Continua la nostra marcia di avvicinamento al Mondiale per club, che avrà inizio il 10 Dicembre con il match tra Moghreb de Tetouan e Auckland City; oggi andremo a conoscere più da vicino i campioni asiatici del Western Sidney Wanderers, autentica cenerentola del torneo.
STORIA – Il Western Sidney Wanderers è una delle nuove realtà del panorama calcistico australiano e oceanico. Infatti, nonostante sia stato fondato appena 2 anni fa (precisamente a Giugno) con relativo esordio ad Ottobre dello stesso anno, il club australiano ha già scalato le vette del calcio nazionale e non solo, sfiorando la vittoria dell’A-League nel 2013-2014, quando perse in finale contro i Central Coast Mariners, e vincendo la prima AFC Champions League della sua storia lo scorso anno (al primo tentativo). Ovviamente essendo un club appena nato, non ha mai avuto la possibilità di partecipare a questa competizione.
Western Sidney Wanderers-Central Coast Mariners 0-2 (Zwaanswjik, McBreen)
PRESENTE- Lo scorso anno il Western Sidney Wanderers si è laureato Campione d’Asia, succedendo al Guangzhou Evegrande di Lippi. Il cammino degli Australiani comincia nella fase a gironi, dove comincia alla grande la sua avventura chiudendo al primo posto a quota 12 punti, anche se a pari punti con il Kawasaki Frontale, preceduto solo grazie alla differenza reti. La fase ad eliminazione diretta inizia parecchio in salita, visto che all’andata del primo turno il WSW cade malamente sul campo dei Giapponesi dell’Hiroshima Sanfrecce (campioni della J-League): infatti i padroni di casa si impongono con un netto 3-1, che sembra consegnare loro in mano la qualificazione; sugli scudi il giapponese Ishihara, autore di una doppietta, e Shibasaki, mentre dall’altra parte è Juric a rendere meno amaro il passivo. Al ritorno però la storia cambia, infatti gli Austrialiani giocano una grande partita e con la vittoria per 2-0 (Cole e Santalab) strappano la qualificazione ai quarti, grazie alla dura legge della differenza reti (elemento fondamentale per il loro cammino). Nel turno successivo, i Wanderers si trovano davanti i campioni in carica del Ghuangzhou Evergrande, allenati dall’eterno Marcello Lippi: l’andata riserva una grande sorpresa, visto che gli australiani riescono ad imporsi di misura con il risultato di 1-0, grazie alla rete del solito Juric, vero e proprio bomber di coppa; al ritorno la partita è talmente equilibrata che per attendere una rete bisogna il minuto numero 58, quando ancora Juric porta avanti i suoi con un rigore; i cinesi però non ci stanno e prima pareggiano con Diamanti appena 3 minuti dopo e poi mettono i brividi agli Australiani con la rete del sorpasso di Elkeson nel recupero. Nonostante ciò la partita si conclude sul risultato di 2-1 per gli uomini di Lippi, a cui non basta questa vittoria per qualificarsi, infatti ad avanzare è il Western Sidney grazie, ancora una volta, alla regola del goal in trasferta. In semifinale la squadra di mister Popovic se la deve vedere con l’altra finalista dell’edizione precedente, ovvero il Seoul. L’andata in terra koreana non regala molte emozioni e finisce con un pareggio a reti bianche, mentre al ritorno gli Australiani si comportano molto bene e conquistano l’accesso all’atto finale con una bella vittoria per 2-0, grazie alle reti di Poljak e Cole. In finale, i Wanderers si trovano davanti agli arabi dell’Al Hilal: per gli uomini di Popovic questo è già un traguardo storico, ma l’occasione di vincere la coppa al primo tentativo è ancora più ghiotta; l’andata è trionfale per il WSW che vince di misura grazie alla rete di un monumentale Juric, messa a segno al minuto numero 64. Al ritorno l’Al Hilal prova a sfruttare il fattore campo (una bolgia formata da ben 63.763 persone), ma il Wanderers sfoggia una difesa eccezionale e una prestazione spettacolare, che gli permette di mettere le mani sul trofeo e di diventare Campioni d’Asia al primo tentativo.
WSW-Ulsan Hyundai 1-3 (Santalab; Kim Shin-wook, Ko Chang-hyun, Kang Min-soo)
Guizhou Renhe-WSW 0-1 (Bridge)
WSW-Kawasaki Frontale 1-0 (Haliti)
Kawasaki Frontale-WSW 2-1 (Nakamura, Oshima; Haliti)
Ulsan Hyundai-WSW 0-2 (Bridge, Santalab)
WSW-Guizhou Renhe 5-0 (Cole, Haliti, Mooy, Ono, Hopor-Stanley)
CLASSIFICA: WSW e Kawasaki Frontale 12, Ulsan Hyundai 7, Guizhou Renhe 4.
Sanfrecce Hiroshima-WSW 3-1 (2 Ishihara, Shibasaki; Juric)
WSW-Sanfrecce Hiroshima 2-0 (Cole, Santalab)
WSW-Guangzhou Evergrande 1-0 (Juric)
Guangzhou Evergrande-WSW 2-1 (Diamanti, Elkeson; Juric)
Seoul-WSW 0-0
WSW-Seoul 2-0 (Poljak, Cole)
WSW-Al Hilal 1-0 (Juric)
Al Hilal-WSW 0-0
LA ROSA- Il Western Sidney Wanderers è uno dei principali modelli per tutte le squadre del calcio australiano e non solo, infatti in pochissimo tempo la società è riuscita a sviluppare una folta schiera di supporters e una solida struttura ormai ben radicata all’interno del territorio australiano. Purtroppo il successo ottenuto a livello continentale è difficilmente ripetibile a livello nazionale, dove i club devono far fronte ad un regolamento molto rigido che prevede il limite di giocatori stranieri e il rispetto di un salary cap. In A-League le squadre devono essere composte da una rosa che va da un minimo di 20 giocatori ad un massimo di 26, tra i quali però sono tollerati solo cinque giocatori stranieri (detti anche Visa player, dal nome del permesso); dalla stagione 2015-16, il numero sarà ulteriormente ridotto a quattro elementi, seguendo le regole vigenti nell’AFC Champions League, dove è permesso inserire tre giocatori stranieri più uno asiatico. Inoltre c’è l’obbligo di avere in rosa anche tre giocatori U20, per cui si punta molto su dei giovani talenti, che però non hanno l’esperienza necessaria per questo tipo di competizioni, dove questo fattore è spesso determinante. A causa di queste restrizioni ci sono stati alcuni addii importanti che hanno colpito la formazione australiana: primo su tutti è stata la partenza dell’esperto centrocampista Shinji Ono, tornato in patria al Consadole Sapporo (squadra militante in J.League 2), a cui si sono aggiunti quelli di Aaron Mooy (andato al Melbourne City) e Youssouf Hersi (andato al Perth Glory). Adesso in squadra ci sono tre conoscenze del calcio italiano: la prima è l’attaccante brasiliano Vitor Saba, con un passato tra le file del Brescia, il secondo è Iacopo La Rocca, prodotto della Pro Vercelli, mentre il terzo è il nigeriano Seyi Adeleke, prodotto del vivaio della Lazio.
GIOCATORI CHIAVE-
Ante Covic: Pilastro di questa squadra, è uno degli artefici del fortino difensivo della squadra di Popovic, che fa della difesa la sua migliore arma. Particolarmente esperto, grazie alle sue esperienze europee (con le maglie di PAOK, Dinamo Zagabria, Hammarby ed Elfsborg) e alla sua partecipazione al mondiale del 2006 come secondo portiere della nazionale dei canguri (eliminata dal rigore di Totti che noi Italiani ricordiamo con molto piacere), potrebbe essere l’arma vincente di questa squadra. Molto agile, eccelle particolarmente nelle uscite (sia alte che basse), dove di non avere paura e di essere abbastanza spericolato allo stesso tempo. Riuscirà ad alzare la saracinesca anche in questa Coppa del mondo, come fatto precedentemente in Champions League?
Nikolai Topor-Stanley: Capitano della selezione australiana, è un centrale non proprio spettacolare da vedere ma risulta particolarmente efficace, infatti anche se non possiede dei piedi ben educati, è uno di quei difensore che non va mai per il sottile, in parole povere spazza quando la palla è in area di rigore e non tira mai dietro la gamba nei contrasti degli avversari; in patria è diventato famoso per le sue spazzate, con le quali è stata fatta anche una parodia. Nonostante un repertorio tecnico rivedibile, è stato uno degli artefici del muro difensivo rossonero con la sua concretezza, preziosa per la vittoria finale dei suoi.
Tomi Juric: “Bomber di Champions” per il Western Sidney Wanderers, è uno dei pilastri della squadra di Popovic che ha trascinato a suon di reti sino alla vittoria finale. Vero e proprio rapace d’aria, sempre in agguato nell’area piccola degli avversari e sempre in attesa di un errore della retroguardia avversaria, è particolarmente bravo anche quando deve proteggere palla per far salire la squadra o semplicemente per farla respirare dopo un periodo di apnea. Attenzione, però, anche alle azioni di contropiede, dove pur non disponendo di una velocità memorabile, è bravo nel rubare il tempo al difensore avversario, che il più delle volte viene colto di sorpresa. Riuscirà a trascinare i suoi sino all’atto finale a suon di goal anche questa volta?