HJK HELSINKI-TORINO 2-1. L’avventura europea del Torino, fino ad oggi impeccabile, viene macchiata da un’imperdonabile sconfitta in Finlandia, contro il modestissimo HJK Helsinki. Non possono bastare le difficili condizioni ambientali come giustificazione per un 2-1 che sfiora, francamente il ridicolo. Di questi tempi dobbiamo accettare con un pizzico di rabbia anche una sconfitta di una rappresentante italiana in Europa contro una finlandese. Al peggio non c’è davvero mai fine.
Ventura sceglie un moderato turnover: in panchina ci vanno Gillet, El Kaddouri, Molinaro e Nocerino, ma in compenso in attacco c’è Fabio Quagliarella. Al suo fianco lanciato titolare il giovane titolare Josef Martinez che, per la verità, non lascerà particolari tracce di sé. Ad ispirare la manovra offensiva c’è Sanchez Mino, tra i migliori in questa prima parte di stagione tra i granata. Il Torino difende il primato del Gruppo B, conquistato soprattutto grazie alla difesa capace di restare imbattuta per le prime tre partite.
Temperatura sotto lo zero, campo ghiacciato, accenno di neve. Condizioni quasi proibitive ma tra i tifosi, sia locali che ospiti (se ne contano più di 400 granata), c’è qualcuno che ha la bella idea di starsene a torso nudo. Buono l’inizio del Torino, possesso palla (Benassi ispirato in mezzo al campo), Quagliarella pericoloso con una conclusione dalla distanza deviata forse con un braccio. I granata crescono, con ritmi per la verità non altissimi, ma almeno qualcosa creano: Doblas è bravo e fortunato sulla punizione di Sanchez Mino, l’ex portiere del Napoli poi si supera con un colpo di reni sul destro di Quagliarella diretto all’incrocio. L’Helsinki è davvero poca cosa ma costruisce l’occasione migliore del primo tempo: Savage lancia Kandji in profondità, ma l’attaccante di colore sbaglia il controllo solo davanti a Padelli e favorisce l’uscita bassa del portiere ospite.
Poco prima, il clamoroso palo di Sanchez Mino che va vicino al gran gol con una potentissima conclusione di sinistro deviata sul legno da DOblas. Il freddo, poco dopo, miete la prima vittima: l’arbitro nordirlandese Hunter accusa un problema muscolare e lascia spazio al quarto uomo. Lo 0-0 alla fine del primo tempo lascia un po’ interdetti: la differenza tecnica è notevole, il Torino dovrebbe fare un sol boccone, aldilà delle condizioni ambientali, degli avversari. Nella ripresa andrà anche peggio.
E infatti l’Helskinki nel primo quarto d’ora della ripresa va al tiro, anche piuttosto pericolosamente in ben tre occasioni: Lod impegna Padelli, poi Savage si impappina in area. La difesa scricchiola e crolla definitivamente al 60′: Padelli non esce su un pallone che doveva essere suo, si scatena un’azione confusa a ridosso dell’area piccola, alla fine Baah interviene in scivolata e insacca a porta praticamente vuota. Un vero shock per i granata che non trovano nemmeno giovamento dai cambi che Ventura decide di effettuare. El Kaddouri, nervoso senza motivo (o forse è la troppa presunzione), non incide, Larrondo è protagonista di qualche sponda ma nulla più. Il Toro non crea, Quagliarella più volte manda a quel paese i compagni. L’Helsinki prende, ringrazia e raddoppia: su una punizione dalla trequarti altra uscita sbagliata di Padelli, assist di Zeneli (di testa) e tap-in da due passi di Moren. E’ l’80’, il Torino non ha né forza né gioco per reagire contro la corazzata Helsinki. Quagliarella, al 90′ e in mischia, accorcia le distanze ma il gol non serve a rendere meno umiliante la sconfitta. La qualificazione ora è nuovamente messa in discussione.
Nell’altra partita del girone, infatti, il Club Brugge asfalta il Copenaghen in Danimarca e conquista il primato nel girone: 4-0 il finale a favore dei belgi, trascinati dalla tripletta dell’israeliano Rafaelov e dal sigillo finale di Vormer. Club Brugge che sale a quota 8, Torino a 7. Seguono il Copenaghen a 4 e l’Helsinki a 3. Proprio contro i danesi, in trasferta, il Torino probabilmente si giocherà l’accesso ai sedicesimi di finale di Europa League.