Il duello per il primato del girone tra Italia e Croazia si è concluso con un pareggio che ha soddisfatto moderatamente entrambe le squadre per i valori espressi in campo. Il possesso palla favorito dalla grande qualità tecnica dei centrocampisti croati ha raggiunto altissime percentuali. Gli ospiti hanno dominato con uno stordente 67,2% a cui, però, non è corrisposto un eguale numero di occasioni da rete.
Certo è che si era a conoscenza del il disavanzo tecnico: “Lo sapevamo che affrontavamo una squadra forte, esperta. Di fatto era la stessa squadra dei mondiali”, ha dichiarato Conte a fine partita. Ma l’Italia non si è disunita mai, specialmente nei momenti di maggiore difficoltà, quando si è dovuto far fronte all’inaspettato infortunio di Pasqual e al cambio di modulo. “Inevitabile che nei momenti in cui ti assesti, senza i punti di rifermento precedenti, subisci”.
Grazie all’eclettismo di Candreva, Conte, si è però tirato fuori dallo stallo: il centrocampista della Lazio ha giocato prima da mezzala nel 3-5-2 iniziale, poi da esterno destro nel 4-4-2 dopo l’ingresso dell’esordiente Soriano, infine da attaccante esterno nel 4-3-3. Candreva è migliorato molto in termini di personalità e intelligenza tattica, dimostrando di assimilare sapientemente quella che è la filosofia contiana: predisposizione al sacrificio, concentrazione e cuore. “Sono molto soddisfatto, penso che rispetto alla Croazia abbiamo ampi margini di miglioramento”.
Per il ct, che punta molto sul cuore e sulle motivazioni, oltre che sulle qualità tecniche, il fattore pubblico è sempre importante: “Ringrazio il pubblico che ci ha sostenuto fino alla fine”.
Infine ribadisce quale sia la strada che vuole percorrere in virtù del fatto che l’entusiasmo e la gioventù sono due cardini della sua politica gestionale: “Abbiamo bisogno di El Shaarawy di Pellé, di tutti, di gente nuova che ha voglia ed entusiasmo”.