Il razzismo è da sempre una piaga debilitante per il mondo del calcio.
Ne abbiamo viste di tutti i colori e lo si è combattuto con ogni genere di risorsa: con ufficialità, dalle ammende per le società alle squalifiche per i giocatori; con pubblicità edificanti, perfino con ironia, Dani Alves che si mangia una banana tiratagli dagli spalti durante una partita con il suo Barcellona.
Questa, però, ci mancava. Durante una partita tra Zenit e Mordovia Saransk, un acceso diverbio tra Hulk e il direttore di gara è sfociato nell’imponderabile.
“Ho cercato di parlargli – dice l’attaccante brasiliano -. Lui si è girato verso di me, con fare arrogante e nervoso, e mi ha detto che non dovevo sfiorarlo. Allora gli ho chiesto se per caso fosse razzista e lui mi ha risposto così: ‘Sì, lo sono. Non mi piaci tu e non mi piacciono i neri’“.
L’intera Europa è rimasta costernata davanti alle affermazioni del signor Matyunin. Fa veramente impressione quando a cascarci è un arbitro, la persona deputata a far rispettare le regole.
Il razzismo in Russia è abbastanza diffuso, come confessa lo stesso Hulk ad alcuni media brasiliani: “In occasione delle partite ci sono sempre comportamenti razzisti da parte della ‘torcida’ rivale ed è inaccettabile, non possiamo tollerare questo tipo di cose. Certi tifosi lo fanno per destabilizzare un calciatore, ma che sia razzista perfino l’arbitro e’ una cosa fuori dal mondo“.
Si attendono provvedimenti doverosi nei confronti di una persona che, in virtù del suo ruolo, deve essere la prima a fugare categoricamente atteggiamenti di questo tipo.