Una serata di ordinaria amministrazione per il Real Madrid al Bernabeu: i campioni d’Europa chiudono la prima fase di Champions League con un rotondo 4-0 al Ludogorets Razgrad, sesta vittoria su sei incontri disputati nel Gruppo B. Il Ludogorets, in dieci uomini per 70 minuti (espulso Marcelinho al 20′), ha lottato dignitosamente ma non ha potuto evitare la 19esima vittoria consecutiva degli uomini di Ancelotti, nuovo record assoluto per il calcio spagnolo (battuto il Barcellona di Rijkaard che si fermò a 18 a cavallo tra 2005 e 2006).
Bernabeu assopito, non c’era nulla in palio tranne, appunto, il record. Tutto ha girato a favore del Real Madrid schierato da Ancelotti con parecchie “riserve” nell’undici iniziale che pure comprendeva Kroos, Ronaldo e Bale. Proprio il tedesco, iper-utilizzato in questo periodo caratterizzato da numerosi infortuni a centrocampo, ha poi goduto di una mezz’ora di riposo quando al 60′ ha lasciato spazio all’applauditissimo Jesé, al secondo spezzone di partita dopo il rientro dal suo drammatico infortunio. La nota lieta, per Ancelotti, viene dalla gran partita di Illarramendi (una delle migliori in quest’anno e mezzo nella capitale) che si candida così a un ruolo di protagonista anche nel Mondiale per Club. La difesa è stato il reparto interamente rivoluzionato, e qualcosina ai bulgari ha concesso. Arbeloa (al solito fischiato), Varane, Nacho, Coentrao è stata la linea scelta dal tecnico italiano.
Cristiano e Bale, garanzia assoluta di gol. Il primo continua a iscriversi incessantemente nei tabellini. Il rigore realizzato al 20′ (“parata” di Marcelinho sulla linea di porta al colpo di testa di Varane) è l’ennesimo di una stagione ad oggi fuori da ogni logica. Bale, ancora di testa e ancora da calcio d’angolo, raddoppiava prima dell’intervallo: traversa-linea, dice il portiere bulgaro, le immagini dimostreranno che il pallone oltrepassa interamente la riga bianca. Buona la prova del gallese, nell’ultimo periodo un po’ troppo ai margini della manovra offensiva e spesso costretto a subire qualche lamentela di troppo di Ronaldo. Il portoghese è stato meno protagonista nella serata in cui il Chicharito Hernandez ha preso il posto di Benzema. Coincidenze? Proprio il messicano è stata la gran delusione della serata. L’ex Manchester United fatica a ritrovare la forma smagliante del suo primo anno in Premier League.
Con la vittoria in tasca, Ancelotti ha messo in scena un inedito 4-2-4 con i neo-entrati Jesé e Marcelo protagonisti. Isco ne approfittava per inventare calcio, Arbeloa per siglare un gol rocambolesco, quello del 3-0, appostato sul primo palo. Gran professionista il terzino, troppo “normale” per l’esigente pubblico del Bernabeu. La festa è stata poi completata dal 4-0 del “canterano” Medran (conclusione dalla distanza deviata), entrato nel finale, e da alcuni buoni interventi di Keylor Navas che si sta gettando alle spalle alcune indecisioni che hanno caratterizzato le prime uscite con la maglia del Real Madrid. Lui, comunque, è il dodicesimo. Polemiche, al Bernabeu, non ce ne sono più. Almeno fino a quando si vince…