Ha sognato l’Espanyol, di poter fare il colpaccio. Il Barcellona, però, dopo aver vacillato ha dilagato. Finisce 5-1 il derby del Camp Nou, sesta vittoria consecutiva nella stracittadina per i blaugrana: l’ultimo k.o. contro i “pericos” risale ormai al febbraio del 2009 (1-2) e alla doppietta di De La Pena. Il Barça mantiene così le distanze dal Real Madrid primo (-2) e il vantaggio sull’Atletico terzo (+2): Luis Enrique ha motivi per essere soddisfatto ma non è tutto oro quel che luccica. Ci sono casi aperti in casa culé, vediamo di scoprirli con la cronaca del match.
I primi 25 minuti del Barcellona sono da 2 in pagella, impreparato. L‘Espanyol comincia concentratissimo, gamba ed attenzione a coprire tutti gli spazi per il tridente delle meraviglie dei padroni di casa. Il vantaggio è sorprendente, ma meritato: al 13′, Caicedo (la vera sorpresa dell’undici iniziale di Sergio Gonzalez) ruba palla a Busquets sulla destra (il mediano della nazionale al solito si lamenta quasi gli dovessero fischiare fallo per volere divino) e serve Sergio Garcia, l’ex Barça punta Piquè – che temporeggia e retrocede troppo – si accentra e con un rasoterra infila Bravo sul proprio palo. E’ la prima rete del capitano dell’Espanyol, al dodicesimo tentativo, contro la sua ex squadra.
Il Camp Nou è quasi sotto shock, passano i minuti e i padroni di casa non riescono a costruire nemmeno uno straccio di occasione. Anzi, l’atteggiamento iper-offensivo di Luis Enrique (in pratica un 3-2-1-4, con Messi dietro Suarez, Neymar e i due terzini altissimi) concede ampi spazi in contropiede per l’Espanyol che sfiora per due volte il raddoppio. La prima occasione, nitida, è ancora per Sergio Garcia, servito da uno straripante Caicedo: stavolta la conclusione, senza alcun disturbo avversario, è debolissima. La risposta del Barcellona è tutta nella traversa di Messi su punizione e sul tentativo sotto misura di Jordi Alba, al solito imbeccato dal passaggio filtrante di Messi, sventata da Kiko Casilla in uscita.
Il 41′ è probabilmente il momento chiave della partita: Victor Sanchez è servito in profondità, sulla corsa, e ha una prateria davanti a sé. Il controllo del centrocampista dell’Espanyol è pero troppo lungo e concede a Bravo il tempo dell’uscita. Gol mangiato, gol subito, è la vecchia e dura legge del calcio. In pieno recupero, al 46′, il Barcellona pareggia: Xavi, insolitamente avanzato, fa da sponda per Messi, l’argentino finta il sinistro, avanza e si decentra per poi lasciar partire una conclusione a giro sul primo palo che non lascia scampo a Casilla. Una rete di rarissima precisione e tecnica, uno di quei gioielli che solo chi gioca a calcio può apprezzare fino in fondo.
La rete è, ovviamente, una mazzata tremenda per gli ospiti che al rientro in campo vengono travolti dal Barcellona. Al 50′ è ancora Messi ad iscriversi nel tabellino, se possibile un gol ancora più bello del primo. Neymar fa partire un contropiede con un dribbling da fantascienza nella propria metà campo, apertura per Suarez che subito serve in mezzo l’argentino. Il quattro vole Pallone d’Oro controlla di sinistro, tunnel a Canas con un lieve tocco di punta e destro vincente appena entrato in area. Pura poesia. L’Espanyol non ha nemmeno il tempo di reagire perché Piqué, tre minuti più tardi, insacca il 3-1, di testa, su azione d’angolo. Un gol che è vera manna dal cielo per il giocatore più discusso in casa blaugrana in questa prima metà di stagione. La partita, ovviamente, finisce qui, ma è bello vedere un Messi così coinvolto nella manovra e determinato su ogni pallone, quasi come un rubapalloni qualsiasi. Luis Enrique concede riposo a Rakitic (applauditissimo) e Suarez, in vista del Psg.
Eccola la seconda nota dolente della serata: l’uruguaiano non si sblocca ancora in campionato (al momento l’unico gol ufficiale è quello siglato a Nicosia in Champions) e non è ancora inserito negli ingranaggi del Barcellona. Scarsa sensibilità anche del tecnico che avrebbe potuto tenerlo in campo con la speranza di fargli rompere il digiuno in vista di una goleada. Goleada che, puntualmente, c’è stata. Al 77′ lancio di 50 metri, a cambiare gioco di Jordi Alba: Pedro, uno che giocherebbe titolare dovunque, stoppa alla perfezione e conclude sul palo opposto. Il canario offe cinque minuti più tardi l’assist a Messi, nella più classica delle azioni del Barça, con passaggio arretrato dal fondo per chi si inserisce da dietro. L’argentino sale a quota 13 nella classifica marcatori e risponde così alla tripletta firmata ieri sera da Cristiano Ronaldo. Finisce 5-1, tutti contenti ma Luis Enrique non può restarsene tranquillo. Mercoledì, col Psg, c’è da conquistare il primo posto nel girone.