad Athanasiadis ormai bomber di sicurezza al Paok) Konstantinos Mitroglou che pare aver ritrovato, dopo il flop inglese al Fulham e il lungo infortunio, la voglia di giocare e segnare (10 gol in 14 presenze).