VILLARREAL – Approfittiamo della pausa per immergerci nella cantera amarilla, autentico fiore all’occhiello della società castellonense, che con un duro lavoro quotidiano continua a sfornare materia grezza per le nazionali giovanili spagnole. Per capire quanto stia assumendo i contorni di un vero e proprio centro di riferimento per l’intero movimento nazionale, basti sapere che solamente questa settimana sono stati convocati nelle divisioni inferiori della selezione iberica ben dieci giovani del settore groguet. Parliamo di Moi Gómez e Pablo Íñiguez (attualmente in prestito al Girona) nell’under-21; Adrián Marín, Nahuel Leiva e Ramiro Guerra nell’under-19; Manu Morlanes e Dani Villanova nell’under-17; Edu Adell, Sergio Lozano e Iván Martín nell’under-16; senza considerare che in seguito all’infortunio di Fàbregas lo stesso Bruno Soriano è tornato a Las Rozas, centro d’allenamento della Roja. Il lavoro che da anni si sta effettuando sui giovani sta avendo, in questi anni, probabilmente il massimo sviluppo in assoluto.
Coloro che ci guideranno nella nostra avventura nel centro di Miralcamp sono Raúl Herrera e Sergio Navarro, i due coordinatori dell’intera struttura, che lavorano come fossero un’unica figura, la loro suddivisione dei compiti permette un maggiore controllo di ogni area. Sì, perché il settore giovanile del Villarreal è fra i più grandi di Spagna con un totale di 42 squadre e un parco giocatori che supera quota 600, per fare un paragone con la Masia a Barcellona gestiscono 15 formazioni per un totale di poco inferiore ai 250 calciatori. La dirigenza amarilla però può contare su un’importante collaborazione con il Roda, squadra prettamente giovanile, che con le sue sei formazioni contribuisce in maniera rilevante al movimento villarrealense, tanto che entro il prossimo anno nella periferia di Vila-real dovrebbe nascere una seconda cittadella sportiva da affidare completamente a questa società affiliata.
Sergio Navarro, 31 anni di cui un terzo al Villarreal, è il responsabile dell’area tecnica, vale a dire è colui che coordina gli allenamenti e l’organizzazione delle partite: «mi occupo di parlare con gli allenatori per essere al corrente di tutto il lavoro che si svolge e del perché viene effettuato,» spiega «io e Raul facciamo riunioni settimanali per conoscere tutti i dettagli che possono incidere sul nostro lavoro, e ovviamente siamo in contatto ogni giorno». Mentre Raúl Herrera, 35 anni, è il responsabile dell’area gestionale, quindi relazioni pubbliche e rapporto con i genitori, mansioni differenti ma totale collaborazione su ogni decisione presa nell’intero centro. «Siamo la punta dell’iceberg, ma abbiamo molti collaboratori il cui lavoro è fondamentale come Pablo Cañada, Pablo Pitarch, Quique Parra, Toni Martínez che si occupa del Progetto Wanda.» prosegue Sergio Navarro «Citerei anche i due psicologi Edu Morelló e Berni Vert, la cui mole di lavoro a fari spenti è impressionante. Nelle foto appariamo noi due però senza il loro lavoro tutto verrebbe meno». Quindi una fitta rete di collaboratori, ognuno col proprio compito, e tutti sottoposti all’attenta vigilanza del Giano bifronte, il tutto con il solo fine di trasformare giovani promesse in calciatori.
Finora il vivaio si è rivelato una valida alternativa al mercato: undici canterani fanno parte della prima squadra, e non sono pochi considerando anche che la famiglia Roig devolve circa 10-12 milioni al settore giovanile, vale a dire quasi un quarto dell’intero fatturato. «La politica di puntare sui giovani funziona benissimo. Per noi è un orgoglio vedere in prima squadre gente come Moi Gomez che è arrivato qui a dodici anni e ora sta giocando in Primera.» continua Herrera «Siamo convinti che nel giro di un paio di anni potremmo fare un salto di qualità, perché abbiamo dei giovani che riteniamo possano avere un grande futuro in prima squadra». E non c’è da sorprendersene, a Granada ad esempio Marcelino ha schierato una formazione con un’età-media poco sopra i ventidue anni, con otto under-24 e sette canterani, tra cui Adrián Marín e Gerard Moreno, entrambi debuttanti in massima serie.
«Il nostro obiettivo è sfornare costantemente calciatori che possano essere utili alla prima squadra. Sia noi che gli allenatori delle squadre giovanili siamo coscienti delle aspettative che la società ha riposto sulla cantera» spiega Navarro, che poi approfondisce il rapporto personalizzato con ogni adolescente «noi consideriamo ogni ragazzo come un sistema complesso e in base alla sua età e alla sua individualità impostiamo un differente tipo di lavoro». Lo stesso Herrera ci aiuta a capire da dove arrivi tutta questa sicurezza nel futuro «il segreto è nella testa del ragazzo. Qui tutti hanno talento, la differenza la fanno la recettività e la voglia di imparare del singolo, noi dobbiamo modellare le loro capacità, non sempre sfonda il più bravo tecnicamente ma a volte il più preparato». Insomma non solo attenta selezione e allenamenti duri, ma un lavoro specifico per ogni gemma grezza, in modo che una volta uscita dalla cantera grogueta possa splendere di luce propria. Il futuro sta per essere fabbricato qui.