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Russia: Lokomotiv-Dinamo da teatro dell’assurdo. Europa: nel gruppone anche il Terek

Non solo CSKA-Zenit nel week-end russo, ma anche diverse partite delicate sia nella zona alta che in quella bassa della classifica. Per una volta, quindi, abbandoniamo la scansione temporale delle gare tradizionalmente adottata e focalizziamoci sulla graduatoria.

Nelle zone nobili si giocava uno dei tanti derby moscoviti, quello che metteva di fronte la Lokomotiv – autrice in verità di una partenza mediocre – e la Dinamo Mosca. Ebbene, ne è uscita una partita ai limiti dell’assurdo. Divertente il primo tempo: Ionov sblocca la gara sfruttando un clamoroso errore del serbo Pejcinovic. La Lokomotiv reagisce, N’Doye si procura un rigore che però Boussoufa spreca facendosi ipnotizzare da Gabulov. Da cardiopalma la ripresa: i poliziotti raddoppiano con Dszudszak, poi si siedono e i ferrovieri ne approfittano, portando a termine una rimonta clamorosa: l’incontenibile N’Doye accorcia di testa, un minuto dopo Samedov pareggia battendo Gabulov (decisivo in due occasioni). Successivamente Kasaev salta tutti i difensori ospiti e ribalta il risultato, segnando così il classico goal dell’ex. Poi c’è gloria anche per Pavlyuchenko, con una splendida conclusione al volo che permette ai suoi di calare il poker.

Altrettanto divertente è stata la gara che metteva di fronte lo Spartak ed il Kuban, due formazioni in orbita europea e pronte a sfruttare il passo falso della Dinamo. Ebbene, finisce con un godibile 3-3, che lascia soddisfatti i tifosi ma decisamente meno le due squadre. I moscoviti vanno all’intervallo in vantaggio, grazie ad un comodo tap-in di Serdar Tasci, ma poi nella ripresa continuano a palesare i loro limiti difensivi: il liberiano Sekou Oliseh ribalta la gara, prima che lo svedese Kim Kallstrom ristabilisca ulteriormente la parità. Finita qui? Nemmeno per sbaglio. Kallstrom firma la personale doppietta sfruttando l’ennesimo errore difensivo della gara – questa volta della retroguardia gialloverde, prima che nel finale un rigore – trasformato da Popov – chiuda le pratiche.

Potevano approfittarne Krasnodar e Rubin Kazan, che invece mancano entrambe tuttavia mancano l’appuntamento con i tre punti. I primi perdono clamorosamente 2-1 a Saransk (forse pensando alla sfida – già decisiva – di giovedì in quel di Wolfsburg): Joaozinho porta i neroverdi in vantaggio, ma nella ripresa il terzino bielorusso Igor Shitov trova la doppietta (primo goal su rigore) che riporta al successo – che mancava dal 19 settembre – il Mordovia. Va leggermente meglio ai tatari, che pareggiano contro l’Amkar in un finale mozzafiato: Karadeniz (90′) sblocca la gara, il serbo Jovicic (92′) la riacciuffa per i capelli, permettendo così al club di Perm di conquistare un importante punto esterno. A sorridere è così il Terek Grozny, che grazie ad una rete di Bokila liquida 1-0 l’Ufa e si riporta nel gruppone.

Più delicate le sfide per la zona salvezza, dei veri e propri scontri decisivi. Il venerdì si è giocata Rostov-Ural, terzultima contro quartultima. In una situazione sia psicologica sia di classifica complicata, i selmashi sono comunque riusciti a spuntarla per 1-0 grazie al quarto centro di Dmitri Poloz, che così permette al tecnico Gamula di tirare un sospiro di sollievo. Male invece gli ospiti, che restano invischiati nelle zone basse. Primo successo nella propria storia in Russian Premier League invece per l’Arsenal Tula, che fa il colpaccio a Ramenskoe, campo dove gioca la Torpedo Mosca: nonostante un rigore sbagliato dallo slovacco Tesak (passato a settembre proprio dai bianconeri al club di Tula, in foto a lato), gli ospiti portano a casa i tre punti grazie ad un bel sinistro di Artur Maloyan, uno dei pochi giocatori di categoria della compagine giallorossa. L’Arsenal sale a quota cinque punti, a -1 proprio dalla Torpedo, il cui tecnico pare avere il destino ormai segnato.

Matteo Mongelli

Classe '94, piemontese di nascita, tra un esame universitario e l'altro segue il calcio alle temperature più improbabili, dalla Scandinavia alla vecchia terra degli Zar. Russofilo e (a breve) russofono, sogna di diventare direttore sportivo e di vivere a San Pietroburgo. Guai a disturbarlo quando gioca il Krasnodar: potrebbe uccidere.

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Matteo Mongelli

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