Oggi andremo a conoscere più da vicino un giocatore che si è messo particolarmente in mostra nel corso della scorsa edizione della Coppa del mondo per club, ovvero il neozelandese Ryan De Vries.
BIOGRAFIA- Ryan De Vries è nato il 14 Settembre del 1991 a Cape Town, capitale legislativa del Sudafrica e terza città più popolosa del paese. La sua carriera calcistica ha inizio, però, in Nuova Zelanda, più precisamente tra le fila delle giovanili del Waitakere United (altro grande club del calcio neozelandese e acerrimo rivale dell’Auckland City), dove completa tutto il suo cammino di formazione sino all’anno 2009, quando arriva l’esordio in prima squadra nel primo match di OFC Champions League contro il Magenta (squadra della New Caledonia), dove gioca soltanto 11 minuti nel finale. Da qui ha inizio la sua ascesa nei ranghi del calcio neozelandese, infatti in quella stagione (2009-10) il giovane trequartista colleziona in totale 14 presenze e 2 reti, con cui contribuisce alla conquista dell’ASB Premiership (Serie A neozelandese) e all’approdo della finalissima dell’OFC Champions League, persa con un aggregato di 4-2 contro l’Hekari United. Ma è nelle tre stagioni seguenti che arriva la consacrazione definitiva non solo nel calcio neozelandese ma anche in quello oceanico: infatti, in totale, De Vries raccoglie 64 presenze, 29 reti e 12 assist, che vengono condite da 3 ASB Premiership e 1 ASB Charity Cup; nel mezzo va anche citata una breve parentesi nel campionato australiano con il Bentleigh Greens in occasione della sessione invernale. Grandi numeri che portano su di lui l’interesse della dirigenza dell’Auckland City, la quale, aldilà della grande rivalità presente tra i due club, prende la decisione di acquistarlo. Cambia la squadra ma non i risultati, infatti, sino ad oggi, ha raccolto 34 presenze, 7 reti e 12 assist (denotando anche un cambio di gioco a livello tattico), il tutto condito dal “double” della scorsa stagione (Campionato più coppa). L’apice, però, è arrivato con la partecipazione al Mondiale per Club, dove ha trascinato i suoi (in coppia con il folletto argentino Tade) sino ad uno storico terzo posto, anche se il gol sbagliato nella semifinale contro il San Lorenzo che avrebbe consegnato molto probabilmente la finale (e uno scontro diretto contro il neo-pallone d’oro Cristiano Ronaldo) alla formazione neozelandese.
NAZIONALE- A livello di nazionale, attualmente, non ha ancora avuto l’occasione di vestire la maglia di nessuna dei due paesi di cui detiene il passaporto; in verità era stato convocato dalla selezione U20 neozelandese in occasione del Mondiale del 2010, ma alla fine non riuscì a partecipare alla competizione a causa di questioni burocratiche. Dopo questo mondiale per club,si sono riaccese le voci di una possibile convocazione in una delle due nazionali: attualmente l’unica confermata è quella della nazionale neozelandese, mentre quella sudafricana non sembra essersi ancora mossa (come ha confermato il trequartista dell’Auckland City in una recente intervista).
STILE DI GIOCO- De Vries è sicuramente uno dei giocatori simbolo del sistema offensivo di questa squadra (come ben si è potuto vedere nel corso della manifestazione FIFA di Dicembre), alla luce anche della sua discreta versatilità visto che può essere utilizzato come ala (indistintamente a destra o sinistra) o come trequartista. Ed è proprio in quest’ultimo ruolo che il giocatore neozelandese si esprimerebbe al meglio: infatti nel corso degli ultimi anni sembra aver trovato il suo mondo nella fase di assistenza ai compagni del reparto offensivo, complice anche la grande libertà che gli viene concessa dall’allenatore della” Famiglia”, lo spagnolo Tribulietx, il quale non gli pone limiti quando è nella trequarti avversaria, dove può svariare a suo piacimento, partendo sempre dalla sua posizione di ala sinistra. Il suo lavoro in fase offensiva è a 360 gradi, infatti De Vries entra subito in azione andando a prendersi la palla nelle retrovie per dare il là all’azione della sua squadra; la palla, però, non sta per molto tempo lontana dai suoi piedi: infatti, se non arriva su quelli del compagno di squadra Tade, quando si è al limite dell’area è sua la responsabilità di trovare la soluzione, sia essa una stoccata verso la porta, una giocata illuminate per un compagno o un’azione solitaria alla ricerca del gol. Dato il suo ruolo di ala, alla sua discreta visione di gioco, accompagna un buon repertorio tecnico grazie al quale si rende particolarmente pericoloso anche nel “face-to-face” contro il diretto avversario; i suoi idoli calcistici sono Lionel Messi, Ronaldo (il “fenomeno”) e Ronaldinho. Insomma un mix di tecnica, velocità e fantasia, che potrebbe ben adattarsi al calcio europeo, dove, a mio parere, non sfigurerebbe in un club di media caratura (anche nella nostra Serie A).
FUTURO- Dopo il boom post-Mondiale per Club, dove si è parlato molto di lui soprattutto per la questione delle convocazioni in nazionale, ogni pista si è raffreddata, ma non è detto che in futuro possa arrivare una grande chiamata per questo giocatore, che davvero merita palcoscenici.