Signore e signori, oggi Manchester è il centro del mondo. Non sarà la città più bella d’Europa ma quando si parla di calcio bisogna darle ciò che le spetta. City contro United, da sempre due mondi lontani, l’anno scorso però le cugine si sono quasi scambiati i ruoli con i Citizens campioni e Diavoli persi a chilometri dalla vetta. Van Gaal sta lavorando sodo per riportare i rossi dove spetta loro ma è dura. L’inizio di campionato è stato difficile, piano piano però le cose sembrano essersi messe per il meglio. Hanno avuto problemi anche gli uomini di Pellegrini, reduci da una sconfitta in campionato e una in Capital One Cup, che è costata pure l’infortunio di David Silva. Il tecnico argentino cambia molto: Hart; Zabaleta, Kompany, Demichelis, Clichy (che sostituisce Kolarov, dato per titolare prima del match ma infortunatosi nel riscaldamento); Navas, Toure, Fernando, Milner; Aguero, Jovetic. Nel 4-2-3-1 di Van Gaal si rivede Valencia: De Gea; Valencia, Smalling, Rojo, Shaw; Blind, Fellaini; Januzaj, Rooney, Di Maria; Van Persie.
Agli ordini di Micheal Oliver parte il derby di Manchester, è lo United a giocare palla per primo. Subito grande intensità, il primo fallo dopo 30 secondi è di Demichelis, Rojo si fa subito vivo dalle parti di Hart con un colpo di testa ma l’arbitro ferma tutto per offside. Jesus Navas cerca spazi largo a destra, di corridoi però ce ne sono pochi per ambedue le squadre, linee molto compatte e grande attenzione. Il City è una certezza, campione in carica e gruppo collaudato, lo United continua a evidenziare segnali di crescita. Primi dieci minuti davero piacevoli, prima Aguero e poi Januzaj si fanno vedere. Van Gaal crede molto nel ragazzo con la maglia numero 11, che sta migliorando sotto il profilo caratteriale e sa quante aspettative sian riposte nei suoi confronti. Al City of Manchester si vede buon calcio nel primo quarto d’ora, ai punti meglio lo United.
Aguero è in palla, dopo venti minuti se ne va e cerca il tiro in diagonale, ancora più ghiotta la chance per Navas un minuto dopo: De Gea d’istinto dice no. Il Manchester City in un attimo ha cambiato passo, Fernando innesca Aguero con un bel lancio ma De Gea è ancora decisivo con un’uscita degna di un kamikaze. Il portiere spagnolo ha letto molto bene l’azione, dimostrando inoltre una dose di coraggio non comune. United certamente più timido in questa fase della gara, Blid e Smalling si fanno ammonire. Chris dopo sette minuti combina un vero e proprio macello: Milner parte a mille all’ora dalla sinistra, Smalling spegne il cervello ed entra in mostruoso ritardo sul numero 7 avversario. Oliver non ha dubbi e spedisce il difensore sotto la doccia. Botta atroce per uno United che fino a qui si è comportato bene.
Fellaini è un’altra persona rispetto allo scorso anno, Van Gaal non lo voleva e non ne ha fatto mistero, il belga si è messo a testa bassa a lavorare e si è ritagliato uno spazio importante. Gara di grande sacrificio per l’ex Everton che al 42esimo rischia tantissimo intervenendo in area su Aguero. Da sottolineare la bella diagonale di Fellaini ma il contatto malandrino c’è. Oliver lascia correre. Il Manchester City ovviamente spinge, Van Gaal si tutela con Carrick al posto di Januzaj e reinventa l’assetto tattico. Ancora proteste dei Citizens prima della sosta. Rojo tocca Yaya Toure da dietro, fischio dell’arbitro e attimo di suspance… Sospiro di sollievo per i Red Devils, Oliver decide di mettere fine al primo tempo proprio così. Toure chiede spiegazioni al direttore di gara mentre le squadre tornano negli spogliatoi, altra decisione dubbia.
Bello il primo tempo, peccato che Smalling abbia pensato bene di rovinare quanto di buono fatto dai Red Devils, il secondo tempo del derby di Manchester vede i Citizens piantati nella metà campo avversaria. United rattrappito nella propria area, il colpo del ko sembra nell’aria e il City chiede l’ennesimo rigore per un tocco col braccio di Fellaini, stavolta il penalty non c’è perché il belga era troppo vicino ad Aguero e il braccio era comunque attaccato al corpo. Ci sarebbe da fare un monumento a Wayne Rooney, il suo spirito di sacrificio non fa più notizia ma il mondo in cui rincorre Toure al 50 e lo ferma in tackle ricorda a tutti che un campione non è solo piedi buoni. Il Manchester United ci mette il cuore ma in questo derby non ne va bene una, dopo nemmeno dieci minuti dal ritorno in campo Rojo resta a terra. Spalla lussata, secondo centrale fuori gioco, entra il 19enne McNair. Applausi di buona parte dello stadio mentre l’argentino esce in barella, un bel sentire per noi abituati a ben altre colonne sonore negli stadi italiani.
Una bella responsabilità per McNair, emozionatissimo al pronti-e-via il giovane nordirlandese che preferisce non andare per il sottile e scaglia in tribuna i primi due palloni che capitano dalle sue parti. Ancora proteste Citizens, abbiamo perso il conto degli episodi dubbi nell’area rossa, ancora Fellaini coinvolto stavolta è uno scontro con Aguero a far imbestialire i padroni di casa. Mezz’ora al termine, il derby di Manchester fino a qui è rimasto in equilibrio ma finalmente arriva il momento del City. Palla di Yaya Toure sull’out sinistro, Di Maria sbaglia l’intervento e Clichy può controllare e mettere in mezzo dove c’è Aguero. Uno a zero per il Manchester City, ci è voluto un bel po’ ma alla fine il fortino dello United è venuto giù.
Il Manchester United ha un cuore enorme, lo abbiamo visto con il Chelsea e pure questo derby lo conferma, segno evidente che Van Gaal stia lavorando per ricostruire non solo una squadra, ma anche un gruppo, una mentalità. Per dirla breve: il Manchester United. Di Maria non è in giornata, Rooney invece è uomo ovunque, ottima chanche per lui al minuto 78: bavo Hart. Pericoloso anche Fellaini di testa, nel frattempo però il City va vicino al raddoppio con Jesus Navas che trova il palo sulla sua strada. Bel finale al City of Manchester, non mancano le occasioni ma il risultato non cambia (clicca QUI per gli highlights). Dagli spalti si alza “Blue Moon”, vittoria merita per gli uomini di Pellegrini e questo non si discute, i Red Devils però escono dallo stadio a testa non alta ma altissima. Un grande derby di Manchester.