Il Barcellona, dopo essersi ritrovato alla grande in campionato col 5-1 al Siviglia, offre una gran prestazione anche in Champions League: i blaugrana battono nettamente, a Cipro, il sempre ostico Apoel Nicosia. Finisce 4-0, il protagonista assoluto è Messi che diventa il miglior marcatore di sempre in Champions League superando Raul e assestandosi a quota 74.
Luis Enrique sorprende con qualche scelta non preventivata alla vigilia: Mascherano è avanzato nel suo ruolo naturale di “volante” e scalza Busquets, a centrocampo c’è anche Rafinha al posto di Xavi. Piqué è confermato al centro della difesa (prima volta in stagione che gioca due partite di fila da titolare), con lui c’è Bartra. Fuori Iniesta e Vermaelen, il belga ormai è un oggetto misterioso. La novità più importante riguarda però l’attacco: Messi, come in nazionale, si sposta a destra, posizione tra l’altro che probabilmente ne massimizza tutte le potenzialità, per permettere a Suarez, ancora a secco di gol col Barcellona, di giocare al centro e più vicino alla porta. C’è anche Pedro per dar fiato a Neymar. Sheridan è l’unica punta dell’Apoel ultradifensivo schierato in campo da Donis; i ciprioti, d’altronde, hanno sì subito soltanto 4 gol ma nelle 4 partite disputate nel girone di Champions hanno effettuato cinque tiri in porta, uno dei quali si è anche trasformato in rete.
A fine partite, il totale dei tiri in porta dell’Apoel si aggiornerà a sei. Il risultato si aggiorna grazie alla conclusione di De Vincenti, sullo 0-3, splendidamente deviata da ter Stegen. I restanti novanta e passa minuti sono di marca blaugrana, un monologo. Poco davvero da commentare, oltre la cronaca più nuda di una partita senza storia. Aloneftis ha cominciato bene su Messi, poi l’argentino ha salutato gli umani e preso il volo verso l’ennesimo record. Suarez è partito nella morsa dei centrali di casa, poi la magia su Joao Guilherme con conseguente gol ha sbloccato l’uruguaiano, apparso un altro giocatore da un minuto all’altro. Bene Rafinha, fino all’assurda espulsione decretata dal sempre protagonista Rocchi, segnali positivi di Piqué e Pedro, i due “storici” dello spogliatoio delusi dallo scarso utilizzo sotto la gestione Luis Enrique.
Suarez centrale per la presa comoda di Pardo, Dani Alves dal limite alto, Jordi Alba (splendidamente imbeccato da Messi) che spreca davanti a Pardo concludendo al volo ma a lato. Sono i i primi tre avvisi del Barcellona che passa, meritatamente, al 27′: Suarez controlla a seguire, di tacco, compie un tunnel su Joao Guilherme e piazza morbidamente sul palo opposto. E’ il primo gol ufficiale del “conejo” con la maglia azulgrana. Stadio ammutolito che comincia a godersi lo spettacolo del Barça e si prepara a rendere omaggio a Leo Messi. L’argentino, al 38′, devia con un tocco astuto la conclusione di Rafinha dal limite siglando così lo 0-2. La notizia sta però nell’ennesimo record della “pulce”: quattro giorni dopo essere diventato il miglior marcatore della Liga, Messi si ripete in Champions League, scavalcando Raul fermo a quota 71. Nella ripresa arriverà fino a 74, staccando così Ronaldo di quattro lunghezze.
La ripresa, come facile intuire, è poco più di una sgambata. L’Apoel non può nulla, nel Barcellona un po’ tutti cercano gloria in attacco, compresi i centrali. Al 58′ Messi, imbeccato da Dani Alves, stoppa di sinistro e beffa di destra Pardo. L’argentino, ispiratissimo, offre un incredibile assist di tacco, sprecato dalla conclusione potente ma centrale di Suarez. Entrano Xavi, Busquets e Adriano, vengono espulsi Rafinha e Joao Guilherme per doppia ammonizione. All’87’, tripletta di Messi: azione ubriacante del Barça, chiusa dall’assist, solito, arretrato di Pedro e dal tocco sotto misura del dieci. Anche a Nicosia, un giorno, potranno dire di aver visto un extraterrestre in campo.