Quello tra Red Devils e Foxes aveva tutta l’aria di essere un antipasto per il match delle 17 tra Manchester City e Chelsea. La scena, invece, se l’è presa tutta il King Power Stadium. Ha dell’incredibile quanto successo oggi in questa cittadina di 100mila abitanti, nel Leicestershire, non lontano da Birmingham: rimonte, capovolgimenti di fronte e pioggia di gol per un match che già oggi si candida per il più spettacolare dell’anno. Dopo la convincente vittoria sul QPR il Manchester United cade con la neopromossa Leicester City confermando le enormi difficoltà (soprattutto difensive) a discapito degli oltre 200 milioni di sterline spese in estate per potenziasi dalla cintola in su. Le due squadre (a pari punti a quota 5) non si affrontavano dal lontano 2003, quel pomeriggio i rossi si imposero per 4-1, segnarono Van Nistelrooy e Roy Keane: oggi, nonostante i nomi altisonanti ed i milioni spesi durante l’estate, per i Red Devils la musica è cambiata: 5 gol subiti, 4 in un tempo, il Sergente olandese oggi proprio non ha scusanti. Si, perché in campo c’erano tutti i nuovi, da Falcao a Di Maria, da Rojo ad Herrera (uno dei pochi a salvarsi).
Sotto una cornice dipinta dal blu dei supporters di casa, agli ospiti bastano 600 secondi di rodaggio per ingranare la terza e passare in vantaggio: Di Maria verticalizza per Van Persie, bravo Schmechael in uscita; è il preludio al vantaggio, che arriva dopo due giri di lancette. Falcao scappa a De Laet e offre allo stesso Van Persie un cross morbido che l’olandese trasforma in gol. Le Foxes accusano il colpo e Di Maria raddoppia 4 minuti dopo con un delizioso pallonetto su assist di Rooney. Il calcio inglese insegna a mai darsi per vinti, e Jamie Vardy riflette tutta la voglia e lo spirito di chi non molla mai. E’ lui a scappare sulla fascia ed ad avventarsi su un pallone che sembra perdersi sul fondo, sul suo cross è puntuale Ulloa che fulmina De Gea e riapre il match. Finisce senza ulteriori emozioni il primo tempo: la squadra di Van Gaal sembra avere saldamente il timone della partita: il cambio di modulo ed il ritorno alla difesa a 4 sembra funzionare, Di Maria convince, manca solo il gol di Falcao per completare la festa.
Purtroppo per Van Gaal i problemi non sono finiti, spostiamoci nella ripresa: United ancora avanti al 57′, Van Persie alleggerisce per Di Maria, il cui timido sinistro è deviato col tacco da Ander Herrera, Schmechael spiazzato e 1-3. Siamo all’ora di gioco, gli ospiti si rilassano ad abbassano il ritmo. Le Foxes tentano una timida reazione con la verve del solito Vardy che cade dopo un dubbio contatto con Rafael, Clattenburg non ha dubbi e indica il dischetto. Nugent trasforma e accorcia le distanze. Da qui, inizia il tracollo United. Passano soltanto 2 giri di lancette e Hammond prova una conclusione da fuori, respinta ed il “Cuchu” Cambiasso (alla prima da titolare con la nuova maglia) è il più lesto con la zampata vincente. 3-3. Van Gaal cambia le carte in tavola inserendo Januzaj (un fantasma) e Mata per Di Maria e Falcào: lo United si sbilancia sempre più in avanti e la difesa già di suo traballante riceve ancor meno protezione. Per i padroni di casa le pile di Ulloa e Vardy sembrano non finire mai, ancora l’ex Fleetwood scappa via lanciato da Drinkwater e trafigge De Gea per il clamoroso 4-3 che porta a compimento la rimonta e taglia definitivamente le gambe a Rooney e compagni. Minuto 82. Non è ancora finita: nelle praterie formatesi davanti a De Gea, Vardy scappa via a Blackett che lo stende: altro rigore e rosso per il difensore. Stavolta è Ulloa che trasforma il penalty e fa esplodere il King Power Stadium, che offre ad uno stremato Vardy la meritatissima standing ovation, al suo posto il ghanese Shclupp (subito vicino al 6-3, larga la sua conclusione). Increduli in panchina Giggs e Van Gaal, in estasi Nigel Pearson, i cui ragazzi hanno portato a compimento quella che sarà ricordata anche negli anni venturi.
Che dire di questo United? Di certo non ha aiutato la svista arbitrale sul rigore del 2-3 che ha dato il via alla rimonta, ma i colpevoli vanno cercati al di là degli errori arbitrali. L’attacco funziona, la difesa no. Si danno sentire più che mai gli addìì di Vidic e Ferdinand e l’assenza di Jones, Smalling è discontinuo e Blackett manca di esperienza. Che anche Louis Van Gaal, plurivincente in tutte le sue esperienze in giro per l’Europa, senta anche lui la scomoda ombra di Sir Alex?