SLOVACCHIA-SPAGNA 2-1. Quattro anni dopo la vittoria contro l’Italia al Mondiale in Sudafrica, la Slovacchia scrive un’altra pagina esaltante della propria storia calcistica. A Zilina, l’undici di Kozak batte 2-1 la Spagna nella seconda giornata del Gruppo C valevole per le qualificazioni all’Europeo 2016. Risultato sorprendente, su Del Bosque si profila una nuova bufera dopo che le acque si erano rasserenate dopo il fallimento brasiliano. Diego Costa e Casillas, c’è da scommetterci, saliranno sul banco degli imputati assieme al c.t. La formula voluta da Platini (24 squadre alla fase finale) rende impossibile una non qualificazione di uno squadrone come quello spagnolo, uno scivolone è ammesso: ma è caduto un record di 14 vittorie consecutive in trasferta della Spagna in partite di qualificazioni (mondiali o europee) senza contare che era dall’ottobre 2006 che non arrivava una sconfitta nei gironi. E a Zilina, gli iberici non hanno regalato una prestazione memorabile.
Undici reduci dal fallimentare Mondiale in Brasile sono i titolari scelti da Del Bosque: Albiol vince il ballottaggio con Bartra per sostituire Ramos, Silva-Fabregas-Iniesta, col supporto di Koke, è il trio alle spalle di Diego Costa. Kozak opta per un inedito Hamsik centravanti, Mak e Weiss sono incaricati a coprire sulle fasce e a supportare il calciatore del Napoli.
L’inizio, come prevedibile, è equilibrato: la Slovacchia, con corsa e dedizione, riesce a evitare che la “roja” prenda il controllo del gioco da subito, riuscendo anche a ripartire quando possibile. Proprio dopo un contropiede, i padroni di casa sfiorano il vantaggio all’11: cross di Pekarik, tiro al volo di Mak e splendida risposta, in controtempo e con la mano di richiamo, di Casillas. Un minuto dopo Diego Costa spaventa il pubblico di Zilina con un colpo di testa di poco al lato. Il centravanti del Chelsea sarà protagonista durante tutta la partita di un duello durissimo con Skrtel così come mostrerà di avere già un’ottima intesa con Cesc, suo compagno di squadra ai blues. Kucka è il solito motorino a centrocampo, Silva e Koke sono quelli che più soffrono il dinamismo del centrocampista del Genoa. Un altro contropiede lanciato da Durica regala alla Slovacchia una punizione dai 25 metri per un fallo di Busquets: è proprio Kucka a provare la gran botta, incredibile papera di Casillas che riesce solo a toccare un pallone centrale che non assume nemmeno un effetto particolare. Episodio che non ci voleva per il capitano, ancora sotto la lente di ingrandimento dopo il mediocre Mondiale e che proprio da qualche giorno sembrava essere uscito dalla morsa dei fischi del Bernabeu.
Il portiere del Real Madrid riesce poi a deviare in angolo un bel sinistro da fuori di Pecovsky, i compagni quasi non fanno caso ai suoi incitamenti. La Spagna è quasi sotto-shock, Costa pasticcia ed è sovrastato da Skrtel. Iniesta prova ad accendere la luce, Silva non è pervenuto. Solo durante gli ultimi cinque minuti i campioni d’Europa chiudono la Slovacchia, la doppia occasione in pieno recupero firmata Diego Costa-Busquets chiude un primo tempo francamente sotto tono degli iberici.
Kozacik, portiere della Slovacchia, vanifica il miglior momento degli ospiti che dura per i primi dieci minuti della ripresa. Bravo su Silva, notevole su Fabregas, straordinario sul rasoterra di Diego Costa. Uno spettacolo quello fornito da Kozacik che tiene in piedi i suoi, incapaci di superare la metà campo almeno fino al 65′, col povero Hamsik incapace di toccare un solo pallone. Pedro per Albiol, con Busquets retrocesso in difesa, è la prima mossa di Del Bosque che ravviva la Spagna: gli ospiti pagano il nervosismo di Diego Costa che chiuderà la sesta partita con la maglia “roja” senza segnare. Cazorla e Alcacer sono gli ulteriori due cambi ospiti, proprio la punta del Valencia bissa il gol con la Macedonia infilando Kozacik dopo essere partito in posizione dubbia su assist di Jordi Alba. E’ l’82’, la Spagna si butta in avanti alla ricerca del bottino pieno. Chi troppo vuole, nulla stringe: vale anche per i campionissimi. All’86’ Duris si invola sulla destra e crossa per Stoch, lasciato libero dalla marcatura blanda del povero Cazorla e infila Casillas, di testa, da due passi. Una doccia fredda per gli ospiti che, con confusione, tentano invano l’assalto finale. Il record è finito, la Spagna invincibile non esiste più già da qualche mese.