Così, a prima vista, il classico esordio morbido dei campioni in carica contro un avversario tutt’altro che irresistibile: il Real Madrid batte 5-1 il Basilea al Bernabeu e comincia la difesa alla Champions League. Da quando è stato detto addio alla vecchia Coppa dei Campioni, mai nessuno è riuscito nell’impresa di conquistare per due volte di fila il trofeo: ci proverà quest’anno il club che più di tutto ha sollevato la “coppa dalle grandi orecchie”, dieci. Insomma, poteva e doveva essere una serata di sola festa, considerato che il trionfo di Lisbona è lontano solo quattro mesi. Sembrano passati quattro anni. In un’atmosfera surreale, il Madrid ha lottato più coi fischi dei propri tifosi (per la verità l’obiettivo dichiarato era Casillas) che con gli inadeguati svizzeri. Strascichi delle due sconfitte di fila in campionato, l’ultima dolorosissima nel derby contro l’Atletico, e del -6 dal Barcellona dopo appena tre giornate. Cose da Real, non si è mai soddisfatti se non c’è l’eccellenza.
Ancelotti, per molti in bilico e che ha avuto anche oggi bisogno di un nuovo colloquio rassicurante con Florentino Perez, conferma in pratica gli undici che sabato sera hanno perso il derby: le uniche variazioni sono i terzini, il giovane Nacho al posto di Arbeloa, altro obiettivo della tifoseria capitolina, e Marcelo per Coentrao. James Rodriguez di nuovo mezz’ala in un centrocampo a tre chiuso da Kroos regista e Modric sull’altra sponda. Il Basilea di Paulo Sousa non è quello di Yakin che arrivò in semifinale di Europa League due stagioni fa: tanti i cambiamenti nella rosa, resiste Streller in attacco, c’è il giovane Gonzalez indicato da molti come uno dei talenti più interessanti in Uruguay. Difesa a cinque quella proposta dal tecnico portoghese, presto perforata a ripetizione dal fantasmagorico attacco del Madrid.
La partita, meglio sottolinearlo subito, è durata 45 minuti: il tempo di mettere a segno quattro reti, sprecarne un altro paio e subire anche il gol della bandiera ospite. Ronaldo, al sesto, lasciava già intendere quale sarebbe stato il destino del Basilea: numero sulla sinistra, rientro e destro alto. Poco male, il vantaggio arriva al 13′: James Rodriguez serve con un geniale tacco Nacho, il terzino crossa forte in mezzo e trova la deviazione sfortunata di Suchy che, in scivolata, infila Vaclik. In cattedra sale il migliore in campo, Luka Modric: sopraffine le giocate del croato che, addirittura, sfiora anche il raddoppio con una conclusione dalla distanza. Streller, di tacco, prova a sorprendere Casillas, Pepe tenta di testa. Il ritmo è alto, il Madrid dà l’impressione di poter sfondare in qualsiasi momento e, in effetti, tra il 30′ e il 36′ arrivano ben tre reti madrilene.
Apre Bale: il gallese sfrutta un meraviglioso assist di Modric, uccella con un pallonetto Vaclik e infila a porta vuota. Proprio l’ex Tottenham, un minuto dopo, crossa basso dal fondo sul palo opposto, Ronaldo insacca a porta vuota. Anche in questo caso, da applausi l’apertura di esterno di Modric, una delizia. Col Basilea ormai k.o., arriva anche il 4-0 firmata da James, uno dei punti interrogativi di questo faticoso avvio di stagione degli uomini di Ancelotti: il colombiano approfitta della respinta non perfetta di Vaclik sul tiro di Benzema e infila comodamente. Un ciclone, il Real Madrid. I campioni d’Europa, però, mostrano anche il “lato oscuro”: Gonzalez si infila tra Ramos e Marcelo e batte con un diagonale preciso Casillas. Precisiamo: diagonale pressoché imparabile. Si va al riposo sul 4-1.
Il riposo, praticamente, dura fino al 90′; il Real Madrid non forza i ritmi, il Basilea quasi è contento di non ricevere una pesante goleada. Gli unici brividi della seconda parte sono i litigi del Bernabeu su ogni pallone toccato da Casillas (a volte gli applausi si sovrappongono ai numerosi fischi), i mugugni anche su una punizione alle stelle di Sergio Ramos (incredibile), il gol mangiato da Bale (egoista nell’occasione) su assist di James, e il siluro di Benzema che, a dieci minuti dal termine, si stampa sulla parte inferiore della traversa e termina oltre la linea di porta. E’ il gol numero 1000 nella storia del Real Madrid in Europa, ma il Bernabeu non si scalda. Finisce 5-1, buon Real. Ma i giorni difficili di Ancelotti non terminano di certo con questa goleada.