MALTA-NORVEGIA 0-3 – Convincente vittoria della Norvegia in terra maltese nella seconda giornata del girone H delle qualificazioni europee. Entrambe sconfitte per 0-2 nella gara di esordio di queste qualificazioni, Malta (battuta in Croazia) e Norvegia (che ha perso con l’Italia ad Oslo) avevano particolarmente bisogno di riscatto, e di punti, per rilanciarsi in classifica (restare a zero punti dopo due giornate – anche con questa nuova formula in cui le prime del girone passano e la terza si qualifica ai playoff – può essere molto pericoloso) ma, sebbene la posta in palio in questa gara fosse alta, non c’è stata praticamente partita, con una sola squadra in campo, la Norvegia. Il tabellino finale recita 0-3 (gol di Mats Møller Dæhli, doppietta di Joshua King e gol regolare ingiustamente annullato a Tarik Elyounoussi), un risultato che pare ampiamente legittimato da quanto visto in campo.
Eppure Malta qualche speranza di non sfigurare ce l’aveva. È vero che la rosa maltese non ha giocatori di particolare livello: quasi tutti giocano nel modesto campionato locale, tra gli “stranieri” uno gioca in Germania, ma in “serie B” (André Schembri, Fsv di Francoforte) ed uno in Italia ma addirittura in serie D (Andrei Agius, Aprilia), mentre il calciatore più importante, Michael Mifsud, che ora milita in patria nello Sliema Wanderers, vanta qualche stagione all’estero in campionati secondari, tra cui un significativo quadriennio giocato proprio in Norvegia (ha vestito dal 2004 al 2007 la maglia del Lillestrøm); ciononostante, l’allenatore è un uomo di calcio dalla grandissima esperienza (l’italiano Pietro Ghedin) e la sconfitta più che onorevole in Croazia all’esordio aveva infuso coraggio nei giocatori maltesi. In un calcio in cui le squadre materasso sono sempre meno numerose, anche Malta prova nel suo piccolo a ritagliarsi un piccolo spazio per la gloria. Ma, almeno per ora, gli sforzi fatti non sono sufficienti, e la facilità con cui la Norvegia ha superato questo ostacolo è abbastanza disarmante. Oltretutto, Malta pare aver giocato anche al di sotto delle proprie possibilità (esemplare l’azione del 2-0 norvegese iniziata da una palla goffamente persa dai maltesi), tanto che a fine gara il ct Ghedin parla senza mezzi termini di “gol regalati”: per raccogliere qualche punto in queste qualificazioni, a La Valletta ci sarà da lavorare duro ancora per un bel po’.
Diametralmente opposti gli umori dall’altra parte del fronte, dove in casa Norvegia si sprecano i sorrisi anche se bilanciati da continui richiami alla prudenza. Una vittoria con Malta non fa primavera, ma porta comunque tre punti. Al di là del risultato, è stato proprio il modo di condurre la gara, sicuro e deciso, ad infondere fiducia ai norvegesi in vista della prossima sfida, tanto più importante quanto più difficile, contro la Bulgaria. Mister Per-Mathias Høgmo ha buone ragioni per essere soddisfatto, a partire dalla prestazione maiuscola (doppietta e assist, indiscusso mvp della partita) di Joshua King. Il ragazzo, classe ’92, è una vecchia promessa del calcio norvegese (non ha mai giocato in Tippeligaen perché è stato acquistato dal Manchester United quando aveva solo sedici anni, ora milita nel Blackburn), ha un talento indiscutibile, in Under 21 faceva la differenza ma in nazionale A, almeno finora, ha sempre faticato un po’ troppo. Se inizia a trovare le misure, può essere una pedina importante nello scacchiere della Norvegia. Del resto questa nazionale (in cui anche Alexander Tettey ha fatto un’ottima gara e Mats Møller Dæhli ha segnato il primo gol della sua carriera) è un cantiere per il futuro che però ha fretta di raccogliere risultati. E non dimentichiamo che in panchina Høgmo ha convocato anche il non ancora sedicenne Martin Ødegaard, che però non è stato fatto esordire. Eppure molti pensavano che, in vantaggio per 3-0 e con la partita saldamente in pugno, fosse arrivato il momento migliore per gettare nella mischia un ragazzo così promettente ma anche così giovane. Høgmo però ha un piano diverso. Pensa che l’attaccante del ’98 sia ancora acerbo per un palcoscenico così importante? Oppure è deciso a tenersi nascosto un asso nella manica per giocarselo a sorpresa quando il gioco si farà duro?