COPPA D’ASIA – Con un gol di Yu Hai su punizione a 9 minuti dallo scadere, la Cina supera 1-0 l’Arabia Saudita e appaia in cima alla classifica del gruppo B l’Uzbekistan. I sauditi hanno fallito un calcio di rigore con Hazazi al 60’. Mercoledì i cinesi se la vedranno con l’Uzbekistan per la leadership del girone, gli arabi con la Corea del Nord in match dentro o fuori.
Il Dragone Cinese soffia all’improvviso il suo fuoco sulla tradizione avversa e conquista i 3 punti contro l’Arabia Saudita, quando mancavano pochi minuti allo scadere e l’incontro sembrava avviato allo 0-0. Il sinistro a giro su punizione da 30 metri sul secondo palo di Yu Hai è arrivato proprio nel peggior momento della nazionale guidata dal francese Alain Perrin, che aveva perso nella ripresa il predominio nel possesso palla e nella quale aveva rischiato tantissimo. Infatti i sauditi di Cosmin Olaroiu, dopo un primo tempo davvero opaco, usufruivano al 60’ di un calcio di rigore: verticalizzazione di Al Bassas per Naif Hazazi, il giovane attaccante superava la difesa cinese sul filo del fuorigioco e Ren Peng rinveniva su di lui in ritardo, stendendolo. Penalty ineccepibile e giallo per il centrale. Lo stesso Hazazi andava sul dischetto, ma il suo sinistro era veramente debole e prevedibile e Wang Dalei deviava in basso con il ginocchio destro.
Partita a due volti: nel primo tempo Cina decisamente più brillante, ordinata nel possesso e nella circolazione, con un’Arabia Saudita lontanissima parente di quella targata López Caro ed ammirata nella recente Coppa del Golfo: rarissime volte erano più di due gli uomini a giostrare davanti alla linea della palla,con scarso pressing sui portatori ed eccessivo ricorso ai lanci lunghi. I cinesi avevano in questo modo vita facile nelle proiezioni offensive, dove i due registi, il capitano Zheng Zhi e Wu Xi andavano spesso a rimorchio aprendo spazi per i compagni o dialogando tra di loro. Proprio da una combinazione tra i due al 40’ nasceva l’occasione migliore del primo tempo: Zheng riceveva al vertice sinistro, passaggio filtrante per Wu Xi che dribblava su Omar Hawsawi e con un diagonale sfiorava il palo il palo alla destra di Waleed Abdullah.
Nella ripresa l’Arabia Saudita si dimostrava più volitiva, mentre la Cina perdeva lo smalto della prima frazione. Rigore fallito a parte, la nazionale saudita grazie alla maggiore propulsione dell’esterno Al Shahrani dall’out di sinistra, si presentava in almeno altre tre occasioni dalle parti di Wang Dalei, senza però trovare la brillantezza negli ultimi metri.
Lo 0-0 sembrava scritto, ma nessuno aveva fatto i conti con Yu Hai. Per la Cina una simbolica rivincita, dopo la sconfitta nella finale del 1984 a Singapore e quella subita nelle qualificazioni all’attuale torneo. L’anno del cavallo finirà a febbraio, c’è ancora tempo allora per la Cina di cavalcare verso i sogni di gloria.