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Real Madrid- Athletic Bilbao 5-0: manita Real, Leones sempre più in crisi

Al Bernabeu va in scena una gara di Liga tutta da vivere, tra due squadre che viaggiano a ritmi completamente differenti: i ragazzi di Carlo Ancelotti sono reduci da ben 3 vittorie consecutive, dove, oltre ad aver espresso una manovra fluida e convincente, hanno siglato ben 15 reti, mentre l’Athletic Club di Valverde (che non vince a Madrid dal 2005) è in piena crisi, sia di gioco che di personalità, e lo dimostrano le ultime 4 uscite di campionato dove i Leones hanno raccolto soltanto un punto. E’ un match, inoltre, dove la politica gioca un ruolo determinante, soprattutto sugli spalti, in quanto i baschi e i castigliani sono l’espressione di due idee completamente diverse, con i primi a favore dell’indipendenza e i secondi a sostegno del centrismo monarchico. Veniamo alle formazioni: solito 4-4-2 per i Galacticos, con Modric sulla linea mediana e Ronaldo in attacco, affiancato da Benzema e Gareth Bale, che in fase difensiva va a fare l’esterno di centrocampo. L’Athletic si schiera col 4-3-3, ma con alcuni cambi rispetto all’undici sceso in campo nella sconfitta contro il Bate Borisov: fuori Aduriz e Iraola, dentro i giovani Guillermo, alla prima gara da titolare con la maglia dei Leones, e De Marcos, più chiavi del centrocampo affidate all’ex Real Betis Beñat.

Neanche il tempo di mettersi comodi in poltrona che il Real passa subito in vantaggio: traversone di Bale dalla destra, De Marcos si perde l’uomo e Ronaldo ringrazia, siglando di testa la rete numero 11 in campionato e spezzando le reni all’Athletic, letteralmente tramortito dal goal a freddo (2′). I ragazzi di Ancelotti prendono in mano le redini del gioco, attaccando con continuità e brillantezza, dimenticandosi però di difendere, obbligando Casillas – oggi titolare al posto di Navas – a compiere un ottimo intervento su un’insidiosa conclusione di Muniain (26′). I rojiblancos provano a mettere il naso fuori dalla propria area, ma il Real Madrid domina il match, e sugli sviluppi di un calcio d’angolo di Modric trova anche il raddoppio, questa volta con Benzema, bravo a svettare più in alto di tutti e a trafiggere Iraizoz (41′).

La ripresa si apre con un cambio sia tra le fila dei padroni di casa che degli ospiti: per il Real fuori Sergio Ramos, già ammonito, e dentro Varane, mentre l’Athletic sostituisce un impalpabile Beñat con l’imprevedibile Ibai Gomez, che in carriera ha già segnato 3 reti ai Blancos. Il Real Madrid ha nelle corde il contropiede più devastante del mondo, ma Bale non ne approfitta e spedisce sopra la traversa un invitante assist di Carvajal (50′). Tuttavia, ci pensa Cristiano Ronaldo a chiudere i giochi, sfruttando una disattenzione della retroguardia basca, sorpresa da un accelerazione di Bale, e siglando la rete numero 190 con la maglia delle Merengues (54′). A seguito di un contropiede di Iturraspe, Ibai Gomez prova a riaprire la gara con un colpo di testa ravvicinato, ma Casillas blinda la porta, strappando gli applausi del pubblico (57′). I rojiblancos provano a vender cara la pelle, inserendo anche il giovane Unai Lopez, ma ormai è troppo tardi, il Real segna nuovamente con Benzema (69′) e Ronaldo (ventiduesima tripletta nella Liga) e per la squadra di Valverde è notte fonda, l’ultimo posto (a braccetto con Depor e Cordoba) è un incubo da scacciare in fretta, tutti si chiedono: dov’è finita l’armata dello scorso anno? Una sola vittoria nelle ultime 5 gare è un dato veramente preoccupante, riuscirà ilTxingurri ad invertire il trend negativo? Di contro, il Real gioca divinamente, domina la gara dall’inizio alla fine (avrebbe potuto vincere anche con 5 o 6 gol di scarto se non fosse stato per Iraizoz, protagonista di ben 10 interventi decisivi) e vince la quarta gara consecutiva, portandosi a ridosso della rivelazione Siviglia e tallonando il Barcellona, distante 4 punti.

Francesco Pietrella

Romano, studente di Scienze Politiche alla Luiss. Ho collaborato con Goal.com, Sportcafè24 e granatissimi.com, ora scrivo per Football-Please, dove curo la rubrica Firms and Rivalries, e per l'Intellettuale Dissidente, dove ricopro il ruolo di caporedattore sportivo.

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