Nel girone A della Coppa del Golfo i padroni di casa superano lo Yemen e conquistano il primo posto, mentre il Qatar passa con tre pareggi. Nel girone B sorprende l’Oman che con una clamorosa goleada manda a casa il Kuwait e vince a sorpresa il girone, mentre i campioni degli Emirati Arabi battono di nuovo l’Iraq e sono secondi: domenica semifinali Oman-Qatar e Arabia Saudita-Emirati Arabi Uniti
Si è conclusa la fase a gironi della Coppa del Golfo e due semifinaliste su quattro della passata edizione sono tornate a casa: i vicecampioni dell’Iraq nel girone B sono stati sconfitti 2-0 dagli Emirati Arabi nella rivincita dell’ultima finale; molto più clamorosa è l’eliminazione del Kuwait, crollato totalmente nell’incontro con l’Oman, che ha fatto suoi i tre punti con un 5-0 che non ammette repliche. Con questo trionfo straripante, i Guerrieri Rossi di Le Guen hanno conquistato sul filo di lana il primato nel secondo gruppo, grazie alla migliore differenza reti. In questo modo evitano l’incrocio con l’Arabia Saudita in semifinale e nella sfida di domenica con il Qatar sembrano favoriti per un posto in finale.
Arabia Saudita ed Emirati Arabi si affronteranno invece per la terza volta in una semifinale di Coppa del Golfo, con un trionfo per parte nei due precedenti in tale fase.
GRUPPO A
ARABIA SAUDITA-YEMEN 1-0
E’ bastata una spettacolare bomba di sinistro di Nawaf Al Abid al 28’ all’Arabia Saudita per battere lo Yemen e conquistare un posto in semifinale come primatista del gruppo A. Il gol è nato dal calcio d’angolo tirato da Taisir Al Jassim, che dalla destra faceva spiovere al limite dell’area, Al Zoari sfiorava il pallone di testa senza toccarlo, con la sfera che balzava quindi appena fuori dai 16 metri, dove Al Abid sferrava un mancino a 93 km/h che non lasciava scampo al portiere yemenita Ayash e si infilava sotto il sette.
Una vittoria meritata per la nazionale di López Caro, più ordinata, propositiva ed in possesso di concetti calcistici più consolidati, come movimenti senza palla, tagli, diagonali, sovrapposizioni, in sintesi delle geometrie caratteristiche del calcio più sviluppato, come quello spagnolo di cui Lopez Caro è vessilifero, e del quale ha saputo insegnare ai sauditi l’applicazione di alcune delle risorse esaltate al massimo dalla Spagna degli ultimi anni. Il problema dei Falchi Verdi è che sbagliano troppi gol, anche se ieri contro lo Yemen potevano concedersi questo lusso. Infatti la nazionale sud arabica chiudendo con 0 gol segnati la sua settima Coppa del Golfo, a messo a nudo la scarsissima concretezza in avanti.
La mano di un tecnico europeo come il cèco Soukup si vede, perché si nota una maggiore solidità difensiva (solo un gol subito da azione da corner, contro i 6 della passata edizione), una maggiore solidarietà tra i giocatori, e una migliore predisposizione degli stessi nella costruzione della manovra, ma nel calcio bisogna far gol, e seppure l’impressione è di una squadra messa meglio in campo, con maggiore capacità di lottare e di affrontare i rivali regionali, lo 0 alla voce gol fatti si ripete anche ad Arabia Saudita 2014, dopo Bahrein 2013 e soprattutto resta il fardello di quello 0 nel numero di vittorie nel torneo per cancellare il quale l’appuntamento per lo Yemen è ancora rimandato.
QATAR-BAHREIN 0-0
Nel match giocato al Principe Faisal ancora uno 0-0 (il quarto in 10 partite) questa volta tra Qatar e Bahrein. Un pareggio a reti inviolate che permette ai qatarioti di avanzare alla semifinale in stile Italia mondiali 82, anche se a parte l’ovvia differenza di contesto, i Marroni con 3 punti hanno raggiunto il secondo posto in solitario, lasciandosi alle spalle Yemen e lo stesso Bahrein con 2 punti. La squadra dell’algerino Belmadi ancora una volta ha deluso le aspettative,: poca profondità dei suoi attaccanti ed eccessivo affidamento ai lanci lunghi e alle palle alte per avere ragione della difesa rivale.
Un solo gol all’attivo non è di certo un buon segnale per il Qatar, per il quale ad ogni modo la semifinale è una realtà. Bahrein lontano parente di quello guidato da Gabriel Calderón a inizio 2013 nel torneo di casa, dove sfiorò la finale. Dopo la sconfitta nel secondo match contro l’Arabia Saudita, con ben due autogol, la federazione bahreinita ha esonerato il tecnico iracheno Adnan Hamad, a cui è subentrato uno dei suoi assistenti, Majan Eid. Ma il cambio in corsa non ha sortito effetti positivi per i Rossi, che per la prima volta nella storia escono dal torneo senza segnare neanche un gol.
GRUPPO B
KUWAIT-OMAN 0-5
Nessuno avrebbe mai e poi mai immaginato un risultato tanto ampio in favore dell’Oman, vista in particolare la scarsa prolificità mostrata nei primi due incontri(solo un gol su rigore) e l’imprecisione che soprattutto nella seconda partita contro l’Iraq aveva negato alla nazionale di Paul Le Guen la vittoria. Il crollo dell’Azraq cominciava alla fine del primo tempo, quando al 44’ Al Busaidi dalla fascia sinistra faceva partire un lancio su cui si proiettava Al Muqbali che anticipava i centrali kuwaitiani, colpevolmente in ritardo, e scavalcava Al Khaldi per l’1-0. A bere qualcosa di fresco negli spogliatoi e riorganizzarsi mentalmente per la ripresa? Nient’affatto. Benjamin Williams concedeva 3 minuti di recupero e proprio a pochi secondi dal duplice fischio dell’intervallo ecco il gol di Said Ruzaiqi: spettacolare combinazione di passaggi dei giocatori dell’Oman all’altezza del lato destro dell’area, palla per Suhail che entrava in area dal fondo, metteva un cross su cui Al Khaldi usciva goffo e sulla difettosa respinta del portiere azzurro, Ruzaiqi (nella foto) infilava di sinistro, per il suo primo gol in nazionale alla seconda presenza.
Il Kuwait era a terra. Quando la squadra del brasiliano Jorvan Vieira ritornava negli spogliatoi era ancora qualificata, ma col senno del poi, è probabile che i giocatori fossero coscienti che il primo gol che arrivasse dall’altro incontro sarebbe stato quello che li condannava all’eliminazione.
L’intervallo era infatti appena una formale interruzione dell’alluvione con cui la squadra di Le Guen spazzava via gli azzurri. Già al 48’ (questa volta il terzo minuto del secondo tempo) l’Oman andava sul 3-0: ancora Suhail suggeriva con un traversone, liscio del centrale Khaled Ibrahim e Said Ruzaiqi in sforbiciata batteva ancora Al Khaldi. A questo punto l’unica speranza a cui ancora rimaneva ancorato il Kuwait era che Emirati Arabi-Iraq finisse in pareggio, perché la vittoria di qualsiasi delle due lo condannava. Ma l’illusione si spegneva dopo pochi istanti, quando giungeva la notizia del vantaggio emiratino con Ali Mabkhout.
Al 59’ 4-0 omanita con la tripletta di Said Ruzaiqi: rilancio dalla propria area del portiere del Brighton and Hove, Al Habsi, il suo collega kuwaitiano Al Khaldi usciva a farfalle fuori area e veniva scavalcato dal pallone; dopo una respinta affannosa dei difensori del Kuwait, Ruzaiqi non faticava più di tanto a depositare in rete per la quarta volta, la terza per lui nella serata: 2 presenze e 3 reti per questo quasi 28enne nella sua giovanissima carriera internazionale.
Al 90’ minuto, con il 2-0 degli Emirati nell’altra gara che non lasciava ormai margini di speranza al Kuwait, arrivava anche il 5-0 dell’Oman: cross dalla sinistra di Al Busaidi, ancora un’uscita in ritardo di Al Khaldi (una serata da dimenticare) e colpo di testa di Al Muqbali, la cui doppietta lo porta a 12 gol con la maglia dei Guerrieri Rossi.
Oman in semifinale per la prima volta dall’edizione del 2009, Kuwait fuori al primo turno per la prima volta dall’edizione del 2007. Per gli azzurri 10 volte campioni del Golfo è stata questa la peggior sconfitta della sua storia nella competizione regionale.
EMIRATI ARABI UNITI-IRAQ 2-0
Era la rivincita simbolica della finale giocata a gennaio 2013 a Manama nel Bahrein, ma l’esito è lo stesso. Vincono gli Emirati Arabi, che partivano senza spingere eccessivamente e privi della brillantezza del fantastico primo tempo della partita col Kuwait, anche perché Abdulrahman era un po’ fuori giri nei primi 45 minuti. Poi le notizie dei gol dell’Oman (che in quel momento eliminavano gli Emirati) davano una strigliata alla nazionale emiratina, che dopo 5 minuti del secondo tempo sbloccava il risultato: Ali Mabkhout riceveva a trequarti e dal limite dell’area faceva partire con il destro un missile sotto il sette, imprendibile per Hakim Jalal.
A quel punto l’incontro era a senso unico: l’Iraq provava disperatamente ad avanzare, ma gli Emirati erano estremamente efficaci nel tagliare tutti i circuiti di gioco, gestivano meglio il possesso palle e nella ripartenza erano micidiali. Così non sorprendeva al 62’ il raddoppio della nazionale di Abu Dhabi: Al Khalil riceveva sulla sinistra all’altezza di trequarti, vedeva nel corridoio Ali Mabkhout, che servito batteva con tocco sotto Jalal per il 2-0. La goleada dell’Oman nell’altro incontro frenava le velleità di leadership degli uomini di Mahdi Ali, che si accontentavano di gestire il doppio vantaggio.
Pochi istanti prima del fischio di chiusura c’era ancora tempo per uno show di Omar Abdulrahman che triangolava con Ali Mabkhout, riceveva il passaggio di ritorno, si esibiva in una serpentina con cui saltava l’ultimo marcatore e il portiere Jalal, senza però riuscire ad appoggiare nella porta vuota.
Emirati che affronteranno l’Arabia Saudita in una semifinale che per quanto visto ha il sapore di una finale anticipata.
LE SEMIFINALI
Si giocano domenica, entrambe allo stadio internazionale ‘Re Fahd’. Si comincia alle 15.45 italiane con Oman-Qatar e successivamente alle 19 di Roma, Arabia Saudita-Emirati Arabi Uniti: in palio la Gran Finale di mercoledì prossimo; le sconfitte giocano la finalina il martedì.