Adesso chiamatelo Carl Madrid

Dopo un’estate di stravolgimenti all’insegna del glamour, pensare a un Real Madrid così dominante era difficile se non impossibile. La squadra era stata stravolta dagli arrivi, ma soprattutto dalle partenze di Di Maria e Xabi Alonso, ingranaggi chiave di quel meccanismo perfetto che ha portato al double Copa del Rey-Decima. La partenza stentata e le sconfitte contro il Real Sociedad e l’Atletico sembravano essere preludio ad una stagione se non storta quanto meno anonima, in cui ripetere i fasti della scorsa stagione sembrava impossibile. Creare una nuova macchina perfetta con queste premesse tecniche, difficile se non impossibile per tutti, anche per Ancelotti. Già, Ancelotti, tecnico vincente dalle intuizioni geniali che l’anno scorso è riuscito grazie ad un colpo di genio chiamato Di Maria ad arrivare dove altri avevano toppato, ma che quest’anno, dopo aver assistito allo smantellamento della sua creazione,si ritrovava costretto a doverne creare una nuova in tempi strettissimi. Ci è riuscito anche stavolta.

Da quel roboante 2-8 al Riazor contro il Deportivo, la nuova macchina di Carletto ha macinato chilometri con prestazioni impressionanti, distruggendo gli avversari nettamente inferiori con punteggi tennistici e ridicolizzando quelli di livello più alto vincendo senza mai patire più di tanto. Ancelotti , che pure aveva provato a trasformare (con risultati tutto sommato buoni) James Rodriguez in un Di Maria-bis, alla fine ha preferito cambiare volto al Real Madrid passando dal 4-3-3 ad un 4-4-2 elastico con i due esterni che in fase offensiva giocano a ridosso delle punte, scivolando verso il centrocampo in fase di contenimento con un elasticità molto simile a quella che garantiva Angel Di Maria da mezzala, rendendo la squadra ordinata in fase di copertura nonostante manchi un interditore puro nello schieramento di partenza.

Nelle ultime 11 partite tra campionato e coppa sono arrivate 11 vittorie con 36 gol fatti e 5 subiti che si traducono nella rimonta con primato nella Liga e nella qualificazione con due turni d’anticipo nel girone di Champions League. Numeri impressionanti che danno la misura dell’ennesimo prodigio tecnico-tattico del tecnico di Reggiolo che è riuscito nella difficilissima impresa di rendere solida dietro una squadra che senza incontristi puri, deve sorreggere il peso di 4 autentici tenori offensivi. Come l’anno scorso, in questo momento, la chiave è rappresentata da un giocatore di talento che però sembrava esser finito nel dimenticatoio, offuscato dalla luce delle stelle della Casa Blanca. E’ il caso di Isco, che da esterno sinistro in assenza di Bale, sta offrendo delle prestazioni eccellenti sia sotto il profilo qualitativo che sotto quello quantitativo, aspetto perfettamente fotografato dallo scatto furioso su Iniesta che ha propiziato il definitivo 3-1 nel Clasico (clicca QUI per cronaca e highlights del big match).

Se il talento andaluso manterrà la titolarità con Bale in rampa di lancio per rientrare è difficile saperlo. Nel frattempo però il Real Madrid si gode il suo magic moment guardando tutti dall’alto in basso sia in Champions League che nella Liga, con la consapevolezza di dover si difendere lo status acquisito, ma anche di avere i mezzi per poterlo fare. Avere tanto talento sicuramente aiuta, ma avere qualcuno che sa gestire e utilizzare il talento al momento opportuno e nel modo migliore fa la differenza. Ed in questo Ancelotti è un maestro. Adesso chiamatelo Carl Madrid.

Emilio Scibona

Laureato in Storia, proiettato nell'attualità, intossicato dal presente e incuriosito dal futuro. Appassionato di calcio, esaltato dal basket, catturato dal rombo di motore della Formula 1. Rimpiango i tempi che furono ma credo comunque nel domani.

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