Mondiale per Club: Auckland City-Cruz Azul 4-2 d.c.r, i neozelandesi si prendono il terzo posto e scrivono la storia

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Finisce con un lieto fine la favola dell’Auckland Cty, che dopo aver accarezzato il sogno della finale contro il Real, si rifà alla grande vincendo la finalina per il 3-4 posto e centrando il podio, obiettivo che sembrava molto lontano alla vigilia della competizione.

La partita inizia subito sotto il segno della squadra neozelandese, che comincia subito in sordina e sfiora il vantaggio con Tavano, che approfitta di un brutto errore di Francisco Rodriguez e si invola verso la porta avversaria, ma la sua conclusione viene respinta da un attento Jose Corona. Dopo un inizio abbastanza tentennante, “La Maquina” comincia a carburare e a creare qualche grattacapo alla retroguardia avversaria: prima Rojas non arriva all’appuntamento con il pallone su un cross dalla sinistra di Vela, e poi Fabian si vede parare una bella conclusione dall’interno dell’area di rigore dal portiere avversario Spoonley, autore di un grande intervento. La risposta di Auckland è affidata al folletto argentino Tade, che al 28esimo mette i brividi alla difesa avversaria, infatti dopo aver saltato di netto Gerardo Flores fa partire subito una conclusione diretta angolino, che però viene ben disinnescata da Corona. Ma questo è solo l’antipasto di quello che accade sul finire di tempo, quando gli uomini di Tribulietx trovano il gol del vantaggio con De Vries (uomo simbolo di questa squadra e di cui sentiremo sicuramente parlare in futuro), che concretizza al meglio un bel passaggio di un ispirato Tade e mette la palla alle spalle dell’incolpevole Corona.

Dopo l’intervallo, però. i Messicani entrano in campo con l’intenzione di pareggiare il match e mettono parecchia pressione agli avversari, che sono costretti a chiudersi nella propria metà-campo per difendersi e affidano tutto il peso offensivo al duo delle meraviglie Tade-De Vries. Nonostante tutto, alla fine la truppa neozelandese è costretta ad arrendersi: infatti dopo la rete annullata a Formica, colto in fuorigioco sul colpo di testa vincente, ci pensa Rojas, che è lucido nel raccogliere il pallone dopo un suo tentativo di testa respinto da Iwata e a scaraventare il pallone in rete. Il gol del pari galvanizza la formazione di Tena che continua ad attaccare alla ricerca del gol del sorpasso, ma prima il solito Fabian si vede respingere dal difensore avversario White la sua rovesciata, mentre dopo Gimenez ci prova con un bel colpo di testa, ma la palla finisce tra le braccia di Spoonley, che blocca senza problemi. Prima della fine, ci sono da segnalare altre due occasioni, una per parte precisamente: il primo a provarci è Payne con un tiro dal limite che viene parato da Corona, a cui segue ancora una altro tentativo aereo di Formica, su cui Spoonley si fa trovare ancora pronto, portando così il match ai supplementari.

Si arriva così alla lotteria dei calci di rigore, che sorride ancora alla squadra neozelandese (dopo la prima volta nel match di apertura contro il Moghreb Tétouan): gli errore decisivo è quello di Valadez, che viene seguito subito dal penalty di Issa che consegna la vittoria ai suoi e scrive la storia del calcio Oceanico, visto che l’Auckland è la prima formazione oceanica a salire sul podio di un Mondiale per Club.

Auckland City-Cruz Azul 1-1 [4-2 d.c.r.] (De Vries; Rojas)

Auckland City: Spoonley, Iwata, Bilen, Irving, Payne, White, De Vries, Vicelich (80′ Lindsay), Tade (90+1 Pritchett), Burfoot (57′ Issa), Tavano. A disp: Williams, Caunter, Arms, Milne, Moreira, Kim, Berlanga,  Browne, Dordevic. All: Ramon Tribulietx.

Cruz Azul: Corona, Rodriguez, Dominguez, Torrado, Fabian (85′ Pavone), Flores, Valadez, Vela, Baez (46′ Gimenez), Formica. A disp: Allisson, Gutierrez, Pinto, Castro, Barrera, Chavez, Loeschbor, Torres, Zurdo, Bernardello. All: Luis Fernando Tena.

 

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Appassionato di ogni genere di sport (calcio e basket in primis), è un grande esperto del "calcio minore". Che sia la Copa Libertadores o la terza divisione danese poco importa, in qualunque campo rotola un pallone e ci sono 22 uomini c'è sempre una storia da raccontare.