Coppa del Golfo, è festa Qatar! Continua la maledizione per l’Arabia Saudita

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La nazionale del Paese organizzatore del Mondiale 2022 conquista per la terza volta la Coppa del Golfo, grazie al 2-1 in finale contro i padroni di casa dell’Arabia Saudita. Ai Falchi Verdi il torneo regionale sfugge dall’ormai lontano 2003

Pochi o probabilmente nessuno ci avrebbe scommesso poco meno di due settimane fa, quando queste due stesse nazionali, sempre a Riyadh, diedero il calcio d’avvio alla 22° Coppa del Golfo. Ma a portarsi a casa l’alloro più prezioso è proprio il Qatar, partito a fari spenti con tre pareggi consecutivi, ma apparso quindi nella fase decisiva con impeto e carattere. La nazionale guidata dal giovane tecnico algerino Djamal Belmadi, ha vinto dimostrando di non arrendersi di fronte alle prime avversità, se è vero che dopo essere partita in svantaggio nella semifinale contro l’Oman e aver rimontato, anche nella Gran Finale non si è di certo fatta scoraggiare dal gol di Saud Kariri al 15,’ con cui i padroni di casa erano andati avanti.

Lo stadio internazionale ‘Re Fahd’ in visibilio, l’entusiasmo del pubblico che cresceva, il tabellone che recitava 0-1, ma la reazione era immediata, quasi a bruciapelo. Infatti, dopo il colpo di testa su calcio d’angolo con cui il centrocampista dell’Hilal aveva infilato il secondo palo, ecco che arrivava un corner dall’altra parte in favore del Qatar. Dalla bandierina sinistra andava Al Haydos e nel mucchio sbucava la testa del difensore centrale qatariota Almahdi Ali. La deviazione verso il secondo montante diveniva imprendibile per Waleed Ali. Il pareggio immediato tarpava le ali ai padroni di casa, che improvvisamente mettevano a nudo la loro fragilità emotiva, accusando la pressione di giocare di fronte a un pubblico digiuno di trionfi da parecchi anni. La nazionale di Juan Ramón López Caro presentava il solito canovaccio fatto di circolazione e inserimenti sui fianchi, ma sia Al Dossari a destra che Al Abid a sinistra faticavano a supportare i movimenti di Al Shamrani, unico punto di riferimento in attacco nel 4-2-3-1 classico disegnato dal ct spagnolo.

Il merito era anche di Belmadi, che optava per una zona mista in cui i terzini Musa e Hassan spesso andavano direttamente a marcare a uomo le due ali saudite, riuscendo così a tagliare i circuiti offensivi della nazionale di casa. Ciononostante al 38’ Al Dawsari aveva un’occasione ghiottissima per riportare avanti i suoi, ma una volta servito a tu per tu col portiere Burhan, dal vertice destro dell’area piccola chiudeva con un diagonale troppo aperto, divorandosi un gol che pareva già fatto.

I Marroni dal canto loro cercavano di sfruttare le ripartenze, ma una volta pervenuti nell’ultimo quarto di campo, sovente mancavano di incisività. Tuttavia al 58’, su palla inattiva, ecco che arrivava il momento decisivo della Coppa del Golfo n° 22: calcio di punizione con palla collocata a circa 40 metri dalla porta saudita, ancora Al Haydos ispirava col suo spiovente, il centrale saudita Hawsawi spazzava di testa, ma la sfera finiva in area sul destro dell’algerino naturalizzato qatariota, Boualem Khouki, la cui conclusione di prima si infilava sotto le gambe di un non impeccabile Waleed Ali.

Il 2-1 gelava lo stadio. López Caro provava al 65’ a correre ai ripari con la carta Yahya Al Shehri al posto di un evanescente Waleed Al Rasheed, per ridare smalto alla manovra saudita, lasciando in panchina a sorpresa tutti e 90 i minuti il veterano Taisir Jassim. La mossa non dava i frutti sperati. Il resto dell’incontro scorreva via con l’Arabia Saudita alla vana e disperata ricerca del pareggio. Ma il triplice fischio dell’iracheno Esee sanciva il trionfo del Qatar. Per la nazionale qatariota terzo successo nella manifestazione, il primo fuori dal proprio Paese dopo i successi in casa nel 1992 e nel 2004.

Una vittoria che tra l’altro sorprende per le assenze importantissime di giocatori come il goleador uruguagio naturalizzato Sabastián Soria e di Khalfan Ibrahim, giocatore asiatico dell’anno 2006, delle quali il ct Djemal Belmadi ha saputo comunque tirare fuori le virtù di calciatori giovani quali l’attacante Al Haydos, i centrocampisti Assadalla e Khouki, i gol dei quali sono stati decisivi in semifinale e finale rispettivamente, senza dimenticare il grande rendimento del più esperto 28enne Mohammed Musa in difesa.

Per i sauditi continua la maledizione. Da quando la Coppa del Golfo ha assunto l’attuale formula con semifinali e finale, i Falchi Verdi non sono mai riusciti ad alzarla: nelle ultime sei edizioni, tre finali giocate ed altrettante sconfitte. Il demerito della nazionale pluricampione d’Asia è stato quello di fallire troppe occasioni da gol, analogamente a quanto accaduto all’Hilal nell’ultima Champions Asiatica. Il demerito di López Caro è stato quello di fare affidamento esclusivo sul 4-2-3-1 con Al Shamrani unica punta, dando praticamente zero spazio a molte giovani promesse come Al Shehri, Naif Hazazi e Abdulfattah Asiri: al primo appena 40 minuti in tutto il torneo, ai secondi neanche una chance. In questo senso l’unica nota positiva Nawaf Al Abid, il 24enne che gioca largo a sinistra tra i tre dietro l’unica punta.
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NUMERI DEL TORNEO E FUTURO

Si ammaina la bandiera della Coppa del Golfo all’ombra della mezzaluna di Riyadh. Il bilancio finale è di 33 gol in 16 partite, non troppi di meno rispetto ai 36 segnati all’inizio dello scorso anno in Bahrein, ma le squadre in attacco non sono state affatto brillanti, con l’Arabia Saudita miglior attacco con 9 conquiste, nonostante i tantissimi gol sbagliati. L’attaccante Ali Mabkhout degli Emirati Arabi Uniti si è aggiudicato la Scarpa d’Oro con 5 reti. Guanto d’oro al portiere qatariota Burhan, mentre Nawaf Al Abid di cui detto sopra, è stato scelto come miglior giocatore del torneo, trofeo che con maggior sorte avrebbe fatto sicuramente proprio ancora una volta Omar Abdulrahman, fenomenale regista degli Emirati Arabi Uniti, stoppato in semifinale da una sfortunata contusione alla caviglia (non sarebbe a rischio per la Coppa d’Asia, a 46 giorni dall’esordio di Canberra proprio contro il Qatar).
Il Qatar ha eguagliato con tre vittorie nell’albo d’oro proprio l’Arabia Saudita, oltre che l’Iraq. Tutt’e tre si trovano comunque a distanza siderale dal Kuwait, dominatore storico di questa competizione con 10 trionfi.

Il Qatar è stata la prima nazionale a vincere una finale secca battendo i padroni di casa nel match decisivo. Nei quattro precedenti,il fattore campo aveva sempre favorito la nazionale ospitante: 1974(in Kuwait) KUWAIT-ARABIA SAUDITA 4-0
2004(in Qatar) QATAR-OMAN 1-1 dts(6-5 rig.)
2007(negli Emirati) EMIRATI ARABI UNITI-OMAN 1-0
2009(in Oman) OMAN-ARABIA SAUDITA 0-0 dts(6-5 rig.)

L’Arabia Saudita ha chiuso per la sesta volta al secondo posto, confermandosi la squadra più volte presente tra le prime 3: ben 16 volte i Falchi Verdi sono infatti saliti sul podio, ma è una magra consolazione.
Qatar e Arabia Saudita saranno presenti a gennaio in Australia nella Coppa d’Asia: i nuovi campioni del Golfo giocheranno nel girone C con Iran, Emirati Arabi Uniti e Bahrein; i sauditi integreranno invece il gruppo B assieme ad Uzbekistan, Cina e Corea del Nord.

La Coppa del Golfo tornerà forse alla fine del 2016 o forse all’inizio del 2017. Come sempre aleggiano incertezza e disorganizzazione circa questo torneo, la cui prossima edizione è stata nuovamente programmata (terza consecutiva) in Iraq, ma sia all’inizio del 2013, come quest’anno, il comitato organizzatore ha ritenuto opportuno (e lo è stato) spostare il torneo ad altre sedi. Il panorama politico militare devastato del nordest iracheno, non sembra lasciare margine a cambiamenti a medio termine tali da far pensare che le terre tra il Tigri e l’Eufrate possano tornare a ospitare il torneo per la prima volta dal 1979.
Mentre i fuochi d’artificio illuminano le notti di festa a Riyadh e Doha, il gol più importante speriamo lo segni la pace.