Ligue 1, lotta Psg-Marsiglia: se hai a che fare con un Loco….

Bielsa Marsiglia

PSG ed OM. Due mondi opposti. Il PSG, ricchissimo e pieno di talento, che mira a vincere tutto il possibile e che si può permettere di materializzare in sede di mercato i suoi sogni in realtà. L’OM, squadra con una storia (anche recente) gloriosa, che sa molto bene cosa vuol dire ritrovarsi bruscamente giù, che si trova in un periodo di instabilità, sia economica, che tecnica, nonostante la presenza in rosa di giocatori di talento e di giovani prospetti destinati ad un grande futuro.

Opposti sono anche gli allenatori. Ad allenare il PSG c’è infatti Laurent Blanc, vecchia gloria del calcio francese, che da allenatore, nonostante sia riuscito pure a vincere, gode di una stima a fasi alterne, specie dopo un fallimentare Euro 2012. Un tecnico posato, sicuramente capace che però sembra privo dello “Shining” tipico dei grandi tecnici. Sulla panchina dell’OM si è invece insediato Marcelo Bielsa, tornato in sella dopo un buon biennio all’Athletic Bilbao, in cui ha posto le basi per la qualificazione in CL dei baschi, Segni particolari: pazzo. Infatti lo chiamano “El Loco”. Se volete un paragone un Zeman in salsa Pampas, anche se è più una banalizzazione.

Esteta del gioco dall’embolo facile, Bielsa non ha vinto tantissimo in carriera, ma ha lasciato il segno ovunque è andato sia da c.t. (anche se in molti gli rimproverano di aver fatto rendere al di sotto delle aspettative un’Argentina densa di talento), sia da allenatore di una squadra di club. Si narra che fosse solito a seguire i suoi allenamenti (durissimi) da un albero per avere una visuale migliore e prendere appunti.

E poi ci sono i valori tecnici. Elevatissimi quelli del PSG, che si può permettere lussi come far giocare Cavani esterno, spendere 40 milioni di pounds per (il discutibile) David Luiz e godersi Zlatan Ibrahimovic. Tutti da decifrare quelli del Marsiglia. Tanti giocatori di talento indiscusso ma di discussa continuità come Ayew e Payet, tanti giovani di prospetto come Imbula, Lemina e Thauvin, tanti mestieranti di buon livello, e Gignac, promessa non del tutto mantenuta, e mai troppo amato dalla curva dell’OM, al centro dell’attacco e quasi certo di andare a scadenza nel 2015.

In sede di mercato Bielsa aveva chiesto indicato dei nomi (Tello, Montoya, Rekik ecc..) ma il presidente Labrune non è riuscito ad accontentarlo; l’allenatore, in quanto Loco, non si è fatto scrupolo nell’attaccare il suo datore di lavoro in conferenza stampa. Immaginare una Ligue 1 competitiva generalmente è già difficile oggi, figuriamoci poi pensare ad un Marsiglia in versione cantiere aperto con annessa “Locura” in corso, poter elevarsi al ruolo di contender. Invece la stagione dice apertamente che è “Locura”. In tutti i sensi.

Dopo aver conquistato un punto nelle prime due partite, l’OM di Bielsa, che dirige le operazioni seduto su una comodissima ghiacciaia posizionata al limite dell’area tecnica, si è lanciato a razzo, vincendo e convincendo con il suo 3-3-3-1 camaleontico alla caccia ossessiva della profondità, che ha esaltato i suoi giocatori offensivi, su tutti Gignac, che da uomo inviso alla curva e alla bilancia, è passato ad essere eroe (per quanto precario). L’OM al primo posto in classifica sul PSG. Già il PSG. In questa stagione non ha perso una partita ufficiale, ma in campionato si ritrova secondo.

Fino a cinque giornate fa il gap era addirittura di 7 punti, poi, grazie anche alla vittoria nel “Classique”, il gap si è ridotto ad una lunghezz, con Ibrahimovic che ha finito il rodaggio ed ha recuperato dall’infortunio. Non la situazione in cui i parigini vorrebbero e soprattutto dovrebbero essere. Perché Ibra o non Ibra, e nonostante l’imbattibilità, il PSG in campionato è narciso, si accontenta di specchiarsi nella propria bellezza quando invece dovrebbe colpire forte.

Ne è dimostrazione l’ultima giornata: mentre il Marsiglia batteva il Nantes con il piede sull’acceleratore, il PSG batteva un Nizza in crisi con uno stringato 1-0 su rigore, in cui la squadra di Blanc ha smesso giocare subito dopo il gol, palleggiando (per non usare altri termini) allegramente e rischiando di subire più volte. Un atteggiamento che non paga e che ha finito per produrre l’attuale situazione di classifica. Una situazione da cui non si esce con le certezze economiche e con l’immagine specchiata del proprio talento, ma con qualità che i soldi e il talento non comprano, ovvero la determinazione e la voglia di vincere. Specie se hai a che fare con un “Loco”.

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Laureato in Storia, proiettato nell'attualità, intossicato dal presente e incuriosito dal futuro. Appassionato di calcio, esaltato dal basket, catturato dal rombo di motore della Formula 1. Rimpiango i tempi che furono ma credo comunque nel domani.